La città di Roma si prepara ad accogliere uno degli eventi culturali più attesi del panorama artistico contemporaneo: la 18esima Quadriennale d’arte, che si svolgerà al Palazzo delle Esposizioni da ottobre 2025 a gennaio 2026. Organizzata dalla Fondazione La Quadriennale di Roma, con la partecipazione del Ministero della Cultura, la Regione Lazio e la Camera di Commercio di Roma, questa edizione promette di celebrare ed esplorare l’arte italiana contemporanea attraverso una visione corale e innovativa. Durante la conferenza stampa di presentazione – che ha visto la partecipazione di Federico Mollicone Presidente della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente del Comitato Fondazioni Arte Contemporanea, Marco Delogu Presidente Azienda Speciale PalaExpo e Angelo Piero Cappello Direttore Generale Creatività Contemporanea – Ministero della Cultura e le curatrici Alessandra Troncone ed Emanuela Mazzonis – sono state svelate le prime anticipazioni. Sotto la direzione di Luca Beatrice, Presidente della Quadriennale, la mostra si dividerà in cinque capitoli, con cinque differenti curatori: Luca Massimo Barbero, Francesco Bonami, Emanuela Mazzonis di Pralafera, Francesco Stocchi, e Alessandra Troncone. «Il Ministero della Cultura quest’anno ha il suo compleanno, perché nasce nel ’74, benché il cambio del nome (da Ministero dei Beni Culturali) risale a circa cinque anni fa – ha commentato Cappello – ringrazio il Presidente Luca Beatrice anche per aver scelto il titolo Fantastica, che è sia un aggettivo al femminile che un verbo ricco di significazioni».
Fantastica si propone di raccontare la scena artistica emergente dal 2000 in poi, coinvolgendo circa 50 artisti, con la priorità a coloro che partecipano alla Quadriennale per la prima volta. «Quest’anno del Giubileo è molto ricco – ha sottolineato Delogu – il pubblico romano del 2025 cambierà, non sarà quello di tutti gli altri anni. Tra la mostra di Pasolini, Vita Dulcis, la rassegna di Carla Accardi e Mc Cullin, abbiamo fatto una carrellata di grandi mostre tutte autoprodotte e così sarà anche per la mostra di Quadriennale. Lo spazio è già stato visto dall’architetto e credo di aver capito come sarà l’allestimento della mostra, ma siamo molto curiosi di saperne di più sulle cinque declinazioni che avrà l’iter. Ricordo che il Palazzo delle Esposizioni, nato nel 1883, è stato il primo posto al mondo adibito ad accogliere mostre pubbliche temporanee».
Durante la conferenza Stampa, il Presidente della Quadriennale ha illustrato obbiettivi e riflessioni maturate durante la progettazione della mostra. «Coprire questo incarico è una responsabilità ma anche e soprattutto un onore. Trovo bellissimo il compito di promuovere l’arte contemporanea. Con lo staff ci siamo subito trovati d’accordo su quale fosse la priorità: la data della mostra dovrà cadere esattamente quattro anni dopo la precedente. La Quadriennale è l’arte dell’oggi, quindi proponiamo una mostra sul pezzo per così dire, che abbraccerà gli ultimi 25 anni coinvolgendo come protagonisti artisti viventi. Una Quadriennale polifonica con cinque curatori che hanno avuto esperienza sia in Italia che all’Estero che cureranno, ciascuno, una sezione separata. Intendiamo mettere al centro del quadrante l’Italianità, intesa come comprensiva di artisti stranieri che lavorano in Italia e artisti italiani che lavorano oltre confine. Figure che si sono affermate dopo il 2000. Desideriamo inoltre privilegiare le prime partecipazioni: per l’85% degli artisti sarà infatti la prima volta in cui partecipano alla Quadriennale. Inoltre amplieremo lo sguardo sul nostro Paese: l’Italia non è fatta solo di grandi città, ma anche di province. In questo senso restituiremo anche la tipicità della cultura italiana». Riguardo al titolo della mostra, Fantastica, Beatrice ha spiegato poi che sembra suggerire qualcosa di iperbolico, ma è in realtà un invito a riscoprire la potenza dell’immaginazione. «Un fatto che si può dedurre dal logotipo disegnato da Leonardo Sonnoli e Irene Bacchi, che lavora per sottrazione. Una semplice F su fondo grigio, per dare spazio alla fantasia».
