Documenta rimette insieme i pezzi: l’organizzazione dell’importante manifestazione quinquennale d’arte contemporanea, ha annunciato i componenti del comitato di selezione incaricato di individuare il direttore artistico della prossima edizione, la 16ma, che si terrà nel 2027, a Kassel, in Germania. L’annuncio arriva dopo più di sei mesi dalle dimissioni di massa del precedente comitato, a seguito di ingerenze e pressioni politiche nell’ambito delle tensioni provocate dal conflitto in corso a Gaza. Come il precedente, anche il nuovo comitato di selezione è composto da sei membri: Yilmaz Dziewior, Sergio Edelsztein, N’Goné Fall, Gridthiya Gaweewong, Mami Kataoka e Yasmil Raymond. Ma, contrariamente al comitato dimissionario, il gruppo appena nominato comprende tre persone con sede in Germania – Dziewior, Edelsztein e Raymond -, di cui una di origini israeliane.
La scelta potrebbe essere interpretata come una risposta alle accuse di antisemitismo rivolte ai direttori artistici della scorsa edizione di documenta, il collettivo indonesiano ruangrupa, le cui scelte curatoriali furono duramente contestate dalle associazioni ebraiche tedesche, da esponenti politici della destra e da gruppi della sinistra radicale. Tra gli artisti invitati, infatti, figuravano anche autori palestinesi, tra cui il collettivo The Question of Funding, o filopalestinesi, come il collettivo Taring Padi. In merito fu avviata anche una interrogazione parlamentare, che portò alle dimissioni di Sabine Schormann, direttrice di Documenta.
Tra i membri del comitato precedente, anche l’artista, filosofa e psicoanalista israeliana Bracha L. Ettinger, che decise di dimettersi per l’impossibilità di partecipare alle riunioni di persona, in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Nello stesso periodo si dimise anche il poeta indiano Ranjit Hoskote, al centro delle critiche per aver sottoscritto una lettera di BDS – Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni, la campagna globale che chiede di mettere fine all’occupazione israeliana delle terre palestinesi. Denunciando l’impossibilità di «Uno scambio aperto di idee», anche gli altri quattro membri del comitato, Simon Njami, Gong Yan, Kathrin Rhomberg e María Inés Rodríguez, decisero di dimettersi.
Tra ingerenze politiche sulle scelte curatoriali e artistiche e dimissioni di massa, l’immagine di Documenta si era decisamente incrinata e la stessa 16ma edizione della manifestazione sembrava a rischio. Ma la dirigenza di Documenta ha assicurato che la prossima edizione, prevista per il 2027, avrà comunque luogo, anche se la data non è stata ancora specificata. Nel frattempo, ci si muove per ristrutturare l’organigramma ma anche queste scelte sembrano controverse: il consiglio di sorveglianza sarà ampliato per includere una maggiore rappresentanza delle amministrazioni di Kassel e della regione dell’Assia.
I componenti del nuovo comitato sono noti in Germania. Dziewior è il direttore del Ludwig Museum di Colonia e in precedenza del Kunsthaus Bregenz. Nel 2015, Dziewior ha curato il padiglione austriaco per la Biennale di Venezia e nel 2022 il padiglione tedesco con una mostra personale di Maria Eichhorn. Raymond ha diretto lo spazio d’arte contemporanea Portikus e la famosa scuola d’arte Städelschule, a Francoforte. Edelsztein, che vive tra Berlino e Tel Aviv, ha diretto la Biennale Internazionale di Video Arte Videozone e ha fondato nel 1995 il Centro per l’Arte Contemporanea di Tel Aviv, diretto per molti anni. Inoltre ha curato la partecipazione israeliana alla 24a Biennale di San Paolo nel 1998 e i padiglioni israeliani alla Biennale di Venezia nel 2005 e nel 2013.
Curatrice indipendente e specialista in politiche culturali, Fall è stata direttrice editoriale di Revue Noire, un’importante rivista dedicata all’arte africana, e curatrice ospite delle biennali di Bamako del 2001 e di Dakar del 2002. La tailandese Gaweewong è direttrice artistica del Jim Thompson Art Center di Bangkok e ha diretto la Bangkok Art Biennale 2023-2024. Mentre la giapponese Kataoka è direttrice del Mori Art Museum di Tokyo e ha co-diretto la nona edizione della Gwangju Biennale, oltre ad aver ricoperto la direzione artistica per la Triennale di Aichi del 2022 e della Biennale di Sydney del 2018.
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