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Razzi, isole e K-Pop: la travolgente personale di Alice dos Reis a Lisbona
Arte contemporanea
Si intitola “For a Life Long Disease of Copper” la nuova esposizione dedicata all’artista Alice dos Reis allestita nelle sale della Kunsthalle Lissabon. La mostra sarà aperta al pubblico dal 30 giugno al 4 settembre 2021. Abbiamo raggiunto l’artista per saperne di più sulla sua personale e sulla sua poetica artistica.
“For a life long disease of Copper” è il titolo della tua nuova personale presso la Kunstahalle Lissabon di Lisbona. Si tratta di una mostra molto intensa che dialoga con un passato fantascientificamente attuale. Ti va di parlarcene?
Per questo progetto ho attinto molto dalla mia storia familiare per raccontare e romanzare un periodo particolare della biografia di mia nonna, quando ha lavorato in una fabbrica farmaceutica a Lisbona negli anni ’60 e ’70. Lì, tra gli altri prodotti farmaceutici, ha fabbricato la prima pillola anticoncezionale dell’azienda. La pillola conobbe molti effetti collaterali all’epoca e fu per questo interrotta. Molti anni dopo, mi sono resa conto che stavo assumendo una pillola contraccettiva che derivava proprio dallo stresso estratto del farmaco brevettato da mia nonna, ma in una versione aggiornata. Dato che stavo anche sperimentando dei cattivi effetti collaterali, mi sono resa conto che poco era cambiato in termini di controllo delle nascite dagli anni ’60. Questo ha avviato una conversazione tra me e mia nonna sulla sua esperienza in fabbrica, che alla fine le avrebbe fatto sviluppare una malattia respiratoria cronica e che l’ha condotta al pensionamento anticipato. Oltre alla testimonianza personale di mia nonna, ho intrapreso ricerche d’archivio relative allo sviluppo dei contraccettivi ormonali e non ormonali nel corso del XX e del XXI secolo, cercando di indagare le complicate relazioni tra controllo delle nascite, genere, classe, estrattivismo e tecnoscienza. Per consentire una lettura trasversale dell’intera ricerca, ho sviluppato uno scenario di tipo fantascientifico che mi ha aiutato a reinterpretare la mia storia familiare proiettando la storia di mia nonna sia in un futuro prossimo che in un passato riconoscibile, dove la sua vita dopo essersi ammalata ed essere uscita dalla fabbrica sarebbe stata molto diversa da quello che è realmente accaduto.
Stan Rehearsal – Ensaio para Plataforma de Lançamento è un piccolo film di finzione speculativa ambientato nel giorno in cui il primo razzo viene lanciato dal porto spaziale dell’isola di Santa Maria nell’arcipelago delle Azzorre. Il progetto è realizzato con ballerini k-pop unendo cinema ed arti performative. Ti va di parlarci di questo ambizioso progetto?
Sì, è un piccolo film (di circa 5 minuti) che ho realizzato in collaborazione con quattro adolescenti (e ballerini K-pop). Sono arrivata nelle isole Azzorre, (un arcipelago, situato nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico, una regione autonoma del Portogallo) per una residenza nel 2019 con il Walk & Talk Arts Festival, stavo eseguendo una ricerca per il film che sto ultimando, See You Later Space Island. Il plot del film si dipana dalla notizia dei piani alti per la costruzione di uno spazioporto a Santa Maria, una delle Isole minori. Così è capitato che una notte, io e altri residenti siamo andati a cena molto tardi sulla riva, la luna splendeva luminosa sull’oceano e tutto era immobile. Mentre mi avvicinavo al ristorante ho iniziato a sentire tracce K-pop, BTS e Blackpink mescolate con Brasilian Funk. Proveniva da un gruppo di adolescenti, tutti grandi fan del K-pop e alcuni di loro volevano davvero trasferirsi a Seoul, anche se non erano mai stati nemmeno nel Portogallo continentale. Quell’incontro, pieno di tensione e gioia geopolitica, è stato ciò che ha acceso l’immagine contrastata di Stan Rehearsal, che ho girato proprio con loro un anno dopo. Nello scenario speculativo dell’opera, i ragazzi utilizzano lo scenario dell’evento del primo lancio di razzi dall’isola vicina come quinta scenica per filmarsi mentre ballano.
Come mai l’ambientazione dell’Isola di Santa Maria?
Ho scelto di filmarlo lì a causa dei piani del governo di costruire il primo lanciatore spaziale europeo di satelliti commerciali e piccoli razzi. Quelle notizie suscitarono non poche polemiche tra gli abitanti di Santa Maria, e furono in parti uguali contestate (per la conservazione ecologica e geologica e per il benessere generale dell’ecosistema dell’isola e dei suoi abitanti) e avallate da un generale dalla visione neo-liberale del progresso tecnologico finalizzato al profitto. Questo è stato il substrato culturale che ho incontrato quando ho finalmente visitato l’isola nel 2019, che ha ispirato il lungometraggio che mi accingo ad ultimare.
Undercurrent (2019) è un cortometraggio di fantascienza che indaga il rapporto di amicizia tra una biologa ed uno sciame di Krill. Tecnologia, ambiente ed empatia sono tematiche ricorrenti nelle tue opere. Pensi che arte ed empatia siano concetto inscindibili?
Hmmmm, sì. Non sono sicura che l’arte possa essere intesa come intrinsecamente empatica, ma sono d’accordo che possa suscitare sentimenti di empatia. Tuttavia, credo che per iniziare a considerare l’arte come inseparabile dall’empatia, dovresti anche considerare le circostanze e le strutture di potere in base alle quali l’arte è ed è stata sostenuta. Sono stati intrinsecamente empatici? Assolutamente no, secondo me. Ma su una nota più allegra, il significato della parola empatia è cambiato ampiamente nel corso del XX secolo. All’inizio del 1900, l’empatia consisteva nell’animare un oggetto o nel proiettare i propri sentimenti immaginati su un oggetto, che in effetti può sembrare molto simile all’arte.
Alice dos Reis: la biografia
Alice dos Reis (Lisbona, 1995) è un’artista che vive e lavora tra Amsterdam e Lisbona. Ha seguito un master in Belle Arti presso il Sandberg Instituut di Amsterdam e ha esposto in gallerie, istituzioni e festival cinematografici tra cui EYE Film Museum (Amsterdam), 5th Istanbul Design Biennale, Display (Prague), Serralves Museum for Contemporary Art (Porto), Seventh Gallery (Melbourne), Galerie InSitu (Parigi), e Galeria Lehmann + Silva (Porto). Insieme a Pedro Neves Marques dirige Pântano, una casa editrice di saggi e poesia. Nel 2020 hanno ricevuto il Mondriaan Fonds un fondo destinato allo sviluppo per gli artisti emergenti.