Lunetta11 è stato un luogo di partigiani e, come vuole la storia, è uno spazio di rivoluzione: non comunica, ma rivela una nuova metodologia di incontri dinamici e multidisciplinari. In un’antica borgata nel comune di Mombarcaro, immersa nei boschi di castagni secolari dell’Alta Langa, Lunetta11 ci invita a una passeggiata di inesauribile curiosità per visitare ogni sua più piccola parte. Ricca di cultura e di una compiuta selezione di artisti ormai consolidati e di nuove promesse dell’arte italiana/internazionale contemporanea, è uno spazio e un progetto espositivo di Eva Menzio, Francesco Pistoi e Claudia Zunino.
Gli artisti sono presentati in un contesto differente rispetto a gallerie o spazi museali. Le opere sono allestite lungo il percorso del parco con opere scultoree di Salvatore Astore, Roberto Barni, Valerio Berruti, Jessica Carroll e Luigi Mainolfi. In Lunetta11, una casa ristrutturata, espongono cinque giovani artisti provenienti da diverse accademie italiane: Caterina Silva, BR1 – con un lavoro inedito concepito per l’evento poster incollati ai cartelloni pubblicitari -, Alessandro Gioiello, Francesco Maluta e Mattia Sinigaglia. Un ufficio e la cappella cinquecentesca di San Rocco ospitano l’allestimento delle sculture floreali dell’artista giapponese Mizokami Kazumasa.
Nel vecchio fienile, una personale di Giulio Paolini, un grande artista che parla attraverso le sue opere e che qui presenta Musa e Cigno. Paolini, artista che lavora con la memoria collettiva, sviluppa la sua poetica tramite infinite riflessioni in un linguaggio che cresce nella ricerca. Citazione, duplicazione e frammentazione sono le principali caratteristiche della sua ricerca, impiegate come espedienti per inscenare la distanza rispetto a un modello compiuto, per fare dell’opera un teatro dell’evocazione. Musa e Cigno, simboli femminili, vivono nello sguardo del momento in una passionale rappresentazione teatrale. Musa, un corpo quasi inafferrabile, uno spazio vuoto che supera i limiti fisici del quadro; Cigno, trasparente cigno racchiuso in cerchi di metallo lucido. L’autore ha curato particolarmente l’atto espositivo, inteso come momento fondamentale dell’incontro con l’opera. A completare l’allestimento nel vecchio fienile, disegni e collage.
Venezia, un posto unico dove formarsi, colma di iniziative studentesche, Claudia Zumino racconta che risulta una situazione ineguagliata da altre città italiane. Francesco Maluta e Mattia Sinigaglia sviluppano opere piene di vita, in continua ricerca. Le grandi tele di Maluta catalizzano. Sono foreste ricche di colori vivi, lucidi e belve feroci di un mondo favolistico. Sinigaglia invece si concentra su un lavoro quasi metafisico. L’artista rielabora alcuni aspetti delle grandi opere rinascimentali, le figure risultano decontestualizzate e sospese, interpretando una situazione umana che supera epoche e costumi. Le opere del torinese Alessandro Gioiello vivono in un tempo eternamente presente. In questa occasione, espone dei collage realizzati appositamente per Lunetta11. Tramite la stampa a getto d’inchiostro, realizza i lavori riprendendo sfondi del ‘500 e ‘600 tipici del Nord Europa. Gioiello presenta la poetica archetipica di un dialogo nel quale il tempo, ingannando la mente nell’annullamento, afferma l’eternità dell’opera.
Un’armonia di colori luminosi, presenza materica, parti sottratte in pittura e linguaggio usato come una gabbia sono la prerogativa nell’opera di Caterina Silvia. L’artista produce tele aperte, di doppia fruizione, disponibili all’immaginazione dell’osservatore. I fiori colorati di Kazumasa accendono di felicità, l’artista, senza retorica, costruisce la gioia di una vita spontanea non soffocata dall’eccessivo. Le Api, l’alveare di Carroll, un’opera scultorea in ceramica sono un ritorno alla purezza. BR1 attraverso i suoi lavori, coglie aspetti di culture extraeuropee, rigenera e rinnova un tessuto sociale statico. I suoi poster restituiscono lunetta al territorio e agli abitanti stessi.
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