Era considerato poco più di un complemento d’arredo di dubbio gusto e, invece, potrebbe trattarsi di un’opera di Pablo Picasso dal valore di più di 6 milioni di euro: si tratta di un dipinto ritrovato casualmente nel 1962, nella cantina di una casa di Capri, da Luigi Lo Rosso, rigattiere all’epoca 24enne, che decise di tenere la tela con sé, per appenderla nella sua abitazione di Pompei. Qui, l’opera, che presenta la firma del capostipite del Cubismo nell’angolo in alto a sinistra, è rimasta per i decenni successivi, nonostante le rimostranze della moglie di Lo Rosso, per la quale era semplicemente «Orribile». Ma adesso gli esperti, consultati dal figlio di Luigi, Andrea Lo Rosso, ritengono che potrebbe essere un ritratto di Dora Maar, la grande artista e fotografa francese che ebbe una intensa relazione con Picasso.
Dopo la morte del padre, è stato proprio Andrea a insospettirsi sulla possibile autenticità dell’opera, decidendo alla fine di rivolgersi a un team di esperti per chiarire ogni dubbio. Dopo anni di indagini e di pareri, un punto di svolta sembra essere arrivato: Cinzia Altieri, grafologa e membro del comitato scientifico della Fondazione Arcadia, che si occupa di valutazioni, restauri e attribuzioni di opere d’arte, ha confermato che la firma sul dipinto è proprio quella di Picasso. «Ci ho lavorato per mesi, confrontandola con alcune delle sue opere originali. Non c’è dubbio che la firma sia sua. Non c’erano prove che suggerissero che fosse falsa», ha dichiarato Altieri.
Dalla Fondazione Picasso, però, non sono convinti ma sono proprio loro ad avere l’ultima parola sull’autenticità del dipinto, che adesso è custodito in un caveau a Milano. Fino a ora la Fondazione non ha mostrato alcun interesse nell’esaminare l’opera ma il loro parere sarà dirimente per una valutazione realistica dell’opera. Nel catalogo ufficiale di Picasso – che fino alla sua morte, nel 1973, realizzò più di 14mila opere – c’è già un ritratto di Dora Maar, uguale a quello in possesso del rigattiere. Luca Marcante, presidente della Fondazione Arcadia, ritiene che possano esistere due versioni dell’opera. «Potrebbero essere entrambe originali», ha dichiarato al quotidiano Il Giorno. «Probabilmente sono due ritratti, non esattamente uguali, dello stesso soggetto dipinti da Picasso in due momenti diversi. Una cosa è certa: quello trovato a Capri e ora conservato in un caveau a Milano è autentico». Marcante presenterà ora le prove alla Fondazione Picasso.
Picasso ha dipinto molti ritratti di Maar nel periodo in cui sono stati insieme e molti di questi sono oggi esposti in importanti collezioni museali. Il record d’asta per un dipinto di Maar di Picasso è stato stabilito nel 2006, quando Sotheby’s New York ha venduto Dora Maar au chat (1941) per 95,2 milioni di dollari. Tuttavia, per raggiungere quotazioni anche solo lontanamente comparabili c’è ovviamente bisogno dell’autentica della Fondazione.
Un altro ritratto femminile, con soggetto identificato in Dora Maar e realizzato nel 1938, fu trafugato nel 1999 dallo yacht di proprietà del miliardario saudita Sheikh Abdul Mohsen Abdulmalik Al-Sheikh, mentre si trovava ancorato ad Antibes per lavori di ristrutturazione. L’opera è stata poi ritrovata nel 2019 dall’investigatore olandese Arthur Brand, “l’Indiana Jones” dell’arte.
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