Giovanni Gaggia, La notte di San Paolo, video, riprese e montaggio Natascia Giulivi, sound Pietro de Ruggeri, 2024, ph Michele Alberto Sereni
Lâentrata è celata, si fa quasi fatica ad accedere o, per meglio dire, a discendere. Câè persino un certo turbamento. Ma dopo un passo il salto di piano è immediato: il nero di un ordine separato, sospeso nel tempo, è solcato dalle sole luci artificiali provenienti da un braccio telescopico sospeso e da fotogrammi in libera proiezione. Al cuore di questo nero il suo tesoro nascosto: cinque frammenti, cinque diversi gradi di perfezione.
Queste le prime impressioni che suscita lâultima installazione di Giovanni Gaggia, curata da Claudio Composti e inaugurata lo scorso venerdĂŹ 21 giugno presso Pelicula, lo studio fotografico di Michele Alberto Sereni a Pesaro. Segnando uno degli snodi principali del vasto ordito di Blu: il colore della cuccagna, il progetto di Pesaro 2024 â Capitale Italiana della Cultura, lâopera è stata presentata in anteprima allâinterno del calendario artistico di Sondare LâAltrove.
Ed è appunto in un altrove che essa è collocata: immagine quasi sacrale che potrebbe trovare nella bellezza la sua sola ragione dâessere. Ma di altri altrove parlano i cinque âfruttiâ esposti, cinque bulbi che nello scaturire dalla modulazione del medesimo materiale ceramico individuano un movimento, un ritmo, un continuo passaggio di stato. Allâorigine dellâoperazione sta la volontĂ di unire la tradizione della maiolica di Casteldurante con lâantico costume marchigiano di predire il tempo mediante la cosiddetta lettura delle cipolle; ma se la terra che racconta dichiaratamente Gaggia è quella che plasma unâidentitĂ collettiva, essa è anche sedimento individuale.
Lâartista sembra cioè incoraggiarci allâautoriflessione psicologica, per raggiungere e portare a maturazione quei frutti dimenticati che tutti portiamo dentro. Come nei racconti mitici della trasmutazione alchemica â che con la lettura delle cipolle sembra ormai condividere il fascino sottile di un sapere magico perduto ma che ancora può dirci molto â è infatti lâoro il traguardo finale del processo di questa purificazione, che dal nero muove in avanti cambiando di colore (e di qualitĂ ). Lâuso del prisma dellâarte ceramica non suggerisce però la perfezione quale punto di arrivo obbligato, quanto piuttosto la necessitĂ di un continuo cammino di miglioramento e accoglienza che protende verso qualsiasi Altro, verso qualsiasi Altrove.
Una declinazione prettamente collettiva è stata assunta nel progetto site-specific di Gea Casolaro, concepito per il rione delle Tinte di Pergola, presentato il 29 giugno. Nel luogo piĂš danneggiato della cittĂ dallâalluvione del 2022, a seguito di un intenso confronto con la comunitĂ pergolese, lâartista ha guidato la piantumazione di 150 fiori blu (Lobelia) per formare la scritta PASSARE IL GUADO, come recita il titolo dellâopera stessa. Per tornare allâoro giĂ citato, lâimpresa allude con forza alla pratica giapponese del Kintsugi, estesa però alla scala urbana. Lâintento è quello di sanare la ferita senza nasconderne la cicatrice, ma anzi impreziosendone il ricordo e il portato simbolico. Medici della propria casa saranno i cittadini stessi, responsabilizzati verso lo spazio vivo e pulsante della cittĂ , sospinti a contemplare la perfezione della natura nella sua inesauribile bellezza collaterale, al di lĂ del bene o del male.
Quella che tratta la mostra Cartolina BLU, curata da Milena Becci (dal 29 giugno â Casa Sponge, Pergola) è invece una perfezione di tuttâaltro tipo. Alla base un semplice quanto sconfortante concetto: nel sempre piĂš controverso ambito della comunicazione e delle relazioni umane, alla compiuta potenza ed efficienza dei media si va contrapponendo un progressivo annullamento di senso. Ă nel tempo della perfetta visione, del mondo esperito in 4k che Becci costringe pertanto lo sguardo di 35 artisti marchigiani al formato ristretto del biglietto postale, alla dimensione impalpabile, impressionistica e dunque necessariamente inedita e creatrice del ricordo e della visione interiore.
A chiudere il cerchio degli eventi di giugno di Blu: il colore della cuccagna, al pari dellâopera di Gaggia si torna dunque alla rinascita non come traguardo tecnologico, bensĂŹ come ricerca ed espressione personale, dove anche lâimperfezione e lâanomalia divengono sinonimo di autenticitĂ e veritĂ .
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