20 luglio 2021

Estate al MACRO: un programma in continuo aggiornamento

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Tutte le sezioni espositive del MACRO si aggiornano con un ricco programma estivo che vede coinvolti protagonisti italiani e internazionali

Franca Sacchi. Courtesy Franca Sacchi.

Quest’estate molte sono le occasioni per visitare il MACRO e farne esperienza. Il programma estivo del Museo per l’Immaginazione Preventiva comprende una serie di temi e linguaggi declinata nelle varie sezioni espositive, pensate come le rubriche di un magazine. Dal mese di giugno hanno inaugurato sette nuove mostre in formati differenti, con l’ampliamento della sezione RETROFUTURO – dedicata alla collezione – e altri progetti speciali.

Estate al MACRO: una molteplicità di voci

La sezione POLIFONIA ospita un focus monografico dedicato alla fotografa e filmmaker austriaca Friedl Kubelka Vom Gröller. Il suo lavoro si distingue per un costante interesse al ritratto, con una ricerca del momento “non ideale”: un momento d’intimità o una reazione inaspettata. I suoi scatti non sono mai “unici”, piuttosto registrano un flusso temporale che si scandisce in serie fotografiche. Accanto ai suoi lavori, si aggiungono gradualmente quelli di altri artisti con formazione e provenienza diversi: Sophie Thun, Seiichi Furuya, Talia Chetrit e Philipp Fleischmann.

POLIFONIA. Friedl Kubelka Vom Gröller, First Year Portrait 1972-73.

Arte in musica: esperienze sensoriali

Franca Sacchi è la protagonista della sezione MUSICA DA CAMERA. Una tra le poche donne in Italia a partecipare alla neoavanguardia elettronica e concreta, ha sonorizzato diverse mostre e collaborato con molti artisti. In una sala appositamente allestita per l’ascolto, è possibile conoscere la sua sperimentazione sonora attraverso una selezione di tracce musicali dal 1968 a oggi. “Entasi” è il nome di questo progetto monografico che mette in mostra l’approccio al suono di questa figura poliedrica cui il MACRO ha scelto di dare spazio.

Tony Cokes, still da The Morrissey Problem, 2019. Video HD, 9’25″. Courtesy l’artista, Greene Naftali, New York, Hannah Hoffman, Los Angeles, and Electronic Arts Intermix, New York.

Quattro grandi schermi restituiscono colori e parole in un “scatola nera” simile a quella della sala cinematografica, con tanto di colonna sonora. “This isn’t Theory. This is History” è la prima grande mostra italiana dedicata a Tony Cokes, ambientata nella sezione SOLO/MULTI. L’artista americano smonta e riassembla vari linguaggi culturali rompendo con la convenzionalità: Guy Debord, Donald Trump, Aretha Franklin e Morrissey sono alcune tra le sue fonti. In un allestimento senza immagini, parole e musica scorrono accompagnate da diapositive mono e pluricromatiche.

Spazio alla lettura

“Artists’ library: 1989-2021” è la bibliografia tridimensionale nello spazio della sezione STUDIO BIBLIOGRAFICO. A partire dal 1989, ognuno degli artisti invitati ha scelto tre libri importanti per il proprio percorso artistico. Noah Barker, Giulio Paolini, David Horvitz e Claudia de la Torre sono alcuni degli artisti che in questa esposizione aprono le porte di uno spazio intimo e privato: quello della lettura. Affianco ad ogni selezione, un testo con le ragioni della scelta di ognuno, una nuova forma di dialogo tra artista e fruitore.

La scrittura è al centro della scena nella sezione ARITMICI dove ha inaugurato il 15 luglio “Diaconia. La scrittura e l’arte”: la personale dedicata a Mario Diacono. Scrittore, critico, poeta, gallerista e collezionista, questa figura eccentrica che ha attraversato il mondo dell’arte si racconta in sei capitoli, una narrazione del percorso personale di Diacono. L’intreccio tra letteratura e arte era al centro della sua ricerca, numerose le collaborazioni editoriali con personaggi come Emilio Villa o Claudio Parmiggiani. Quest’ultimo presente in mostra insieme ad altre opere di Vito Acconci, Enzo Cucchi, Donna Moylan, tra gli altri. Un’intera parete è ricoperta dal ritratto sotto forma di indice analitico di Mario Diacono: una raccolta di tutta la sua preziosa produzione.

Prospettive al femminile

Reba Maybury è un’artista e dominatrix inglese che indaga gli squilibri di potere e della distribuzione del lavoro all’interno dei binarismi di genere. Secondo lei, il sesso è al centro di tutto e col suo lavoro vuole riassestare gli equilibri e stabilire nuove direzioni. Si può vedere al MACRO, nella sezione PALESTRA. Con “Faster than an erection” l’artista inglese mette in scena questi meccanismi: attraversata una tenda si entra nella sala con una luce blu che svela le tracce del sottomesso. Ciò che si vede è ciò che rimane del rapporto tra lei, la dominatrix e il suo slave. Così facendo, Reba Maybury approfondisce l’occultamento della perversione e allo stesso tempo la stigmatizzazione del “sex work”.

 

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“Daybed” è invece la mostra sulla graphic designer Julie Peeters, nella sezione dedicata al mondo della grafica IN-DESIGN. Un fare artistico caratterizzato da un approccio per cui tutto ruota attorno all’immagine stampata. Infatti, “Daybed” si configura come laboratorio multidisciplinare di ricerca sull’immagine. Insieme a questa giovane artista, tanti altri sono gli italiani che si relazionano alla collezione del museo in RETROFUTURO, tra questi Margherita Raso, Alessandro Cicoria e Real Madrid. L’estate al MACRO si prospetta ricca di eventi, oltre quelli espositivi non mancano le performances musicali. Inoltre, dal 16 luglio, sono riprese le attività di AGORÀ, la sezione discorsiva del museo che ospiterà di nuovo la serie Rewind/REcount: l’esplorazione della scena musicale italiana degli ultimi decenni.

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