-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Her ship was so small: l’archivio fluido di Alice Pedroletti arriva a Milano
Arte contemporanea
Dopo Bruno a Venezia nel 2022, da Commerce a Milano, il 13 luglio, dalle 18:30, verrà finalmente presentata la pubblicazione The city, the island. ATRII/Berlin, di Alice Pedroletti, sostenuta dall’Italian Council 9, che racchiude i passaggi teorici e discorsivi della ricerca dell’artista, oltre a disegni e immagini. Scritta in tre lingue, rilegata a mano e pubblicata in 300 pezzi, la Zine è pensata come un oggetto scultoreo con diversi elementi mobili, ed è stata realizzata in collaborazione con la graphic designer Ilaria Pittassi. Verranno inoltre presentate alcune delle opere che accompagnano la pubblicazione: un’occasione unica per entrare nel vivo di un lavoro che proseguirà tra Grecia e Italia nei prossimi due anni.
Artista e ricercatrice di Milano che da qualche anno vive e lavora a Berlino, Alice Pedroletti esplora molteplici media, come la fotografia, la scultura e l’archiviazione come metodologia e pratica artistica, attraverso uno sguardo immaginativo, critico e contemporaneo. La ricerca di Pedroletti, infatti, si distingue proprio per il costante rapporto con l’archivio: strumento che utilizza e crea in ogni suo lavoro e progetto, incrociando architettura, geografia e geopolitica per sottolineare i diversi aspetti della società contemporanea e dell’essere umano.
Untitled Association, che dal 2020 collabora con l’artista, ha recentemente presentato a Berlino Her ship was so small, mostra personale terzo capitolo del più grande progetto The city, the island, con cui Pedroletti ha vinto l’Italian Council 9. Her ship was so small segue Islands never cry, del 2021 presso lo ZK/U di Berlino, e Death of a folding boat on dry land, presentato nel 2022 a Milano, durante miart. Dal 27 aprile al 31 maggio, presso la nogallery di Berlino, l’artista ha invitato il pubblico a sperimentare una dimensione artistica nuova e insolita, che gioca con i confini della percezione tra analogico e digitale, tra segno grafico e disegno, tra elementi naturali e la loro rappresentazione visiva. La mostra è inoltre un esercizio sull’editoria come strumento spaziale nell’arte contemporanea, in cui l’artista, in dialogo con la graphic designer Ilaria Pittassi, riflette sullo strumento e oggetto libro come archivio del processo artistico, e sul suo rapporto con lo spazio, attraverso mostre modulari che presentano opere capaci di entrare in dialogo a seconda della narrazione o ricerca che il libro stesso propone.
Visualizza questo post su Instagram
Un post condiviso da Alice Pedroletti (just call me Alice) (@alice.pedroletti)
Her ship was so small, che trae il titolo da un libro di Ann Davison – prima donna velista ad attraversare l’Oceano Atlantico in solitaria -, è pensata in complicità con Dalia Maini, scrittrice, agitatrice e caporedattrice di Art of the Working Class, ed è accompagnata da alcune riflessioni nate proprio dal dialogo tra Dalia e Alice, che da oltre dieci anni ricerca il tema delle isole, dell’acqua e del vento come elementi caratterizzanti di un data geografia, e delle barche come strumento corporeo di archiviazione e navigazione.
Cosa rappresentano le isole nella società contemporanea? E quali strumenti sono stati impiegati per avvicinare la nostra immaginazione alla lontananza di questi luoghi frammentati? Come possiamo rendere tangibili le emozioni che ci legano ad essi?
Sono alcune delle domande che Pedroletti si è posta nel preparare la mostra durante la Women Artists in Residence, residenza artistica a Schwanenwerder, isola berlinese nel Große Wannsee con una storia legata a personaggi come Alexander Parvus, Joseph Goebbels, Gustav Fröhlich, Ernst Udet, and Axel Springer ed ad oggi interamente privata: l’acqua dell’Havel, le sponde che la delimitano e la condizione stessa di isola sono quindi totalmente inaccessibili per i visitatori; una caratteristica che solleva delle importanti riflessioni sulla privatizzazione e accessibilità delle risorse naturali, ma anche sul privilegio e significato del vivere in contesti unici al mondo e sul ruolo che un artista assume oggi nei confronti della società proprio vivendo in determinati contesti.
