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Autostrada Biennale 2025: ecco come sarà la prossima biennale del Kosovo, con sede a Prizren
Arte contemporanea
di redazione
In tempi di grandi conflitti territoriali, che spesso vanno ben oltre i confini nazionali delimitati e più evidenti, le manifestazioni della cultura di uno Stato a riconoscimento limitato, come si dice nel linguaggio geopolitico, possono rappresentare una prospettiva di grande interesse. Soprattutto quando la sua storia è lunga, stratificata, attraversata da identità e collettività provenienti da luoghi distanti, dalle popolazioni illiriche all’Impero Ottomano, fino alla Jugoslavia socialista. È questo il caso del Kosovo, autoproclamatosi come Repubblica indipendente dalla Serbia il 17 febbraio 2008, riconosciuto da 22 Paesi membri dell’Unione Europea su 27, possibile epicentro di una geografia politica, sociale, culturale alternativa. Nel 2022, Manifesta, la biennale d’arte itinerante, portò nella capitale Pristina, 77 autori provenienti da 32 Paesi per il suo programma di progetti e attività di 100 giorni. Ma l’istituzione permanente, l’unica nel Paese dedicata all’arte contemporanea, si chiama Autostrada Biennale e si svolge dal 2017 a Prizren, capoluogo situato nell’estremità sud della pianura del Kosovo occidentale, alle pendici dei Monti Sharr, attraversato dal torrente Bistrica. Fondata nel 2014, da Leutrim Fishekqiu, Vatra Abrashi, Baris Karamuco e Fitore Isufi, l’Autostrada Biennale vuole rinsaldare le relazioni tra le comunità creative locali, con l’apporto di energie e idee internazionali, perseguendo l’ambizione di istituire un vero e proprio sistema kosovaro dell’arte contemporanea.
La quarta edizione, curata da Joanna Warsza e Övül Ö. Durmuşoğlu, si è chiusa a settembre ed era ispirata al romanzo The Years di Annie Ernaux, che evocava la scomparsa delle nostre immagini mentali collettive e personali. La mostra si svolgeva nell’Autostrada Hangar, un nuovo spazio educativo, produttivo ed espositivo nella ex base della KFOR – la forza militare internazionale guidata dalla NATO -, ora trasformata in un parco per l’innovazione e la formazione. L’Hangar è la sede principale della manifestazione, che però si diffonde anche nelle strade della città, fino a raggiungere anche Pristina e Mitrovica. Molti gli artisti area slava ma anche internazionali, come Anna Boghiguian,Hong-Kai Wang, Bouchra Khalili, Michael Rakowitz e Nil Yalter. La seconda edizione, invece, era stata curata da Giacinto Di Pietrantonio, che aveva incentrato la manifestazione sul concetto di rivoluzione, a partire dall’iconica opera di Jospeh Beuys, La rivoluzione siamo noi (ce ne parlava lo stesso curatore in questa intervista).
È stato invece appena nominato Erzen Shkololli come curatore della prossima edizione, che si terrà dal 5 luglio al 5 ottobre 2025. Nato nel 1976, Shkololli attualmente ricopre il ruolo di curatore generale alla Galleria Cukrarna, spazio espositivo per l’arte contemporanea a Lubiana. Ha guidato con successo diverse istituzioni artistiche, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte dell’Albania (2018–2022) e la Galleria Nazionale d’Arte del Kosovo (2011–2015). Sotto la sua guida, entrambe le istituzioni hanno subito trasformazioni significative.
Oltre ai suoi ruoli istituzionali, Shkololli è stato commissario del padiglione inaugurale del Kosovo alla Biennale di Venezia del 2013 e ha curato mostre internazionali, tra cui Edi Hila: Painter of Transformation (2018), un progetto in collaborazione tra la Galleria Nazionale di Tirana, il Museo d’Arte Moderna di Varsavia e la Kontakt Collection di Vienna, We Live Upon a Star (2016), la seconda edizione della Hannah Ryggen Triennale, esposta a Ørland e al Nordenfjeldske Kunstindustrimuseum di Trondheim, in Norvegia. Shkololli è stato anche consulente curatoriale di documenta 14, che fu curata da Adam Szymczyk.
Nel 2013 ha cofondato l’EXIT Contemporary Art Institute a Peja, in Kosovo. Shkololli ha lavorato anche come artista e le opere di sono state esposte in musei come lo Stedelijk di Amsterdam, il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra e il MUMOK di Vienna.
«Essendo il primo kosovaro invitato a curare l’Autostrada Biennale di Prizren, sono onorato dall’opportunità di collaborare con una delle piattaforme più significative di arte contemporanea in Kosovo e nella regione», ha dichiarato Shkololli. «Intraprendere questo progetto è allo stesso tempo una sfida entusiasmante e una profonda responsabilità che affronto con entusiasmo e ambizione. Non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con l’eccezionale team della Biennale per riunire gli artisti in Kosovo e dare vita ai loro progetti».