Anche quest’anno, la Giornata del Contemporaneo ci invita ad approfondire la ricerca di un’artista d’eccezione: Tomaso Binga. È lei a firmare l’immagine guida della 20ma edizione della manifestazione promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, che si terrà sabato, 12 ottobre 2024.
Con il coinvolgimento di musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista, sia in Italia che, da alcune edizioni, all’estero, la Giornata nasce per raccontare la vitalità dell’arte contemporanea nel nostro Paese, facendo emergere la rete dei soggetti e delle realtà che la promuovono. Negli anni scorsi, l’immagine guida, che orienta il tema dell’edizione di riferimento, è stata realizzata da Michelangelo Pistoletto (2006), Maurizio Cattelan (2007), Paola Pivi (2008), Luigi Ontani (2009), Stefano Arienti (2010), Giulio Paolini (2011), Francesco Vezzoli (2012), Marzia Migliora (2013), Adrian Paci (2014), Alfredo Pirri (2015), Emilio Isgrò (2016), Liliana Moro (2017), Marcello Maloberti (2018), Eva Marisaldi (2019), Armin Linke (2021), Giorgio Andreotta Calò (2022) e Binta Diaw (2023).
Nata nel 1931 a Salerno, Tomaso Binga è l’alter ego di Bianca Pucciarelli Menna, un’identità maschile adottata ironicamente negli anni ’70, quando l’Italia viveva l’esplosione del movimento femminista. Il gesto di scegliere un nome maschile, per un’artista donna, era già di per sé un atto performativo, un’ironica provocazione contro le gerarchie di genere nel sistema dell’arte. Poetessa, performer e artista visiva, Binga è una delle figure più influenti della poesia fonetico-sonora-performativa italiana. Già dagli anni ’60, esplorava le potenzialità del corpo e della voce come mezzi espressivi, mentre nel 1976 presentò la sua celebre Scrittura Vivente, in cui le sagome del suo corpo diventano lettere alfabetiche.
Attraversando poesia, pittura, fotografia e performance, il suo lavoro si è sempre focalizzato sulla centralità del linguaggio. Nel 1978 partecipò alla Biennale di Venezia con il suo Dattilocodice, esposto di recente nella mostra Il latte dei sogni, curata da Cecilia Alemani alla Biennale di Venezia del 2022. La sua indagine continua a spingerci a riflettere sulle dinamiche di potere, sul corpo e sul linguaggio come strumenti di resistenza.
L’opera scelta per la Giornata del Contemporaneo è Donna in gabbia (1975-2024), ripresa da una sua storica performance del 1974. In quell’occasione, l’artista si presentava con la testa chiusa in una gabbia per canarini, alimentata da mani maschili. Una scena potente, che ci parla di sottomissione, controllo e, soprattutto, del precario e ambiguo equilibrio tra protezione e oppressione. La gabbia, simbolo tanto di cura quanto di prigionia, diventa metafora delle limitazioni imposte alle donne e, più in generale, di tutte le forme di disuguaglianza.
Fondata nel 2003, l’associazione AMACI raggruppa 24 musei italiani, ognuno impegnato a esplorare e promuovere la creatività contemporanea. Ogni anno, la Giornata del Contemporaneo celebra il dialogo tra le istituzioni e il pubblico, offrendo eventi gratuiti, mostre e performance su tutto il territorio nazionale. Per partecipare all’edizione 2024, occorre iscriversi entro il 4 ottobre tramite il form dedicato.
Il fil rouge di questa 20ma edizione è il tema dell’accessibilità, intesa in senso ampio come abbattimento delle barriere culturali, intellettive, sensoriali e architettoniche, per garantire il pieno accesso alla cultura contemporanea, in risposta alla necessità di ripensare il sistema dell’arte tramite una maggiore consapevolezza e una più̀ diffusa sensibilità̀.
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