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Come sta cambiando la scena artistica della Nigeria? L’artista Peju Alatise racconta i progetti che affacciano sul mondo
Arte contemporanea
Artista, poeta, scrittrice e membro del National Museum of African Art, Peju Alatise è stata fra i primi artisti nigeriani a partecipare alla Biennale di Venezia nel 2017, con Victor Ehikhamenor e Qudus Onikeku e ha da poco lanciato Alter-Native Artists Initiative, organizzazione no-profit per la promozione dello sviluppo artistico e comunitario in Nigeria. In questa intervista ci racconta gli sviluppi del panorama artistico della Nigeria, che si sa affacciando sulla scena contemporanea internazionale grazie all’iniziativa di alcuni privati – innegabile la spinta dell’imprenditoria femminile posto in prima linea – e alla voglia di raccontare la storia (passato, presente e futuro) del Paese e dei suoi talenti.
Perché hai scelto di lanciare l’Alter-Native Artists Initiative?
Alter-Native Artists Initiative è motivata dall’impegno a preservare l’eredità culturale della Nigeria. Assistendo alla graduale erosione delle pratiche artistiche tradizionali e al crescente divario tra patrimonio ed espressioni contemporanee, mi sono sentita stimolata a creare una piattaforma che non solo fungesse da custode di questi inestimabili beni culturali, ma cercasse anche di colmare il divario fra tradizione, contemporaneità e forme d’arte sperimentali. La missione era duplice: responsabilizzare le comunità locali attraverso la partecipazione attiva, l’apprendimento e l’impegno della comunità e stimolare contributi positivi all’economia locale. L’Alter-Native Artists Initiative aspira ad essere più di un’impresa artistica, e diventare un movimento culturale volto a promuovere la creatività sostenibile e lo sviluppo della comunità.
Come funziona il progetto?
Al centro di Alter-Native Artists Initiative c’è il suo ruolo di custode del patrimonio artistico della Nigeria, con un’enfasi particolare sulla ceramica. Il progetto opera come uno spazio dinamico per la convergenza di pratiche artistiche tradizionali e contemporanee, facilitando un dialogo che abbraccia generazioni e ambiti culturali diversi. Ciò si ottiene attraverso vari mezzi, come programmi di formazione pratica, iniziative di coinvolgimento della comunità e mostre attentamente curate che documentano la ricchezza del patrimonio artistico della Nigeria. Sostenendo i talenti locali e preservando la conoscenza culturale, l’iniziativa non solo funge da incubatore per attività artistiche, ma svolge anche un ruolo cruciale nel sostenere e perpetuare il patrimonio culturale della comunità.
Cosa pensi della scena artistica contemporanea nigeriana? E quanto è forte il ruolo delle donne nell’arte nigeriana?
La scena artistica contemporanea nigeriana sta attraversando un notevole rinascimento, emergendo come un polo globale per idee rivoluzionarie e contenuti originali. Contrariamente alle prospettive obsolete che mettevano in dubbio la rilevanza contestuale dell’arte africana, la Nigeria rappresenta un precursore, ampliando costantemente i confini e affermandosi come importante soggetto culturale sulla scena internazionale. E il ruolo delle donne nel dare forma a questa narrazione non può essere dimenticato. Leader visionarie come Kavita Chellaram, Adenrele Sonariwo, Chief Nike Davies Okundaye e Tokini Peterside non solo hanno infranto i soffitti di vetro, ma hanno anche aperto la strada a una nuova generazione di artiste. Dalla creazione di valide opportunità di investimento, all’ospitare padiglioni internazionali, alla fondazione di fiere d’arte innovative, le donne sono in prima linea, contribuendo in modo significativo al riconoscimento e all’apprezzamento globale dell’arte nigeriana.
Qual è il sostegno del governo nigeriano al mondo dell’arte?
Sebbene il settore privato abbia svolto un ruolo encomiabile nel sostenere le arti, è necessario un impegno più sostanziale e duraturo da parte del governo nigeriano. Il panorama culturale della Nigeria sta assistendo a trasformazioni positive, con progetti come lo Yemisi Shyllon Museum, il JK Randle Center per la cultura e la storia Yoruba e il restaurato del Teatro Nazionale delle Arti e della Cultura a Iganmu. Queste iniziative rappresentano passi lodevoli verso la creazione di una solida infrastruttura per le arti. Tuttavia, è necessario un approccio più completo e sistematico per garantire la crescita continua e la sostenibilità dell’ecosistema artistico. Incoraggiare più individui e organizzazioni del settore privato a partecipare attivamente e investire nelle arti visive rafforzerà ulteriormente lo sviluppo del settore.
Cosa puoi dirci del tuo rapporto con Adenrele e Rele Gallery?
Il mio rapporto con Adenrele e Rele Gallery è radicato nella stima reciproca e nell’impegno comune per il progresso delle arti visive. L’approccio innovativo di Adenrele nel fornire infrastrutture in Nigeria per la promozione delle arti visive ha attirato subito la mia attenzione. La sua determinazione e la sua audace ambizione la fanno risaltare in un settore spesso caratterizzato dall’opportunismo. La collaborazione al primo padiglione Nigeria alla Biennale Arte di Venezia nel 2017 ha segnato un momento rivoluzionario, dimostrando la nostra dedizione condivisa nel superare i confini artistici e lasciare una traccia significativa, ma all’epoca Adenrele trovò molta opposizione. È stata gravemente sottovalutata e molti hanno tentato di frustrare deliberatamente i suoi sforzi per realizzare quella grande impresa.
Raccontaci di più.
Ho partecipato ai suoi programmi di formazione per giovani artisti in Nigeria e posso sentire l’ammirazione dei giovani per lei. Apre loro una strada che nessun altro potrebbe fare. La sua eredità artistica è davvero notevole. La recente espansione con la fondazione della Rele Gallery a Londra rappresenta un altro traguardo significativo, e far parte di questa impresa mi riempie di immenso orgoglio. I notevoli contributi di Adenrele al riconoscimento globale dell’arte nigeriana sono encomiabili e attendo con impazienza future collaborazioni che continueranno ad ampliare i confini dell’espressione artistica.
Cosa puoi anticipare sulla tua prossima mostra, We Came With The Last Rain?
Questa mostra rappresenta uno sforzo artistico significativo, perché offre uno sguardo su una più ampia raccolta di storie di ragazze e bambine che ho raccolto e indagato nel corso degli anni. Al centro c’è Flying Girls, storia immaginaria di una bambina di 9 anni di nome Sim, che affronta le sfide della moderna Lagos lavorando come domestica a ore. Questa mostra funge da preludio a un’indagine più ampia, invitando gli spettatori a immergersi nell’evasione stravagante e spensierata del folklore e della mitologia del popolo Yoruba. Le narrazioni intrecciate nelle opere d’arte risuonano con i temi più ampi della resilienza, dell’identità e del ricco patrimonio culturale che definisce l’esperienza nigeriana. Mentre continuo a sviluppare questo progetto accattivante, We Came With The Last Rain funge da stimolo per il pubblico a interagire con i molteplici strati di narrazione, cultura e creatività che definiscono la mia pratica artistica.