Dal Classico all’Avanguardia, la pittura secondo Verdiana Bove

di - 11 Ottobre 2023

Il tessuto della pittura di Verdiana Bove è un ordito in tensione fra la luce e l’ombra, la materia piena e il vuoto, la memoria e l’oblio. Lo sguardo dell’artista si posa sulla classicità e su maestri ideali, da Mark Rothko (con il quale condivide la concezione dell’arte come espressione di trascendenza primordiale, di attesa dell’Assoluto) a Gerhard Richter (da cui mutua la fotografia non più semplicemente come un promemoria, un aide-mémoire, ma in quanto soggetto e insieme oggetto di quadri che rappresentano la traduzione da un mezzo espressivo all’altro). Ne derivano figure, luoghi e cose suggeriti dalle fotografie degli album di famiglia, ma scuoiati da ogni artificio e retorica dell’immagine, immersi nella quiete ambigua di un tempo indefinito.

È un dipingere su tela con delle basi a gesso piegando ogni elemento ai suoi motivi interni. È un escavo interiore, solitario e turbato, dai contenuti autobiografici e memoriali, nel mondo degli affetti radicali. Un processo compiuto incedendo in una materia densa di stratificazioni, corrosa di velature stese da continui ritorni della mano nello stesso punto. Ed è qui che vanno delineandosi, senza distinguersi nettamente dal fondo, le figure scontornate da qualsivoglia riverbero mondano, vicine alla propria essenza pura, ideale. Quasi delle epifanie informi o, meglio, informali.

Verdiana Bove, Aspetto che passi, 2022. Olio su tela, 180 x 100 cm. Foto: Nicola Russo

In questo senso Bove è una pittrice astratta. La sua è una ricerca di “assolutezza” e austerità impressa dal modello morandiano, anche nella censura della varietà coloristica che, certo, renderebbe più piacevole all’occhio la pittura, col rischio però sempre dietro l’angolo dell’edonismo. Da qui l’ombra come condizione stessa della pittura di Bove. L’immagine, come in una fotografia dell’amatissimo Luigi Ghirri, emerge da un suolo memoriale oscuro con tutte le smagliature impresse sulla propria epidermide dal lento viaggio verso l’emersione nella luce.

Verdiana Bove, Aspetto che passi, 2022. Olio su tela, 180 x 100 cm. Foto: Nicola Russo

La pittura porta il peso di tutto il senso di oblio che la zavorra e minaccia di ricacciarne la memoria a ogni passo nell’oscuro territorio delle origini. Ciò che Antonin Artaud definiva la souffrance du pré-natal. Ecco spiegata la nostalgia che permea l’opera dell’artista. Nostalgia come desiderio felice di superamento dell’ombra.

Articoli recenti

  • Mostre

L’intruso inventato cioè l’asfalto veneziano: l’inaspettata riflessione in mostra a Venezia

Fino al 31 agosto è visitabile, presso lo spazio Panorama di Venezia, l’esposizione dal titolo “L’intruso inventato cioè l’asfalto veneziano”,…

13 Agosto 2024 0:02
  • Fotografia

Scenari Urbani: fotografare è mettersi in relazione con se stessi. Gli scatti di Francesca Iovene

La piattaforma Scenario presenta "Scenari Urbani", serie dedicata all'intersezione tra fotografia, territorio e paesaggi umani. In questa puntata esploriamo la…

12 Agosto 2024 15:00
  • Libri ed editoria

Un libro al giorno: Il tempo della rivolta di Donatella di Cesare

Torna la rubrica "Un libro al giorno", per presentare romanzi e saggi, ultime pubblicazioni e grandi classici. Non solo arte…

12 Agosto 2024 15:00
  • Mercato

Aste, le opere più costose di Miriam Cahn

Corpi vulnerabili, colori acidi, paesaggi da incubo. Sguardo alle tele inquietanti di Miriam Cahn e alla risposta del mercato, che…

12 Agosto 2024 9:00
  • Fotografia

L’arte della fotografia di scena: la mostra di Marcello Norberth nelle Marche

In occasione del Ginesio Fest, San Ginesio celebra Marcello Norberth con la prima retrospettiva dedicata al maestro della fotografia di…

12 Agosto 2024 8:16
  • Mostre

Game Over. La prospettiva politica di Giuseppe Stampone

Anche questa estate il borgo medioevale di Castelbasso si trasforma in borgo della Cultura grazie all’attività della Fondazione Malvina Menegaz…

12 Agosto 2024 0:10