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Connessioni d’arte: il Premio Piero Siena 2024 arriva al Madre di Napoli
Arte contemporanea
di redazione
Le sale del museo Madre di Napoli ospitano una selezione di opere di Santiago Torresagasti e Nadia Tamanini, vincitori rispettivamente del primo e del secondo premio dell’edizione 2024 del Premio Piero Siena. Istituito dalla Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Ripartizione Cultura italiana, e curato da Paola Tognon, il Premio Piero Siena viene assegnato a cadenza biennale e mira a sostenere concretamente le carriere di artisti emergenti locali, creando, al contempo, connessioni virtuose tra istituzioni culturali. La sua missione si riallaccia idealmente al lavoro di Piero Siena (1912-2003), pittore, critico e storico dell’arte, fondatore e primo direttore di Museion di Bolzano, la cui visione continua a ispirare le politiche artistiche del territorio.
La prima edizione del 2022 fu vinta da Nicolò Degiorgis, con un’opera entrata a far parte della Collezione del museo MAXXI di Roma, e da Silvia Hell e Claudia Corrent. L’edizione 2024 del Premio Piero Siena ha visto la collaborazione rinnovata con Museion e l’inedita partnership con la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Museo Madre di Napoli, rafforzando la rete di scambi tra musei italiani e confermando la capacità del premio di favorire un dialogo proficuo e duraturo tra realtà diverse.
Eva Fabbris, direttrice del Madre, ha sottolineato come questa sinergia superi i confini locali, valorizzando la scena artistica altoatesina su scala nazionale e internazionale. Un pensiero condiviso da Marco Galateo, Vicepresidente della Provincia autonoma di Bolzano e Assessore alla Cultura italiana, che ha ribadito il ruolo cruciale delle politiche culturali nel creare opportunità concrete per gli artisti emergenti.
Il percorso di selezione ha coinvolto due giurie: la prima, composta da Frida Carazzato, Valentina Cramerotti e Paola Tognon, ha stilato una shortlist di dieci artisti selezionati tra coloro che, negli ultimi 25 anni, hanno beneficiato del sostegno dell’Ufficio Cultura italiana della Provincia di Bolzano-Alto Adige. La seconda giuria, formata da Eva Fabbris, Bart van der Heide, direttore di Museion, e Paola Tognon, ha decretato i vincitori. Le opere di Torresagasti sono entrate nella collezione del Madre, mentre quelle di Tamanini sono confluite nelle raccolte di Museion, a testimonianza di uno scambio concreto.
Nato a Buenos Aires nel 1991 e residente a Bolzano, Santiago Torresagasti ha incentrato la sua indagine sui temi della memoria e della rappresentazione. Nelle sue opere tenta un superamento dei limiti spaziali, temporali e ideali, aprendo visioni che trascendono il dato immediato. Particolarmente significativa è la sua opera in continuo sviluppo Vermisst, che affronta l’impossibile sfida di costruire un racconto visivo sulle persone scomparse. Questo progetto, dal sapore tanto paradossale quanto poetico, mira a mappare le diverse città del mondo attraverso la storia di chi ha scelto di sottrarsi alla vita condivisa, distaccandosi dall’approccio documentaristico e osservando i luoghi attraverso la lente dell’assenza.
Tra i lavori in mostra al museo Madre, Vermisst (la beffa) (2024), un’opera site-specific per Napoli dedicata alla figura enigmatica di Ettore Majorana, giovane e promettente fisico la cui scomparsa, avvenuta tra marzo e aprile 1938, è ancora avvolta nel mistero.
La ricerca di Nadia Tamanini (Trento, 1987), anch’essa di base a Bolzano, intreccia poesia visiva, installazioni site-specific e performance. La sua ricerca esplora le connessioni tra vita, linguaggio e simbolismo, tra visibile e invisibile, silenzio e parola, corpo e identità, in una narrazione fluida e stratificata che si sviluppa senza vincoli lineari. Tra le opere in esposizione spiccano Scartamodello #0 – Ojalà un ojal (2023) e Tracciata (2023).
Prima di approdare al Madre, i lavori dei due artisti sono stati presentati al Centro Trevi-TreviLab di Bolzano durante l’estate 2024. L’inaugurazione napoletana del 19 dicembre 2024 ha coinciso con l’apertura della mostra collettiva Gli Anni, che mette in dialogo la collezione permanente del Madre con opere provenienti da importanti raccolte pubbliche e private.
La mostra di Torresagasti e Tamanini sarà visitabile al museo Madre fino al 20 gennaio 2025.