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Gian Maria Tosatti uno e trino, nel Talismano Taverna
Arte contemporanea
Qualche mese fa l’annuncio dell’aggiudicazione del premio Taverna, istituito da Spazio Taverna in collaborazione con EIIS, alla sua prima edizione: Gian Maria Tosatti avrebbe disegnato un talismano come portafortuna per la Capitale. Così, il 23 novembre è stato presentato il risultato di questo lavoro: il Talismano Taverna realizzato in argento e rivestito in palladio. A protezione della città di Roma per il 2021, questo amuleto riporta su una faccia l’orso, simbolo di Spazio Taverna, e sull’altra il disegno ideato appositamente da Gian Maria Tosatti. Composto dal designer e archeologo Leonardo Davighi e dal manager della comunicazione Filippo Sanpaolesi, CōDICEDS è il duo incaricato della produzione dei talismani del premio di Spazio Taverna.
Tosatti e il talismano: un’autoprofezia che si avvera
Il tanto chiacchierato artista, già scelto per il Padiglione Italia alla prossima Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia e nominato direttore artistico della Quadriennale di Roma, si è guadagnato anche il premio Taverna grazie al suo “Concerto Vietato”, esperienza svoltasi nelle stanze di Spazio Taverna nel gennaio 2021. Ludovico Pratesi, Marco Bassan e Andrea Geremicca in qualità di giurati hanno fatto cadere la scelta su di lui, tra gli altri. Così, le esperienze che hanno coinvolto Alessandro Piangiamore, Giulia Cenci, Gianluca Brando, Silvia Giambrone, Namsal Siedlecki non si sono aggiudicate il premio. Quindi, premiato perché, a detta della giuria, meglio ha saputo mostrare come l’arte possa stimolare l’innovazione, Gian Maria Tosatti si è cimentato nell’ideazione del talismano.
Per questo, l’artista ha optato per «Un’immagine evocativa e prestigiosa, ricollegandosi alla storia della città eterna, per sottolineare il carattere simbolico dell’oggetto in maniera diretta e puntuale». Ovvero, l’immagine di se stesso nelle vesti di papa. A quanto pare, da bambino Tosatti sognava di essere papa, una specie di autoprofezia avveratasi con gli ultimi incarichi ricevuti. Ancor di più, a vedersi su di un prestigioso talismano e avendo ricevuto in dono da CōDICEDS un anello papale raffigurante il suo profilo con tanto di tiara e facente un gesto di benedizione.
Però, a scanso di equivoci, l’artista ha precisato: non bisogna prendersi troppo sul serio. Questa scelta è stata dettata anche da una spinta all’ironia, in risposta alle numerose e pesanti critiche che ha ricevuto negli ultimi tempi, entrando nel merito della discussione, quindi, per la prima volta pubblicamente. Infatti, questa immagine deriverebbe da una scherzosa messa in scena durante un’esperienza di Tosatti presso Dynamo Camp. Proprio lì, qualche anno fa, l’artista, alle prese con le attività di ricreazione per bambini affetti da patologie gravi o croniche, aveva avuto modo di giocare insieme agli altri con questa immagine di sé.
Insomma, nell’arte spesso è difficile distinguere il personaggio dall’artista. Già Eugenio Viola aveva definito l’artista “uno e trino”, dopo averlo scelto per il padiglione italiano della prossima Biennale, prima volta di un artista “unico”. Dopotutto, Tosatti potrebbe ancora far cambiare tanti pareri discordanti, non perché si è travestito da Papa ma forse soddisfacendo in futuro aspettative altissime.