Un dialogo pittorico sospeso e alternato tra gli ambienti di Spaziomensa confronta e raffronta le poetiche nette e distinte degli artisti Marco Eusepi e Sergio Sarra nelle determinazioni di un’essenza formale nitida e definita, originaria, audace e libera, che si orienta nella percezione visiva come atto conoscitivo aristotelico, in se’ sostanziale, teoretico e poietico.
La mostra “Cose Viste” presso l’artist run space evidenzia e indaga la dimensione del fare pittorico come pratica quotidiana incessante che trova luogo nello sguardo e si concreta e rinasce nella biunivocità oggettuale del quadro, posto nella sua presenza tridimensionale, materiale e corporea, composta in forza di un gesto fluido ed essenziale, o demarcata in campiture soffuse e commiste, delimitate lungo linee di confine, confluenti quanto icastiche.
In una dialettica rispondente, opere e spazio espositivo agiscono in consonanza tra ordinamento e disposizione, misura e dismisura all’interno ed al di là di un finis, in una linea confinaria che traccia e richiama la passata identità del luogo e la nuova realtà culturale: frontiera mobile che si espande e traversa una spazialità definibile, configurando una zona in cui convivono ordine desultorio, contiguità e contatto persistente.
Le opere si poggiano lungo questa prospettiva visuale, accentuata dalla scelta installativa di una mensola giallo fluorescente come base portante dei lavori, così da interloquire con un prima e un dopo, includendo e trasponendo ciò che resta di un ambiente dalla marcata funzionalità; come scrive Lorenzo Bruni nel testo critico che accompagna la mostra: «Le tracce della vita precedente degli spazi (adibiti a mensa) si stratificano così con quelle della pittura in un dialogo che si fa propositivo e non rappresentativo».
Nella serie Female Figure di Sergio Sarra la figura diviene compresenza e delimitazione di territorialità plurime unite e delineate da traiettorie sottili e decise che separano e intersecano le velature equilibrate in tonalità terse, profilate nell’articolazione di un fondo sublimato nell’incontro tra cromie tenui e soffuse.
Ogni linea sembra racchiudere la mappatura di una entità visiva fruibile e contemplabile all’interno di un’epidermide pittorica che traccia sentieri modulati in frontiere relazionali, in isole corporee mutabili e interconnesse.
Nella pittura di Marco Eusepi la linea è elemento costruttivo e primario che si vivifica nella gestualità e nell’intensità del confronto con la tela, in cui lo sguardo trova e scopre tocchi cromatici, a volte energici e a volte lievi, dove l’elemento naturale è una eco radicata in ulteriori e altre visioni, un accento trasposto e trasceso in una poiesi cosciente.
Nell’opera Untitled (Platani) l’essenza di una corporeità arborea si offre come dialettica del segno, contrapposto al fondo neutro della tela: ordinamento omnicomprensivo, al contempo misura e regolazione di un dentro e di un fuori su cui l’anatomia vegetale si compone come una struttura vitale e dinamica che lo sguardo cattura in istanti sempre uguali e sempre diversi, fermati sulla tela eppure fuggevoli, vibrati in ritmicità lineari.
Dalla sovrapposizione e sovraesposizione visiva dell’interfaccia informatica e dell’immagine digitale che caratterizza la contemporaneità, la pittura di Marco Eusepi e Sergio Sarra interroga il vedere e rivedere, l’esplorazione e riflessione propria del procedimento pittorico, recuperando la funzione rivelatoria che integra il processo visivo esperienziale, primario e subitaneo, con il far affiorare, il tornare a vedere o scoprire di nuovo, oltrepassando la realtà oggettiva – nella sua derivazione latina da obiectum: “ciò che è posto innanzi”- e la sua presenza incontrovertibile.
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