Attraverso un’arte che sovrappone differenti tempi e luoghi, Pedroletti ha utilizzato la barca, in particolare una barca pieghevole, come punto di partenza, esercizio formale e dispositivo architettonico per attraversare geografie e condizioni sociali, immaginando costellazioni urbane e speculative di interconnessione. Un viaggio tra luoghi e nella pratica artistica stessa, che ha coinvolto il pubblico in una mappa cartografica emozionale, in cui le isole urbane e naturali si intrecciano, creando un tessuto unico di luoghi distanti, anche se legati dall’azione dell’artista che li accomuna e relaziona attraverso la propria poetica e narrazione.
Alice ha impiegato strumenti sia canonici che sperimentali: la fotografia, medium da sempre utilizzato da Pedroletti, è accompagnata da disegni di piccolo e grande formato, oltre a due installazioni e al video realizzato in collaborazione con Isaac Schaal e che vede Alice in dialogo con un’Intelligenza Artificiale (AI) programmata come assistente o duplicato dell’artista stessa e addestrata con un archivio di progetti di costruzione di barche ordinate in modo atipico: un dataset emotivo e percettivo riorganizzato per creare un linguaggio visivo intimo, capace di comunicare con la macchina in modo esclusivo. Pedroletti ha poi scelto tra le migliaia di disegni dell’AI un proprio set di bozzetti con i quali ha lavorato e sta ancora lavorando, nell’esercizio di ridefinire il significato storico delle barche, trasformandole da strumenti di spostamento o svago ad involucri ed esoscheletri capaci di proteggere e cambiare forma a seconda del corpo che le abita. Un oggetto che sia un archivio vivente di emozioni, memoria e possibilità.
Durante la mostra di Berlino, esattamente come a miart nel 2022, il pubblico ha potuto immergersi nel video Her ship was so small (the boatbuilder) – SLOW, dove la barca diventa un oggetto fluido e organico in costante mutazione, ma che conserva tracce di resistenza e affetto verso la forma e l’idea di barca che l’uomo ha definito nell’arco della propria esistenza. L’ipnotico wallpaper Death of a folding boat on dry land sempre del 2022, parte dell’omonima istallazione e prodotto dalla storica azienda italiana Jannelli&Volpi, crea un arcipelago ordinato di barche, con migliaia di segni astratti e primitivi che trasportano il visitatore in un mondo di suggestioni tra proiezioni, sovrapposizioni e il tempo sospeso del processo creativo che l’artista condivide con il pubblico.
La mostra si è svelata lungo le pareti della galleria con una nuova serie di disegni di piccolo e grande formato in dialogo con il dataset dell’AI, Her ship was so small (the designer) e Her ship was so small (the architect), e con diverse nuove fotografie tratte da Study for an Archipelago, realizzate tra la Germania, l’Italia e la Grecia, in una combinazione di informazioni e archivi che ha guidato il pubblico in un percorso unico ed organico.
L’inaugurazione della mostra di Berlino ha coinciso con Toward the Archipelago, presentazione della pubblicazione e tavola rotonda ideata e moderata da Dalia Maini che ha visto Alice Pedroletti in dialogo con l’attivista culturale, curatrice e ricercatrice Alessandra Saviotti – già presente nella pubblicazione – e l’artista Derek MF Di Fabio. Partendo proprio da The city, the island la conversazione ha approfondito temi legati all’influenza delle risorse culturali e ambientali sulle infrastrutture urbane e sulle pratiche artistiche collettive, aprendo nuove prospettive sulla connessione tra le isole e il nostro modo di vivere attraverso un glossario di termini, idee e progetti con cui “navigare” più consapevolmente.