Uno spazio fresco e dinamico, dedicato all’arte emergente e alle sperimentazioni. La nuova Candy Snake Gallery aprirà le sue porte il 15 settembre, a Milano, in via Lambertenghi 6, quartiere Isola, e parte con le idee molto chiare e le ambizioni dichiarate: la contemporaneità nelle sue sfaccettature e nei suoi linguaggi. Diretta da Andrea Lacarpia, già direttore artistico di Dimora Artica, project space fondato nel 2013, Candy Snake Gallery affiancherà, alla programmazione espositiva onlife, anche una modalità fruitiva online, con le opere pubblicate sul sito web e su Instagram.
Primo passo, in piena Art Week milanese, una collettiva, “Weird Matter”: a esporre saranno Filippo Cegani, Matteo Gatti, Naomi Gilon e Bogdan Koshevoy, cinque artisti nati tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90, dalle ricerche eterogenee ma accomunate da un certo gusto per il reale contemporaneo, in tutte le sue ibridazioni e nei suoi paradossi, tra mitologia e kitsch, weird appunto. Ci racconta tutto Andrea Lacarpia.
Come è nata Candy Snake Gallery e quale sarà la sua linea di ricerca?
«Era da tempo che maturavo la volontà di sviluppare un’idea di galleria fresca, aggiornata sulla produzione dei giovani artisti internazionali e dalle modalità di comunicazione immediate, finalizzate a favorire il collezionismo. Una volta trovata una sede fisica adatta e con il graduale rientro dell’emergenza sanitaria ho deciso di partire con il nuovo progetto. La scommessa è di riuscire a coniugare la tipologia di scelte curatoriali che ho sviluppato negli ultimi anni di attività del project space Dimora Artica e un approccio chiaramente commerciale».
Proseguirà anche l’attività di Dimora Artica?
«Dimora Artica prosegue con la propria attività ma con un maggiore apporto di Deborah Maggiolo, giovane curatrice che già mi affianca nella direzione artistica».
Candy Snake Gallery apre a Isola, che quartiere è Isola oggi per l’arte contemporanea?
«Sono davvero felice di aprire in Isola, quartiere dinamico strategicamente posizionato vicino ai nuovi grattacieli di Porta Nuova, vicino al centro ed in cui sono presenti diverse gallerie, spazi e librerie d’arte».
Quali pensi siano, in questo momento storico, la principali sfide di una nuova galleria?
«La sfida principale è crearsi un’identità propria e non limitarsi a seguire la corrente imitando gli altri. Inoltre credo sia importante colmare la distanza tra le gallerie e le persone implementando i mezzi digitali e favorendo la frequentazione fisica delle gallerie. Sono molte le persone che potrebbero appassionarsi al contemporaneo ma che non frequentano le gallerie perché intimorite da un contesto che sembra autoreferenziale, dalle informazioni poco chiare e dal timore che i prezzi delle opere siano sempre eccessivi. Per questo tutte le opere presentate da Candy Snake Gallery saranno visibili nel sito web e nel profilo instagram della galleria, con informazioni sintetiche e chiare comprendenti il prezzo dell’opera. Vorrei organizzare anche delle mostre popup in luoghi non espositivi, in modo da avvicinare nuove persone all’arte contemporanea».
Con quali artisti inauguri l’attività della galleria? Quali sono le principali caratteristiche delle loro ricerche?
«Alla Candy Snake Gallery ci saranno principalmente mostre collettive, ma non mancheranno dei focus su singoli artisti. Partiamo il 15 settembre con la mostra collettiva Weird Matter, in cui vengono presentate le opere di quattro artisti dalle diverse esperienze internazionali, nati tra il 1989 e il 1996: Filippo Cegani, Matteo Gatti, Naomi Gilon e Bogdan Koshevoy. Filippo Cegani realizza i propri dipinti utilizzando l’aerografo e pennelli per ottenere dettagli minuziosi e uno sfondo vaporoso, con un’estetica tra il post-digitale e i poster anni ‘80. La sua ricerca esprime il rapporto tra fragilità e aggressività, come nei dipinti in mostra in cui gli intricati rovi del lettering heavy metal nascondono frasi sentimentali. Dopo aver lavorato su una visione orizzontale dell’evoluzione naturale in diversi progetti installativi polimaterici, alla Candy Snake Gallery Matteo Gatti presenta una nuova serie di disegni dal tratto iperrealista in cui unisce elementi opposti con un approccio ludico. Naomi Gilon lavora sulle possibilità di trasformazione del corpo ispirandosi alla narrativa speculativa e ampliando l’area di interesse al design e alla moda. Le sue sculture di ceramica smaltata, in cui compaiono zampe dai lunghi artigli, sono spesso anche oggetti d’uso, come vasi per le piante e candelabri. Infine, nei propri dipinti Bogdan Koshevoy fa rivivere edifici ucraini abbandonati o distrutti per far spazio ad anonime nuove costruzioni, in contesti bucolici in cui accadono scene bizzarre, delineando uno spazio onirico della memoria collettiva».
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