Un’avventura che ha seguito diverse direzioni, sulla strada dell’arte e della cultura: la Fondazione Nicola Trussardi venne istituita a Milano nel 1996, quindi, nel 2003, dopo anni di progetti nella sede di Palazzo Marino alla Scala, la decisione, fortemente voluta dalla presidente Beatrice Trussardi e dal Direttore artistico Massimiliano Gioni, di aprirsi a nuove possibilità, avviando un ciclo di interventi diffusi in città. Attraverso la sua programmazione la Fondazione ha promosso il recupero di palazzi storici milanesi come Palazzo Litta, Palazzo Dugnani e Palazzo Citterio, invitando artisti internazionali a realizzare opere nuove e appositamente concepite, tra cui Pawel Althamer, Allora & Calzadilla, Maurizio Cattelan, Martin Creed, Tacita Dean, Jeremy Deller, Elmgreen and Dragset, Urs Fischer, Fischli e Weiss, Gelitin, Ragnar Kjartansson, Sarah Lucas, Ibrahim Mahama, Paul McCarthy, Paola Pivi, Pipilotti Rist, Anri Sala, Tino Sehgal, Stan VanDerBeek, Nari Ward. E oggi, per celebrare i 20 anni di attività nomade, un nuovo progetto: dal 5 al 30 giugno 2023, la Fondazione Nicola Trussardi presenterà, negli spazi del Teatro Gerolamo, la prima mostra istituzionale antologica in Italia di Diego Marcon, considerato tra gli artisti italiani più interessanti dell’ultima generazione.
L’occasione sarà dunque propizia per scoprire uno spazio storico di Milano, un teatro per marionette divenuto celebre come “la piccola Scala” per le sue dimensioni in miniatura e i pregiati dettagli architettonici. Un luogo scelto non a caso. L’architetto del Teatro Gerolamo fu infatti proprio quel Giuseppe Mengoni, autore anche della Galleria Vittorio Emanuele, dove iniziò il percorso itinerante della Fondazione Nicola Trussardi, 20 anni fa.
Inoltre, reso famoso dagli spettacoli di burattini dei Fratelli Colla, riscoperto nel dopoguerra da Paolo Grassi e rilanciato negli anni Settanta da Umberto Simonetta, il Teatro Gerolamo conserva vividissimi ricordi fiabeschi e atmosfere incantate, che trovano una profonda simmetria nelle opere di Diego Marcon. L’artista nato Busto Arsizio nel 1985, infatti, ha incentrato la sua ricerca su un’originale ibridazione di linguaggi visivi e narrativi che, attraverso video e installazioni, restituiscono mondi abitati da creature sospese tra l’umano e il post-umano.
«Mescolando melodramma ed effetti speciali, Diego Marcon immagina una nuova umanità agitata da profondi dubbi morali e intrappolata in azioni angoscianti che si ripetono all’infinito», spiegano dalla Fondazione Trussardi. «Installate in questo teatro- bomboniera, le opere di Marcon girano su se stesse come ballerine in un ipnotico carillon, evocando i micromondi di Joseph Cornell e le fantasie di Carlo Collodi e Lewis Carroll».
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