Più di mille artisti iscritti, provenienti da quattordici Paesi diversi, per un totale di 6mila opere che spaziano tra illustrazione, disegno, pittura, grafica, digital art, performance, sound art, fotografia e scultura. Parliamo di exibart prize, il premio che in questo 2020 difficile, abbiamo pensato per supportare gli artisti e per continuare a promuovere l’arte contemporanea Italiana ed internazionale.
La giuria, composta da Alessandra Pioselli, Giulio Alvigini, Carolina Ciuti, Ilaria Bonacossa, Matteo Bergamini, Eolo Perfido, Gilda Lavia, Sveva e Francesco Taurisano, ha esaminato i lavori e ha scelto come vincitore Emilio Vavarella, che a luglio abbiamo intervistato nella nostra rubrica dedicata all’arte digitale.
I finalisti
Il lavoro di Emilio Vavarella (Monfalcone, 1989) fonde pratica artistica interdisciplinare e ricerca teorica, ed è incentrato sullo studio della relazione tra esseri umani e tecnologia. Le sue opere presentano una combinazione tra l’utilizzo di nuove tecnologie con obiettivi alternativi (non produttivi, poetici, disfunzionali) in mente, immaginando gli effetti futuri della tecnologia attraverso l’uso della finzione speculativa, decontestualizzando e abusando della tecnologia per rivelarne i meccanismi nascosti.
Attualmente Vavarella è ricercatore presso la Harvard University, dove sta conseguendo un dottorato in Film, Visual Studies e Critical Media Practice. Ha conseguito un M.A. cum laude in Arti Visive presso l’Università Iuav di Venezia, con borse di studio all’estero presso la Bezalel Academy of Arts and Design di Tel Aviv e la Bilgi University di Istanbul. Ha ricevuto una laurea con lode in Studi Visivi, Culturali e Media presso l’Università di Bologna.
I suoi lavori sono stati esposti al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo; KANAL – Centre Pompidou; MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna; Museum of Contemporary Art – Zagreb; Museu de Ciències Naturals di Barcellona, The Photographer’s Gallery di Londra, Museo de Arte de Caldas; Villa Manin; Museo Nacional Bellas Artes di Santiago; Museu das Comunicações di Lisbona, National Art Center di Tokyo; Eyebeam Art and Technology Center e Museum of Contemporary Art Vojvodina. Le sue opere sono state esposte in festival cinematografici come il Toronto’s Images Festival; Torino Film Festival, e il St. Louis International Film Festival, e in molti dei più prestigiosi festival di arti mediatiche, tra cui l’EMAF – European Media Art Festival; JMAF – Japan Media Arts Festival; Stuttgarter Filmwinter – Festival for Expanded Media; BVAM – Media Art Biennale; e NYEAF – New York Electronic Arts Festival.
Vavarella è stato insignito di numerosi premi d’arte e sovvenzioni, tra cui il prestigioso premio del Consiglio Italiano (2019); Premio Fattori Contemporaneo (2019); SIAE – Nuove Opere (2019); la sovvenzione NYSCA Electronic Media and Film Finishing Funds (2016); il Francesco Fabbri Prize for Contemporary Art (2015) e il Movin’Up Grant (2015). Emilio è stato invitato a presentare il suo lavoro a: Istituto Italiano di Cultura – New York; ISEA – International Symposium on Electronic Arts; Goldsmiths University of London; la University of East London; la School of the Art Institute of Chicago; e SIGGRAPH. I suoi scritti accademici sono stati pubblicati in riviste peer-reviewed come Leonardo – The Journal of the International Society of the Arts, Sciences and Technology (MIT Press), Digital Creativity (Routledge), e CITAR Journal – Journal of Science and Technology of the Arts. I suoi scritti sono apparsi anche in Behind the Smart World: Saving, Deleting and Resurfacing Data prodotto dall’AMRO Research Lab e in cataloghi di mostre come Low Form: Imaginaries and Visions in the Age of Artificial Intelligence (MAXXI e CURA Books); That’s IT! (MAMbo), e Robot Love (Niet Normaal Foundation). Il suo lavoro è regolarmente discusso in riviste d’arte, libri accademici e riviste peer-reviewed, ed è stato coperto da tutti i principali media mondiali. Il suo più recente libro d’artista, pubblicato da Mousse, si intitola rs548049170_1_69869_TT.
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