Come pesci nell’acqua – Museo Tornielli

di - 26 Giugno 2021

Sul Lago d’Orta, a Villa Nigra (Miasino, NO), Museo Tornielli e Tempietto del Parco Neogotico (Ameno, No), Giorgio Verzotti in collaborazione con l’Associazione Asilo Bianco, hanno inaugurato la mostra collettiva, intitolata “Come i pesci sull’acqua”.

Sono 15 gli artisti partecipanti, e, osservando le loro opere realizzate in dialogo con luogo, hanno dimostrato di essere “pesci” capaci di nuotare in armonia con un territorio, così suggestivo e carico di metafore ancestrali.

Da sinistra a destra Shigeru Saito, Ripples in Rings, 2021, ottone CW508L, CW617L, acciaio INOX 304L; Stefano Arienti, Pioppo Cà Roman, foto di Francesco Lillo

Francesco Arena, Stefano Arienti, Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo, Massimo De Caria, Carlo Dell’Acqua, Elisabetta Di Maggio, Sergio Limonta, Filippo Manzini, Gianluigi Maria Masucci, Yari Miele, Luca Pozzi, Fabio Roncato, Shigeru Saito, Luca Trevisani, sono gli artisti diversi per età, geografia, formazione ed esperienze, accumunati dal tema dell’acqua, l’elemento insito del Lago d’Orta, che li ha ispirati e motivati a creare opere “destrutturate”, fluide, diverse tra loro, essenziali, discrete e di qualità formale.
L’idea della mostra nasce da precedenti collaborazioni del curatore Giorgio Verzotti con Enrica Borghi, artista iperatttiva tra i fondatori dell’Associazione Asilo Bianco, nata nel 2005 ad Ameno, una piattaforma di lavoro culturale ideata da un gruppo di professionisti dell’arte contemporanea, cultura e dell’educazione, centro che lavora sulla rigenerazione del territorio, dove l’arte smuove riflessioni sul senso delle cose nel mondo nel rispetto dell’ambiente.
Verzotti spiega: “I criteri per scegliere gli artisti sono venuti dal tema proposto da Asilo Bianco, l’acqua come fanno di consueto, le loro iniziative, indirizzate a problematiche ambientali ed ecologiche, quindi ho giocato con le metafore con Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo, Francesco Arena, Elisabetta Di Maggio. Ma poi ho chiesto ad altri artisti scultori di cimentarsi col tema proposto, ovviamente si sono espressi in tutte le modalità e i materiali possibili, in piena libertà”.

Fabio Roncato, Conscious thought (1-2-3), 2020, UV print on glass, white spray can paint, foto di Francesco Lillo

Le opere sono di materiali diversi, prevale il vetro, materiale ambivalente liquido e solido, trasparente come l’acqua, vivono di luce e sembrano incastonarsi perfettamente con il luogo; è come se fossero sempre state lì. Alcuni artisti hanno utilizzato tecniche che comprendono l’acqua, come la ceramica, è il caso di Gianluigi Masucci, altri il marmo con fossili impressi sulla materia, come Yari Miele. Stefano Arienti, Fabio Roncato e Carlo Dell’Acqua presentano l’acqua come effige, ma per comprendere il processo del loro lavoro bisogna assolutamente vedere le opere. Massimo De Caria, inscena “relazioni alchemiche metaforiche”, con una scultura in vecchi bicchieri, pieni di acqua del Lago D’Orta, rovesciati. L’acqua è un evocazione per Shigeru Saito e per Luca Pozzi è anche suono. Nel complesso si tratta di opere sincere, qualcuna gioca d’azzardo, agita i pensieri dello spettatore, altre “normalizzano” i flussi delle onde del lago; in tutte il paesaggio, la variabilità degli stati flessibili dell’acqua che nascono da materiali che sembrano cogliere in sé, senza svelarlo, il segreto di un luogo incantato, dove tutto sembra calmo e tranquillo.

Jacqueline Ceresoli (1965) storica e critica dell’arte con specializzazione in Archeologia Industriale. Docente universitaria, curatrice di mostre indipendente.

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