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Eva Fabbris è la nuova direttrice del Museo Madre di Napoli
Arte contemporanea
di redazione
Eva Elisa Fabbris è la nuova direttrice del Museo Madre di Napoli. Ad annunciare la notizia, la Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee, ente fondato dalla Regione Campania nel 2004 per gestire il museo d’arte contemporanea. Nella shortlist dei finalisti, diramata a dicembre 2022, anche Lorenza Baroncelli, Maria Chiara Bertola, Antonio Cataldo e Milovan Farronato. A scegliere Fabbris, che subentra a Kathryn Weir, arrivata a fine mandato, una commissione esaminatrice composta da Angela Tecce (Presidente, Fondazione Donnaregina), Maria Letizia Magaldi (Vicepresidente, Fondazione Donnaregina), Achille Bonito Oliva (Consigliere, Fondazione Donnaregina), Adam Weinberg (Alice Pratt Brown Director, Whitney Museum of American Art), Anna Mattirolo (Storico dell’arte contemporanea).
«Eva Elisa Fabbris ha presentato un progetto che si è distinto per il valore scientifico e l’aderenza alla mission del Madre. La proposta, insieme alle pregresse esperienze maturate dalla Fabbris nel settore e alle qualità dimostrate anche durante il colloquio, siamo certi contribuirà all’accrescimento dell’offerta e del prestigio internazionale della nostra istituzione», ha dichiarato Angela Tecce. «Il Consiglio di Amministrazione ha condiviso le valutazioni della commissione esaminatrice, individuando in lei il Direttore, una figura nuova per la Fondazione dopo le modifiche statutarie. Voglio cogliere questa occasione per ringraziare nuovamente tutti i membri della commissione per l’impegno profuso, la Regione Campania per il sostegno alla Fondazione Donnaregina, e la Direttrice artistica uscente Kathryn Weir per il lavoro svolto».
La selezione del nuovo direttore è avvenuta tramite un apposito avviso pubblico che ha previsto, dopo una prima valutazione dei curricula e dei progetti pervenuti, un colloquio per la verifica delle competenze e dei progetti stessi dei cinque migliori candidati. Si procederà in tempi brevi all’assunzione di Eva Fabbris con contratto di durata triennale.
Chi è Eva Fabbris
Nata nel 1979, Eva Fabbris è una curatrice e storica dell’arte, ha conseguito il dottorato di ricerca in Lettere presso l’Università di Trento. Dal 2016 collabora con il Dipartimento di Ricerca della Fondazione Prada di Milano. Ha curato “Back to the Future” per Artissima di Torino, oltre a mostre personali e collettive per istituzioni internazionali, come Nouveau Musée National de Monaco, Galerie de l’Erg di Bruxelles, Triennale di Milano. Tra i vari progetti espositivi curati, “Live End Dream No” alla Galerie Steinek di Vienna (2017), “Marc Camille Chaimowicz. Maybe Metafisica” alla Triennale di Milano (2018) e “Non potendomi arrampicare sulle nuvole presi per le colline” a Valdagno (2014).
Ha lavorato in diversi dipartimenti curatoriali di musei italiani, come assistente curatoriale a Museion nel 2008-2009 e curatore aggiunto alla Galleria Civica di Trento nel 2009-2010. Nel 2021 è stata guest curator della programmazione della Project Room della Fondazione Pomodoro (ce ne parlava in questa intervista).
Come guest lecturer ha tenuto conferenze e conversazioni in diverse istituzioni tra cui il Centre Pompidou di Parigi, la Daimler Foundation di Berlino, l’HEAD di Ginevra, la GAM di Torino e numerose università italiane. È curatrice di numerose monografie d’artista, tra cui quelle dedicate a Diego Marcon (Lenz, 2021), Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi (Humboldt Books 2017) e Paul Sietsema (Mousse Publishing, 2016). La sua ricerca di storica dell’arte si concentra su figure e momenti di eterodossia critica nel modernismo, come esemplificato dal suo lavoro storiografico su Gene R. Swenson e dal suo studio della patafisica raccolto in “Ubu nel teatro italiano: alcune messe in scena del capolavoro di Jarry tra transdisciplinarietà e transnazionalità”, vincitore della decima edizione dellItalian Council, nel 2021.
Al Museo Madre di Napoli, Eva Fabbris aveva peraltro già presentato la mostra personale di Diego Marcon dedicata al film The Parents’ Room, co-curata con Andrea Viliani. Prodotta nell’ambito della settima edizione dell’Italian Council (2019), l’opera è entrata a far parte della collezione permanente del museo. Sempre nella città partenopea, ha collaborato con Fondazione Morra e Casa Morra.
Sono un uomo che mi piacerebbe avere un incontro