Dall’inizio della pandemia il Centre Pompidou non ha mai registrato così tanto pubblico per una mostra temporanea. Si tratta della prima mostra monografica dedicata all’artista Georgia O’Keeffe, il cui fiore, esposto sulla locandina della mostra, attira file di visitatori.
Artista longeva (1887-1986), è considerata la grande figura dell’arte nord americana del XX secolo. Georgia ha attraversato varie fasi estetiche, dal modernismo americano alla ricerca di una produzione artistica originale e propria degli Stati Uniti. Il curatore della mostra è Didier Ottinger, vice direttore del Museo d’arte moderna di Parigi, reduce dal grande successo della mostra “Magritte/Renoir” al Musée de l’Orangerie. Mentre per quest’ultima gli spazi offerti ai piani inferiori della sala delle ninfee erano più ridotti, per la mostra di O’Keeffe il discorso è diverso. Nella Galleria 5 del Centre Pompidou il percorso è molto aperto e fluido, scintillano con violenza i colori dei dipinti di O’Keeffe su pareti autoportanti di colore grigio. Ogni quadro, posto da solo o a trittico su una parete, dimostra una scelta curatoriale basata sull’essenziale che fa piacevole contrasto con lo stile grafico elegante dei testi di sala e dei cartelli di accompagnamento.
Colpiscono, all’ingresso della sala, le semplici linee nere che suddividono la superficie del pannello in tanti quadrati, ognuno dei quali composto dalle date della cronologia di O’Keeffe e dalle informazioni biografiche. La mostra non avrebbe avuto luogo senza i prestiti americani come il Museo Georgia O’Keeffe di Santa Fe, MoMA, Metropolitan Museum di New York, Whitney Museum of American art, Art Institute di Chicago. Il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid è un rarissimo museo europeo prestatore.
Sorprende l’informazione che la palese influenza delle avanguardie europee sull’artista Georgia O’Keeffe non sia dovuta ad uno scambio culturale diretto tra artisti nella frenetica Parigi: la contaminazione avviene a distanza e attraverso le sole opere che Georgia conosce attraverso il fotografo Alfred Stieglitz e la sua Galerie 291. Auguste Rodin, Henri Matisse, Francis Picabia e Paul Cézanne sono presentati a New York nel 1918 come artisti e movimenti innovatori dell’arte europea moderna. La simbiosi artistica tra Alfred Stieglitz e Georgia O’Keeffe diventa amore, tanto da portare il fotografo ad organizzare nella sua Galerie almeno una volta all’anno una mostra sulle sue opere. Anche grazie a questo cresce l’affermazione pubblica dell’artista insieme con le quotazioni all’interno del mercato d’arte americano. È nel 1929, nella mitica mostra organizzata al MoMA, tanto importante per il movimento moderno, che Georgia rappresenterà la prima donna artista a partecipare.
La forza dei colori dei suoi dipinti cela l’impressionante forza d’animo di un’artista, da scoprire a Centre Pompidou fino al 6 dicembre.
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