11 novembre 2021

Hi Woman! Tutte le (nuove) donne di Palazzo Pretorio a Prato

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Presentata oggi alla Triennale la mostra che, a cura di Francesco Bonami, porterà l'arte contemporanea in dialogo con uno dei più belli palazzi italiani

Foto 1. Paola Pivi, Have you seen me before?, 2008 Schiuma poliuretanica, piume, plastica, legno, acciaio - 108 x 200 x 100 cm courtesy Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Rileggere il patrimonio storico, con l’aiuto dell’arte contemporanea. È questo il messaggio lanciato stamattina dall’Assessore alla Cultura di Prato, Simone Mangani, presentando alla Triennale la mostra “Hi Woman! La notizia del futuro”, a cura di Francesco Bonami.
A dirla tutta già in varie occasioni il meraviglioso Palazzo Pretorio, sede della mostra a partire dal prossimo 11 dicembre, ha ospitato l’arte di oggi e infatti, come ricorda la direttrice, Rita Iacopino, “Ancora una volta il Museo si interroga sul tema del dialogo tra i molti contemporanei possibili, tra passato e presente”.
E a interrogarsi sul tema dell’Annunciazione, saranno 22 artiste contemporanee ognuna con il proprio “segreto da rivelare”: Huma Bhabha, Irma Blank, Koo Donghee, Marlene Dumas, Isa Genzken, Jessie Homer French, Roni Horn, Jutta Koether, Andrew LaMar Hopkins, Maria Lassnig, Babette Mangolte, Lucy McKenzie, Aleksandra Mir, Susan Philipsz, Paola Pivi, Maja Ruznic, Jenny Saville, Fiona Tan, Genesis Tramaine, Andra Ursuta, Marianne Vitale, Lynette Yiadom-Boakye.
Perchè tutte donne? “Non per rispettare una correttezza politica scontata – si legge nel comunicato stampa diffuso oggi – ma per sottolineare la centralità del soggetto femminile nella narrazione antica e contemporanea”.
E così il messeggio dell’Arcangelo si fa “notizia del futuro”, in una trasformazione pop “Che non è una mancanza di rispetto, ma un omaggio a uno dei temi più noti della storia dell’arte”, sottolinea Bonami.
E un omaggio anche alla collezione permanente del Pretorio, per cercare e innescare cortocircuiti di senso e significato, per stimolare il pubblico a nuove letture. Per non dimenticare, nemmeno, la nostra tradizione culturale e occidentale. E, non in ultimo, il mistero della vita che arriva e che porta con sé sconcerto, meraviglia e inquitudine. Come sempre lo porta il messaggio dell’arte.

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