Cosa vuol dire misurare? Soprattutto cosa si misura? Siamo abituati a tenere traccia dello scorrere del tempo, delle distanze percorse, dei pesi, dei volumi, delle forze fisiche che ci circondano. Generiamo una moltitudine di dati che ruotano attorno all’atto del misurare, tuttavia, cos’altro misuriamo? Il 20 gennaio 2024, spazioSERRA ha presentato la sua nuova stagione espositiva dal titolo suMISURA. Il tema è un’ispirazione diretta alle caratteristiche proprie dello spazio, uno spazio d’arte e per l’arte che fa propria la sua architettura, la sua corporeità. suMISURA nasce da questo, da un elemento architettonico in un contesto puntuale, misurato sia nelle forme sia nelle relazioni che genera. Ecco allora che si palesano regole, rapporti e sincronie di uno spazio vetrina, un corpo trasparente che diviene luogo germinale per l’arte.
Cosa si misura? Si misurano i corpi, i linguaggi, le relazioni, le soggettività e i polimorfismi. Lo spazio stesso diviene un luogo sperimentale in cui quelle stesse regole spaziali che lo caratterizzano vengono enfatizzate, modellate, plasmate, sfruttate e scavalcate.
Nicola Rossini ha inaugurato la stagione espositiva con una performance che misura i corpi, anzi, il proprio corpo. Dal titolo Coriandoli, l’opera performativa ha visto Rossini chino su una scrivania mentre, in modo meditativo, era intento a generare coriandoli, coriandoli del suo corpo, coriandoli di se stesso. L’artista, dopo aver realizzato delle stampe in scala 1:1 di alcune parti del suo corpo, tramite l’ausilio di una macchina foratrice è intervenuto sulla materia, lavorando sul corpo, sulla “misura” che si riduce in pezzi sempre più piccoli. Vi è una frammentazione corporea, vi è una moltiplicazione delle parti.
In maniera ironica Rossini riflette su un paradosso del pensiero. «Dividere ciascuna delle difficoltà da esaminare nel maggior numero di parti possibili e necessarie per meglio risolverle. Bisogna suddividere ogni problema complesso nei suoi elementi più semplici». È ciò che dice il metodo cartesiano. Ma questo è sempre vero? Siamo portati a scomporre l’unità, i corpi, i problemi. Riduciamo tutto nella sua forma più semplice nel nome della chiarezza, ma a quale costo?
Rossini mostra come il tentativo di ridurre tutto, ogni complessità, ogni soggettività in parti sempre più piccole genera solo corpi frammentati, rotti e privi di identità. Frammentando il proprio corpo si rischia solo di rimanere con un cumulo di coriandoli scomposti.
Nei prossimi mesi, nel corso dell’intera stagione verrà affrontato il tema della misura sotto plurimi aspetti e soprattutto verrà esposto sotto molteplici forme. Oltre a Nicola Rossini, spazioSERRA vedrà esposte le opere di: Zeroscena (15 febbraio – 22 marzo), Martina Cioffi (30 maggio – 30 giugno), XAARCHIVE STUDIO (19 settembre – 19 ottobre) e Mosa One (21 novembre – 20 dicembre).
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