Due giorni da dedicare all’ascolto, inteso non solo come attività ma anche come strumento attraverso cui riconoscere ciò che non è umano e, quindi, porgervi attenzione e cura. Con il titolo di Fiducia nello sfondo (in ascolto con la natura), inizia la seconda tranche di appuntamenti di IF ONLY WE HAD EARS, public program del Padiglione Italia della 60ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. In continuità con la ricerca di Massimo Bartolini, artista del Padiglione curato da Luca Cerizza, al centro sarà il corpo, come elemento di congiunzione tra ambiti, tempi e spazi diversi. I primi due incontri del nuovo ciclo si terranno il 14 e il 15 giugno e saranno dedicati all’esperienza sonora intesa come ecosistema complesso di relazioni tra sé e gli altri.
Ispirandosi alla celebre frase del musicista e teorico John Cage, “Music is everywhere, if we only had ears”, il programma a cura di Luca Cerizza in collaborazione con Gaia Martino prevede una serie di incontri con ospiti italiani e internazionali articolati in diversi appuntamenti negli spazi del Padiglione Italia. F
ocalizzato su alcuni temi centrali per il lavoro di Massimo Bartolini e per il progetto del Padiglione Italia, IF ONLY WE HAD EARS – che ha luogo nei mesi di maggio, giugno, luglio e settembre nel Giardino delle Vergini adiacente al Padiglione – si declina attraverso diversi format: conferenze, conversazioni e performance musicali sono accompagnate da momenti laboratoriali espressamente dedicati alle classi di Arti Visive di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti e Università Iuav di Venezia, protagoniste di una collaborazione con il Padiglione Italia per la ricerca e la didattica.
Il 14 giugno, alle ore 16, apre il ciclo di incontri il talk con il biologo e due volte finalista del Premio Pulitzer David George Haskell, in cui si esplora cos’è possibile imparare dall’ascolto degli alberi. «I “canti degli alberi” sono i suoni che emergono dalle piante e riecheggiano nel loro legno, ma sono anche le narrazioni che si celano dietro a questi suoni e che raccontano le molteplici interconnessioni della vita», spiegano gli organizzatori. «Che si tratti di foreste, città, zone di conflitto e zone che riflettono in prima linea il cambiamento ambientale, l’albero funge da centro in una rete di relazioni e le persone sono parte di questi canti: sui marciapiedi di Manhattan, nella remota foresta pluviale amazzonica o negli uliveti di Gerusalemme. In un periodo di rapido cambiamento ambientale, gli alberi ci ricordano che tutta la vita è fatta di interconnessioni. Nessuna specie è sola, nessun individuo esiste separato dagli altri: siamo tutti parte della stessa comunità dei viventi».
Alle ore 17, Diana Lola Posani, artista sonora, performer vocale, conduce un talk dal titolo Vettori atmosferici di germogli trasparenti: ascolto profondo ed eco-mutualità, in cui si concentra sulle pratiche di ascolto profondo come strumento di ricostruzione del legame tra umano e non-umano. In particolare, viene trattata la pratica del Deep Listening messa a punto dalla compositrice Pauline Oliveros, indagata per la rilevanza che ha ottenuto nel panorama contemporaneo e proiettata verso un’idea di ecologia sonora. Ed è proprio a partire da alcune partiture di Oliveros che prende le mosse il tentativo di comprendere cos’è la permeabilità sonora e di capire come lo sviluppo di un ascolto orizzontale e co-creato possa favorire nuove modalità di comunicazione e interconnessione.
Dalle 18 tornano i reading dei testi composti da due autori appositamente per il Padiglione Italia e che hanno già animato il Giardino delle Vergini nei giorni di preview della Biennale: Tiziano Scarpa legge il suo Discorso di un condannato alle piante e Francesca Verga, assistente curatrice del Padiglione, legge L’albero presuntuoso, di Nicoletta Costa.
Il programma di incontri prosegue anche nel pomeriggio del 15 giugno: alle 16, il dialogo tra David George Haskell e Francesco Bergamo (SSH! Iuav) attorno al libro Sounds Wild and Broken (Suoni fragili e selvaggi), pubblicato nel 2023 da Einaudi, in cui Haskell affronta un’esplorazione poetica dei variegati suoni del nostro pianeta, dei processi creativi che hanno prodotto queste meraviglie e dei pericoli che la diversità sonora deve affrontare oggi.
Alle 17 è la volta di Neelakshi Joshi, una ricercatrice con un forte interesse per la dimensione sociale delle trasformazioni spaziali verso la sostenibilità. Il talk collega gli attuali movimenti radicali per la giustizia climatica nel Nord del mondo (Just Stop Oil e Letzte Generation) alla lunga storia dei movimenti per la giustizia ambientale nelle regioni con una storia postcoloniale e coloniale. Attenzione particolare è dedicata al paradigmatico movimento Chipko, guidato da donne nell’Himalaya durante gli anni ‘70, dove le manifestanti abbracciavano gli alberi per impedirne l’abbattimento.
Chiude gli incontri il progetto collaborativo degli artisti sonori Nicola Ratti, Attila Faravelli ed Enrico Malatesta, che propone alle 18 Superpaesaggio: una performance site-specific in ascolto diretto con le possibilità offerte dall’ambiente, calibrata sulle peculiarità acustiche e ambientali del Giardino delle Vergini e dei suoi dintorni. Il pubblico sarà coinvolto in un’esperienza di ascolto composta da movimenti, pause, intensità, timbri e dinamiche differenti, che farà emergere le caratteristiche sonore dei luoghi abitati da IF ONLY WE HAD EARS, lasciandone risuonare variazioni e possibilità sonore.
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