Fantastica sarà un’esperienza strutturata in apparati che riflettono diversi aspetti dell’arte contemporanea italiana. La curatela di Luca Massimo Barbero approfondirà l’autoritratto, esplorando il concetto di identità nell’epoca dei social media, dove il confine tra l’artista e il pubblico si sfuma; mentre Francesco Bonami porterà il suo sguardo sull’autonomia creativa degli artisti, curando la sezione Memoria piena. Una stanza solo per sé, invitando il pubblico a riflettere a partire da un’idea di indipendenza e di spazi individuali. La curatrice Emanuela Mazzolis ha raccontato così il frutto della propria indagine, intitolata Il tempo delle immagini. Immagini fuori controllo? «Il mio focus verterà sulla fotografia degli ultimi 25 anni che non può non prescindere dall’inondazione di immagini cui assistiamo ogni giorno. Immagini che fanno parte della nostra vita quotidiana e che siamo quasi più abituati a condividere piuttosto che a guardare e a fare nostre. Gli artisti che ho selezionato porteranno in luce il valore della fotografia e del suo significato intrinseco andando contro la furia delle immagini di cui, forse, abbiamo perso il controllo. Vorrei porre delle domande più che dare delle risposte, offrire alla fruizione l’occasione di interrogarsi sull’essenza di una visione e il suo ruolo attraverso artisti sia emergenti che mid-career». E se Francesco Stocchi ragionerà sulle responsabilità delle istituzioni culturali e sull’autonomia degli artisti, Alessandra Troncone, nella sua unità dal titolo Il corpo incompiuto, esplorerà a livello multimediale, il concetto mutevolezza e incompiutezza fisica, ponendo l’accento sulle influenze sociali e scientifiche assorbite dal corpo, inteso come entità in continua evoluzione.
In contrasto con il vivace progetto moderno, al secondo piano del PalaExpo si terrà la retrospettiva I giovani e i maestri. La Quadriennale del ’35 curata da Walter Guadagnini. Una mostra che omaggerà la celebre Quadriennale del 1935, tappa fondamentale nella storia dell’arte italiana, visitata al tempo, da oltre 350.000 visitatori. Un’occasione per rivivere l’importanza di quella celebrazione artistica e i suoi protagonisti, tra i quali Giorgio de Chirico, Carlo Carrà, Gino Severini, Lucio Fontana, Felice Casorati, Marino Marini. «Quella mostra, che compie 90 anni, fu visitata da un grosso numero di persone al quale, chissà, speriamo di arrivare anche noi” ha commentato Beatrice. «Fondamentale per la realizzazione della rassegna è stata la collaborazione con l’Archivio-Biblioteca della Quadriennale», uno strumento che anche Federico Mollicone ha indicato come prezioso: «speriamo che la Quadriennale continui a sostenere l’innovazione guardando al futuro, ma anche al passato servendosi degli archivi». Le due mostre saranno accompagnate da un catalogo bilingue edito da Marsilio Arte, arricchito da saggi e schede sugli artisti.
«Quanto alla programmazione – ha ricordato Beatrice – non dimenticandoci che la Quadriennale di Roma è di portata nazionale faremo un giro d’Italia con varie tappe. Cominceremo da Torino, poi andremo alla Biennale di Venezia, alla Pinacoteca di Brera, a Palazzo Strozzi a Firenze e poi a Napoli, Genova, Brescia… ci piacerebbe anche raggiungere Gibellina, in Sicilia, che è stata individuata come Capitale dell’Arte». Il Road Show si comporrà di incontri e dialoghi con curatori e pubblico, moderati dal giornalista Nicolas Ballario. Durante la preparazione della Quadriennale, verrà sviluppato anche un progetto speciale intitolato Noi nel mondo a cura di Christian Caliandro, focalizzato sulla percezione dell’arte contemporanea italiana all’estero, con interviste, report e podcast dedicati. «A gennaio 2026 – ha aggiunto Beatrice – chiuderà la mostra della Quadriennale e cominceremo a lavorare su altri progetti che abbiamo già in cantiere e che sono altrettanto interessanti».
La conferenza stampa si è arricchita dei più diversi commenti. Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ha condiviso la sua personale esperienza: «Ricordo la mia prima Quadriennale allestita alla Stazione Termini nel 1996, Le ultime generazioni. Ci si ritrovò tra le ombre di artisti come Cattelan, Beecroft e altri grandi nomi che all’epoca erano figure nuove, giunte alla Quadriennale grazie all’attenzione di giovani critici e curatori. È stato allora che ho capito quanto fosse dominante il ruolo giocato da questa istituzione. Avevo iniziato a collezionare l’anno prima e ho compreso quanto queste manifestazioni aiutino i giovani a realizzarsi. Conosco Luca Beatrice da molti anni e sono sicura che con la sua presidenza alla Quadriennale sarà in grado di farci sognare». Intanto dal pubblico, Ludovico Pratesi, co-fondatore di Spazio Taverna ha chiosato: «Credo che l’arte italiana abbia bisogno di molte Quadriennali. Siamo un Paese che sul contemporaneo potrebbe fare molto di più, ma i curatori scelti, che conosco personalmente, sono molto seri, sono certo faranno un buon lavoro», dando la propria benedizione al progetto.
«Vogliamo che il pubblico senta l’arte contemporanea italiana non solo come un’espressione isolata, ma come parte di un dialogo globale» ha dichiarato Beatrice. Con un budget di oltre 2 milioni di euro e un allestimento curato dallo Studio BRH+, il Palazzo delle Esposizioni si trasformerà in un vero e proprio palcoscenico di innovazione e riflessione. In un periodo nel quale l’arte e la cultura sono più che mai coinvolte in complesse dinamiche di cambiamento, la 18a Quadriennale d’arte si preannuncia come un evento che ci si auspica in grado di suscitare dibattiti e riflessioni sulle nuove frontiere del contemporaneo nella società.
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