Portare in luce qualcosa scavando, così da poterla vedere. In Sicilia, sul fianco nord-orientale del monte Pellegrino che domina Palermo, si trova un complesso di quattro grotte naturali che prendono il nome dalla piccola frazione a loro vicina: le grotte dell’Addaura. Straordinaria la memoria che avvolgono e custodiscono nelle stratificazioni minerali in cui sono state incise, un complesso di graffiti rupestri appartenenti alla cultura dell’Epigravettiano di fine Mesolitico e rinvenute nei primi Anni ‘50 dello scorso secolo.
Un tesoro nascosto, incastonato nel cuore di una dimensione profonda, interna, invisibile, dove moltitudini diverse di segni e tracce si incarnano nella pietra. Un immaginario enigmatico vivace, fatto di sole figure umane posizionate in cerchio intorno a due corpi dalle pose contorte, scomode, dal volto coperto. Incise circa 14mila anni fa, sono il primo esempio conosciuto di una rappresentazione ritualistica, di un convivio, di società umana. È questa la storia che Luca Trevisani racconta, ricucendo le trame misteriose di una memoria collettiva passata dal sapore che mai si fossilizza.
Con la personale di Luca Trevisani Insalata di fossili, in mostra fino al 10 ottobre, COLLI inaugura la sua seconda sede espositiva a Foligno (PG). Il progetto del fondatore Edoardo Colli è nato a Roma quasi dieci anni fa, fin da subito creando un dialogo d’interesse ibrido tra arte ed editoria, spazio espositivo e attività di publishing ma che ora troverà più forza d’azione nella nuova sede in Umbria. Un passo importante non solo per COLLI che si sta ingrandendo e che torna nel luogo in cui è nato, dando una diversa identità alla sede industriale della tipografia di famiglia affine alla propria natura progettuale, ma soprattutto per l’intero panorama artistico umbro. Il progetto ha creato un nuovo centro, una nuova connessione con l’esterno, (ri)scoprendo il potenziale di un territorio e di una città che hanno sempre accolto e nutrito la ricerca artistica contemporanea fin dagli Anni ‘70.
Dal 1997 le grotte dell’Addaura sono chiuse al pubblico. Sono undici gigantografie a grandezza naturale della serie Addaura Belvedere (2018) a innalzarsi verticali nel nuovo spazio espositivo, (ri)creando come muri di pietra. Cartoline enormi, tracce sacrali eterne o per lo meno ancora possibili di quelle incisioni che raccontano della nostra relazione con l’ambiente e con l’altro, che siano loro rappresentanti di riti apotropaici o sciamanismo erotico. L’artista decide di interrogarle, replicandole innumerevoli volte attraverso una sperimentazione diversa della stampa cianografica: un processo fotografico preindustriale, dato da reazioni chimiche semplici in cui è il sole a fissare, a incidere, l’immagine sul supporto. Qui resa ibridata con elementi organici come vino, caffè o tè, urina animale. Trevisani dà la possibilità a queste incisioni rupestri di muoversi, di viaggiare, di poter stanziare o accelerare; e dà a noi la possibilità di poterle vedere per la prima volta o ancora per una volta.
Parallelamente, nelle due opere Foresta di cristallo (2023) e L’Eleganza è frigida (2023) l’artista compie un gesto simile: imprime, come una moderna incisione, su fossili di pietra delle immagini relative a una visione politica della natura. Indagando una nuova dimensione temporale dal grido ludico, disperato. Protagonista dell’esposizione, in linea con la natura progettuale della galleria, è il libro d’artista di Luca Trevisani, Insalata di fossili (2024), da cui la mostra prende il nome, edito da COLLI publishing platform e Viaindustriae publishing. Una specie di atlante, un viaggio visivo che prende corpo negli anni tra opere d’arte, eventi, situazioni e gesti in dialogo con l’idea di fossile e con la sincera sorpresa, la scoperta suggestiva, che genera il suo incontro. Le pagine del libro sono una narrazione visiva come un dito che traccia e ripercorre la superficie dolce di uno strato di pelle, fatto di elementi visivi stampati e appesi a parete. A sua volta sezionata e riportata nei suoi frammenti nel copro editoriale.
Insalata di fossili è una raccolta di meraviglie interdisciplinari date da un insieme di squarci nel tempo, di incidenti cronologici, di intrusioni gioiose o disobbedienti, di corpi sospesi nella storia. Qualcosa di sorprendente, tirato fuori da una dimensione profonda, scavando.
Curata da Stefano Raimondi, MOCKUPAINT di Oscar Giaconia al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone rimarrà aperta fino al 26 gennaio…
Il 2024 l'ha dimostrato, l'architettura roboante e instagrammabile è giunta al capolinea. Forse è giunto il momento di affinare lo…
Caterina Frongia, Millim Studio, Flaminia Veronesi e Anastasiya Parvanova sono le protagoniste della narrazione al femminile in corso presso Spazio…
Sei consigli (+1) di letture manga da recuperare prima della fine dell'anno, tra storie d'azione, d'amore, intimità e crescita personale.…
Aperte fino al 2 febbraio 2025 le iscrizioni per la sesta edizione di TMN, la scuola di performance diretta dall’artista…
Fino al 2 giugno 2025 il Forte di Bard dedica una mostra a Emilio Vedova, maestro indiscusso della pittura italiana…