“Dedicato ai cattivi, che poi così cattivi non sono mai” cantava una Bertè in piena era Fossati, quarantanni prima che Cosimo Veneziano ci sintetizzasse “Biomega Multiverso” dicendo «M’interessava dare spazio ad un predatore». Un cattivo quindi, tosto ma dall’aspetto gentile, una leggiadra farfallina pantografata in delicatissimo oro su marmo nero, simbolicamente posta sull’altare. Difatti siamo in chiesa, nell’ex-luogo di culto intitolato a San Sebastiano in Borgo, un ambiente la cui decadenza avrebbe fatto uscire di testa qualsiasi protagonista di grand tour sette-ottocentesco. Si fa tappa nel cuneese, a Serralunga D’Alba, tra Barolo e Dogliani per intenderci, un territorio che non ha bisogno di molte presentazioni. Come Fondazione La Raia del resto, organizzatrice del tutto presso il proprio “distaccamento” di Tenuta Cucco. In un’area di eccellenze agroalimentari il progetto di Veneziano, lavorato con l’ausilio del Dipartimento di Neuroscienze dello IULM di Milano, analizza il nostro rapporto con le immagini basandosi su ciò che mettiamo in “pancia”, introducendoci anche alla nozione di neuromarketing, disciplina capace di unire lo sviluppo di prodotti da mangiare con gli occhi ad un giro d’affari niente male. Quanto “bello” poi sia effettivo sinonimo di “buono” è un altra storia, l’importante è che vi condizioni tra gli scaffali del supermercato, mentre scegliete e pregustate con lo sguardo, in una filiera dell’apparenza che premia chi produce la merce più invitante. In questo rigiro i consumatori sono si condizionati, ma pur sempre popolo sovrano nell’indirizzare i profitti della grande distribuzione.
E senza il loro supporto “Biomega Multiverso” non sarebbe così com’è, site specific giocato su tre colori (nero, argento e oro), a detta dell’artista condizionati – a loro volta – dall’ambiente denso-cromatico che li ospita. Un ordinato sistema rappresentativo dove a farla da padrone sono prodotti cari alla nostra alimentazione, serigrafati per riportare immagini «Meno fredde delle originali» racconta Veneziano. Meno fredde significa immediatamente iper-poetiche nel loro effetto argenteo di “quasi evanescenza”, con quella punta di caravaggismo mai scaduto in ogni elemento chiamato a materializzarsi dal nero-fondo, quasi a voler scomporre sintatticamente i prodotti contenuti in un’intera Canestra di frutta. Come racchiudere Eros e Thanatos in unica soluzione, “Biomega Multiverso” porta l’apice della bellezza/abbondanza di fronte al suo presumibile declino, schiera vittime perfette posizionandole quasi in adorazione della piralide-killer della loro stessa perfezione. Nel mezzo non può mancare il perno di giunzione, nella logica di Veneziano identificato da quei consumatori condizionati e sovrani, un campione di venticinque teste che tramite i loro occhi – e con la sofisticata tecnica dell’eye tracker, punta di diamante con cui il neuromarketing studia cosa ci cattura in un’immagine – hanno inconsapevolmente ridotto un cespo di lattuga in ricamo oro a macchina. Da un estremo serigrafie argento, subito dopo le stesse figure ridotte a silhouette brillanti, espressioniste nel rimodulare la realtà delle cose in maniera grossolanamente lineare e sommaria. E in fondo lei, l’Ostrinia nubilalis, quella farfalla che finisce per distruggere tutto. Sulle immagini Veneziano non produce scarto, le sfrutta fino all’osso per produrre un’installazione dove il valore artistico è al tempo stesso immagine “non edibile” dei nostri desideri alimentari. Perché una volta eravamo quello che mangiamo, oggi siamo quello che immaginiamo (di mangiare).
Andrea Rossetti
mostra visitata il 18 luglio 2019
dal 18 luglio al 15 settembre 2019
Cosimo Veneziano – Biomega Multiverso
a cura di Ilaria Bonacossa
Tenuta Cucco, Chiesa di San Sebastiano in Borgo
Piazza Umberto I, Serralunga D’Alba (CN)
Orari: su appuntamento
Info: +39 02 48547810; www.fondazionelaraia.it; info@tenutacucco.it
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