Georitmie: mostra e performance di Mona Lisa Tina alla Vijion Art Gallery

di - 6 Agosto 2021

La Vijion Art Gallery, attiva dal 2010 ad opera dei collezionisti d’arte Valentine e Egon Stuflesser, si incastona nel paesaggio dolomitico della Val Gardena, attirando attenzione sul rapporto che va instaurandosi tra le opere ospitate e il contesto naturale. È per questo spazio che l’artista Mona Lisa Tina (Francavilla Fontana, 1977) declina la mostra “Georitmie” e la performance omonima, che avrà luogo all’inaugurazione di oggi, 6 agosto, presentando un fascinoso progetto inedito, fotografico e legato agli esiti di questa nuova interazione col pubblico.

Affermata performer e arte terapeuta di base a Bologna, Mona Lisa Tina lavora con coerente progettualità da anni “sul” e “col” corpo, vissuto nella propria capacità di comprensione empatica e al di là delle classificazioni di genere, strumento artistico, estetico e simbolico, per promuovere processi di condivisione e di riappropriazione identitaria, esibito e offerto come «Veicolo di comunicazioni significative su più piani di lettura». La sua pratica, visiva e performativa anche impiegata nella formazione, muove dalle possibili interpretazioni del termine “corpo”. «Fisicità alternativa» colta nell’atto della relazione con il sé profondo quanto con l’Altro e i luoghi, e in questa produzione 2020-2021, con la Natura dalla valenza ciclicamente rigenerativa.

Mona Lisa Tina, Rosso 2, 2020, stampa lambda su dibond, cm 100×140

È da intendersi come svolta stilistica la scelta di esporre in questa mostra personale un ciclo fotografico non strettamente attinente, come nei lavori precedenti, alla documentazione delle azioni performative negli ambienti dell’arte, ma costruito a partire da una spinta poetica singolare: “Primario” è il titolo di una produzione di fotografie en plein air sul tema del colore, che viene studiato, indossato, performato come elemento di congiunzione tra il corpo ambiguo dell’artista e lo scenario naturale.

Al Rosso e al Nero sono dedicate le due serie fotografiche in esposizione fino al 4 settembre prossimo alla Vijion Art Gallery, alle quali si affiancano la performance in rosso Georitmie e una selezione di ultimissimi lavori sui colori primari (bianco, blu).

Dagli «Scatti in cui si evoca una dimensione onirica di sospensione e attesa e si attiva un legame ancestrale con la Natura che accoglie l’umanità in un abbraccio rigenerante», all’intervento in presenza, che intreccia al corpo sia suono, che immagini evocative ed azione partecipata, per un contatto dal vivo altrettanto rigenerante.

Come emerge dal dialogo tra l’artista e la curatrice della mostra Livia Savorelli, sono molteplici i rimandi di senso ad altre sue esperienze performative: dall’Albero delle Bugie (2016-2017) a (Non) posso fare a meno di me (2020), «il Corpo è imbrigliato ma il mio giogo è leggero come una ghirlanda di fiori».

Mona Lisa Tina, Rosso 3, 2020, stampa lambda su dibond, cm 100×140

Il loro testo a due voci è pubblicato nel volume appena uscito per Vanillaedizioni “Mona Lisa Tina. Dalla poetica del dolore alla politica dell’amore”, in cui grazie anche ai contributi di Matteo Zauli e del compianto Professore Stefano Ferrari, si approccia alla “dualità della esistenza dell’artista: l’essere arte terapeuta da una parte e performer dall’altra. Due volti che si auto-generano rinnovandosi, nutrendosi l’uno dell’altro”.

A chiusura della personale in Val Gardena, appuntamento per la presentazione della monografia venerdì 17 settembre al Museo Carlo Zauli di Faenza.

Storica dell’arte, e-writer e fotografa, collabora con il Dipartimento delle Arti Visive dell’Università di Bologna dove si è specializzata in Psicologia dell’arte con una ricerca in Neuroestetica. Dal 2011 lavora nell’editoria e nella Comunicazione & Marketing aziendale. È socia della IAAP - International Association for Art and Psychology, impegnata in azioni di promozione culturale.

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