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Giulio Saverio Rossi, Prima di un’immagine dopo di un quadro – CAR DRDE
Arte contemporanea
“Prima di un’immagine dopo di un quadro”, è la seconda personale dell’artista Giulio Saverio Rossi (Massa, 1988), ospitata fino al 19 giugno 2021, negli spazi della galleria Car Drde di Bologna, città in cui l’artista ritorna a distanza di tre anni. Le opere esposte, inedite e realizzate appositamente per l’occasione, sono frutto di un’attenta ricerca tra la realtà e l’immagine di essa, vissuta e interiorizzata nell’animo dell’artista, tra l’impatto della luce e la rielaborazione percettiva in seguito all’esperienza fenomenologica vissuta. Ciò che caratterizza i lavori presenti è il senso di scoperta, di dialogo tra un reale sempre più in movimento, digitale e la tradizione artistica, ma anche tra lo studio e la riflessione sulla percezione da parte della vista, dei sensi, del mondo circostante e della luce che lo circonda. È proprio questo che si riflette in Prima di un’immagine, dopo di un quadro (2021) titolo dell’opera principale, che accoglie lo spettatore all’ingresso della galleria e che dà anche il titolo alla mostra. L’artista ha scelto di cogliere l’attimo in cui la luce fa il suo ingresso nell’occhio, mentre allo stesso tempo viene trattenuta e filtrata dalle palpebre e dalle ciglia. Esse vengono rappresentate nell’opera come una foresta, attraverso cui penetra la luce sullo sfondo scuro della tela.
La luce frastagliata dalle ciglia genera uno spettro visivo, che in un lasso di tempo indefinito si imprime, grazie all’elaborazione retinica, nella mente dell’artista, tra il sé e la sua memoria. Come sostiene Rossi in una sua intervista: “In Prima di un’immagine dopo di un quadro, declinato come titolo della mostra, non si tratta di rappresentare l’interno delle mie palpebre – come di fatto avviene nel quadro – quanto di estendere la loro condizione liminale all’esperienza stessa della pittura e della sua fruizione nel perimetro dello spazio espositivo. Il titolo diventa così una possibile risposta ad una domanda implicita: dove si posiziona la pittura se non prima di un’immagine ma dopo di un quadro?”.
E’ proprio dalla continua riflessione sulla pittura, la quale l’artista momentaneamente non ama incastonare e definire in uno stile pittorico riconoscibile, che prendono vita le altre due serie di opere presenti: Item e Farsi un fuoco. Sono delle pistole, tratte da videogames, a essere presenti nei dipinti della serie Item, fluttuanti in verdi paesaggi che, come riferisce l’artista, incarnano la pittura di genere, rimandando alle categorie del notturno, del pittoresco e dell’esotico. Ciò rende possibile la “trasmigrazione” della pittura, ovvero l’applicazione di generi, che seppur non più utilizzabili nell’arte contemporanea, diventano sfondo per immagini digitali, impresse nella mente e scelte dell’artista. Ciò che colpisce osservando le tre opere della serie è una luce splendente, uniforme, che si stende sugli oggetti e su particolari del paesaggio, conferendo alla composizione un senso surreale, iconico e rappresentativo di un immaginario evanescente, ma allo stesso tempo sospeso tra il presente e il ricordo.
Ma la pittura non è solo mezzo per rappresentare ciò che viene catturato e percepito dal principale mezzo anatomico di acquisizione che è l’occhio attraverso lo sguardo sulle cose, ma può, essa stessa, divenire soggetto di un’opera, rimando metaforico della sua essenza. È ciò che emerge dalla quattro opere della serie Farsi un fuoco (2021): i tubi di cartone, anima su cui vengono avvolte le tele, sono caratterizzati dalla presenza di fiamme dalle campiture gialle, arancioni, marroni, divenendo segmenti di collegamento tra le sale dello spazio espositivo, ma anche tra le opere presenti, opere che si fanno portavoce delle idee che animano la pittura stessa. Essi rappresentano lo spazio di tempo intercorrente tra l’idea e il prima del suo concretizzarsi e prendere vita tramite la pittura. La tela è il mezzo con il quale l’artista si esprime, prediligendo il linguaggio pittorico e scegliendolo come universale, fonte inesauribile di spunti e rimandi, grazie alla lunghissima tradizione storica. I tubi di cartone, animati da fiamme scintillanti, si rivestono del fuoco sacro della creatività, che caratterizza l’operato dell’artista, quel fuoco che consente la sperimentazione di nuovi linguaggi espressivi, di nuovi orizzonti rappresentativi dove l’innovazione, le nuove tecnologie, il digitale, si fondono con i molteplici spunti derivanti dalla storia dell’arte.