Il MAXXI L’Aquila ospita a Palazzo Ardinghelli la mostra Diario notturno. Di sogni, incubi e bestiari immaginari a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Chiara Bertini e Fanny Borel. Il titolo, omaggio all’opera letteraria di Ennio Flaiano, conduce il visitatore ad immergersi in una dimensione intima e sotterranea, un’esperienza paragonabile al sogno lucido. Visioni immaginifiche e perturbanti, ibridismi di forme animali, vegetali, fossili e digitali, rivelano la risposta di tredici artisti internazionali ai mutamenti antropologici e culturali del contemporaneo.
Percorrendo lo scalone monumentale che conduce al piano nobile di Palazzo Ardinghelli, il visitatore-onironauta è accolto da The Stuffed Shirt Chorus, 2023 di Anna Franceschini, una screen-less animation dove una stira camicie antropomorfa mostra un’umanità tronfia, un “pallone gonfiato” che si erge faticosamente e spalanca le braccia per poi abbandonarsi ad un inchino profondo seguendo una partitura di gesti stabilita dall’artista attraverso lo sviluppo di un algoritmo. Seguono i due manichini della serie Yet Another Unrealistic Standard, 2022 di Caterina De Nicola, che ispirandosi alla cultura noise sovverte i canoni di una corporeità standardizzata attraverso il cortocircuito agente vs agito, generato tra la parte superiore e inferiore dei corpi.
Un’umanità famelica ed ingorda è quella rappresentata dall’estetica afrofuturista di Wangechi Mutu in The End of Eating Everything, 2013 dove la cantante Santingold, trasformata in una sorta di creatura mostruosa, una megastruttura organica, ingoia voracemente uccelli meccanici fino ad esplodere, ritornando in forma ameboide all’interno di un brodo primordiale, preludio dell’inizio di un nuovo ciclo. Una riflessione sul corpo più intima e personale anima la ricerca su l’Homo aquaticus di Agnes Questionmark che si formalizza nell’opera xenomorfa Draco Piscis, 2023 una creatura marina, alter ego dell’artista, dalla forma fluida, impossibile da cogliere nella sua interezza. Una riflessione sulla medicalizzazione del corpo, sul concetto di mostruosità che accompagna il tema della metamorfosi d’identità all’interno di una dimensione transessuale ed interspecie.
Continuando ad addentrarsi, questa volta negli abissi del deep web, si incontrano storie di disagi personali e di pulsioni recondite che abitano l’animo umano, imprigionate nella dimensione digitale dell’opera video Counterfeit Poasts, 2022 di Jon Rafman. Dagli stessi abissi proviene I Carry you inside Me, 2021 di Bea Bonafini una creatura mitologica in cui lo scheletro di una balena si combina ad elementi antropomorfi attraverso un intarsio tessile di materiale di recupero. L’opera attinge, utilizzando un’espressione dell’artista, ad un’archeologia dei sogni e apre la riflessione sugli ecosistemi condivisi e sulle identità interspecie, come le sculture di Giulia Cenci The oldest, 2021 e Macello, 2021 dove materiali di scarto e di riciclo industriali generano forme biomorfe innestate in protesi artificiali, creando presenze tra l’evanescente e il fossile.
Al passato attinge anche il collettivo Numero Cromatico attraverso gli 80 pittogrammi realizzati su 96 mila tessere di una grande tenda Resterai con me per tutta la notte, 2023. Dalle rune ai pixel, lo strumento di divinazione viene ricontestualizzato e offerto alla lettura dell’onironauta. Un linguaggio criptico come il mondo poetico di Valerio Nicolai, Castello in corridoio, 2023 e Due battitori e un pollo bis/ Pollo in acquario, 2023 in bilico tra quotidianità e metafisica e il mondo equivoco di Thomas Braida, Brain Soup, 2023 e Pisciatina ad alta quota, 2022 atmosfere stranianti dominate da un senso di sospensione e instabilità rivelano mondi nuovi in cui tutto è possibile.
Nuove narrazioni, come quelle generate dai vocabolari visivi di Alice Visentin, una costellazione di dischi sospesi, Planète, 2021 dove il sogno attinge alle memorie infantili. Al mondo dell’infanzia appartengono anche i personaggi delle opere pittoriche di Guglielmo Castelli, Childhood shows the man, 2023 e Dressage, 2022 corpi “senza gravità ” sospesi in una dimensione malinconica, contraddistinta da un senso di irrisolto e fragilità . Un mondo infantile solitario come quello di Ludwig, 2018 protagonista del video di Diego Marcon intrappolato nel canto ossessivo del dramma esistenziale occidentale. Inserito all’interno del percorso espositivo come una sorta di metasogno, il progetto Giuseppe Stampone e le fotografie storiche di Scanno della collezione Franco e Serena Pomilio, pone una serie di nuove opere dell’artista abruzzese in dialogo con le opere di Gianni Berengo Gardin, Henrì Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Hilde Lotz-Bauer, Mimmo Jodice e Ferdinando Scianna. Giuseppe Stampone riproduce interni domestici alla maniera della pittura fiamminga seicentesca dove il ritmo sequenziale e narrativo della storia viene annullato in favore di una circolarità metafisica e surreale. A chiudere il percorso espositivo, le macchine-cinema di Anna Franceschini, tre sculture cinetiche The Lady Vanishes in a Triangular Reflection, 2023 The Witness, 2023 Smooth Operators, n.4, 2022 dove l’universo femminile incontra il concetto di automa, trappole visive in cui mani vellutate e sensuali sfiorano l’onironauta attraverso il riflesso, appena prima del risveglio.
INFORMAZIONI
Diario Notturno. Di sogni, incubi e bestiari immaginari
A cura di Bartolomeo Pietromarchi, Chiara Bertini e Fanny Borel
Visitabile dal 3 dicembre 2023 al 3 marzo 2023
Orari: il giovedì dalle 9 alle 13- dal venerdì alla domenica dalle 11 alle 19.
Per il periodo natalizio, dal 21 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024 aperto tutti i giorni dalle 11 alle 19, ad eccezione del 24 e 31 dicembre (apertura 10 – 13) e 25 dicembre (chiuso)
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