Guillermina De Gennaro, Incontro con la natura (Work of Nature) – Acta International

di - 8 Febbraio 2022

Lo spazio Acta International si apre alla personale “Incontro con la natura (Work of Nature)” di Guillermina De Gennaro, a cura di Manuela De Leonardis; esposta dal 5 al 25 febbraio 2022 la mostra è realizzata in collaborazione con Misia Arte.
Ready for Nature, il titolo scelto per la collana di fotografie a colori che l’artista ha scattato durante il lockdown, nella primavera del 2020 e poi nel 2021, passeggiando lungo sentieri di provincia intorno alla città di Bari, dove vive e lavora.
Descrizioni per immagine di paesaggi in divenire, che sembrano per lo più scorci di campagna e che invece si rivelano luoghi alle porte della città, dove però la natura è già intervenuta con il proprio lavoro; o meglio, con il proprio lavorìo frusciante di crescita, ispessimento, avviluppo di fronde, sussurrato coinvolgimento.
Nella prima delle due sale campeggia la grande foto di un muro cittadino, i rampicanti lo coprono per metà: è l’emblema dell’incontro.
La rassegna dell’artista argentina, evoluzione dei precedenti lavori Neonature e Inglobe, si scopre da subito anche in dialogo con l’ambiente nella quale è immersa. Via Panisperna è tra le vie più vezzose di Monti, il rione degli empori vintage, delle botteghe e delle trattorie, dove la concitata flânerie, diurna o serale, sedotta dall’aulica prossimità del Colosseo e dei Fori Imperiali, è mitigata dal poetico, disordinato infoltirsi di edere e viticci attorno a fontane, case e pertugi.

Guillermina De Gennaro, Work of Nature, 2021

L’idea di Guillermina De Gennaro è quella di mettere in luce, attraverso i suoi scatti, alcuni dettagli sottesi. La natura prende il sopravvento, s’insinua nelle cose secondo una logica costruttiva, opposta all’umana ratio, sempre distruttiva. Non c’è tensione, ma intenzione. Una direzione precisa della natura, che non è presentata qui né nelle vesti dell’inesorabile femme leopardiana, né in quelle leggiadre di taglio arcadico; per quanto, alcuni scatti conservino un sapore bucolico, grazie alla messa a fuoco sul mondo animale: si scorgono colombi o greggi che brucano, in lontananza una chiesa diroccata.
L’ispirazione viene all’artista dal poeta e filosofo Gaston Bachelard e in particolare dal suo saggio La poetica delle cose del 1957: l’uomo è l’unica creatura che rifiuta l’habitat naturale, prediligendo un habitat artificiale.
Ci sono casali abbandonati dove è evidente, eppure nascosta, la modalità di azione della natura. Le radici si mescolano al cemento aggrappandovisi con vigore, le chiome degli alberi sbucano dalle corti interne e fra le mura di antiche dimore. Pareti spaccate da cui si scorgono alberi, radici, steli, fronde. Fabbricati in degrado sono colti in uno stato curioso di restrizione, “quasi di autodistruzione”, nelle parole dell’artista, come a voler fare spazio ad una nuova via che è l’incedere della natura.

Guillermina De Gennaro, Work of Nature, 2021

Retentissement è allora la formula enigmatica e ctonia di fruizione per questa personale. Retentissement, che Bachelard spiega essere un tipo di profonda immedesimazione con il sentire dell’artista, quasi un transfert, in grado di far affiorare al singolo echi dal proprio intimo passato e insieme fornire nuovi occhi con cui vedere le cose. Work of nature non è guardare un paesaggio fotografato, ma osservarlo e fare esperienza di lucida rêverie.
Un’unica istallazione accompagna la serie fotografica: si tratta del calco di una statua antica sormontata da piante che ne coprono il volto. Un invito alla riflessione sul rapporto tra natura e bellezza classica. Mentre tutto si muove e si corrompe modificandosi, avviene il sopravvento del fascino arboreo e inestricabile sulla bellezza dell’arte umana.
Allora l’incontro con la natura è più che un incontro, questo sembra il messaggio di Guillermina De Gennaro: esso è un intreccio, un intrico, un abbraccio, un vitale garbuglio. E anche uno stimolo bisbigliato a considerare le radici come nostre radici.

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