Damien Hirst a pezzi: il collettivo MSCHF ritaglia gli spots e li mette in vendita

di - 7 Maggio 2020

La MSCHF non si è smentita nemmeno questa volta, quando il 27 aprile ha lanciato sul proprio sito web l’ultima e spiazzante iniziativa. Il collettivo artistico di base a New York ha infatti comprato una stampa di Damien Hirst dal valore 30mila dollari per ritagliare tutti i suoi 88 spots colorati e venderli singolarmente.

Provocatoria e controcorrente, la start up nata nel 2016 è diventata presto famosa per creare progetti e prodotti davvero inusuali, di quelli che alcuni potrebbero definire genialate e altri semplicemente spazzatura. Per capire bene di che cosa si tratta basta nominare il loro pezzo forte: le Jesus Shoes, le scarpe Nike Air Max 97 riempite con l’acqua santa proveniente dal fiume Giordano. Non è passato inosservato nemmeno The Persistence of Chaos, un laptop infetto da sei dei virus informatici più pericolosi al mondo, venduto per 1,35 milioni di dollari. E se questo sembra bizzarro, cosa dire dell’app che ti permette di guardare Netflix mentre stai al lavoro o del canale Youtube con centinaia di video di un uomo che mangia di tutto, da un barattolo di maionese a una foto di Pete Davidson.

Ebbene, la loro ultima campagna chiamata Severed Spots si è spinta ancora una volta oltre i confini dell’immaginabile. La società ha comprato un’opera di Damien Hirst dal valore di $ 30 mila per ridurla in tanti piccoli pezzi, 88 per la precisione, come i punti che vi sono rappresentati. Ogni ritaglio (3.5 x 3.5 cm) con il punto colorato nel centro è stato venduto al prezzo di $ 480 in pochissimi secondi. Ma non è finita qui, la cornice della stampa con tanto di firma autografa di Hirst è stata messa all’asta a partire da 126mila dollari e nelle ultime ore ha già raggiunto i 173mila dollari. Lo scopo è un atto di protesta contro gli investitori che fanno business comprando frazioni di opere d’arte costosissime: «La chiave del successo nello sfuggente mondo dell’arte è: il merchandising!» recita il manifesto dell’iniziativa «forse non abbiamo bisogno di altri zombie wallwork, dobbiamo distribuire solo quelli che abbiamo!»

Non esiste un filo conduttore tra i loro progetti, così come non esiste un limite alla creatività dei dieci giovanissimi componenti dell’istrionico gruppo. «La nostra prospettiva è che tutto sia divertente in un modo nichilista» ha detto Gabriel Whaley, il CEO di MSCHF «Non siamo qui per rendere il mondo un posto migliore. Stiamo facendo luce su quanto tutto fa schifo». È forse questa l’unica verità che si nasconde dietro i loro assurdi progetti, prendere in giro tutto e per tutto, denunciare i paradossi del ventunesimo secolo, e farlo nel modo più spregiudicato che possa esistere.

I lavori di MSCHF escono ogni due settimane e sono fruibili sul loro sito internet, il prossimo appuntamento è fissato per il 12 maggio. Per chi non volesse perdersi nessuna data, è possibile scaricare la MSCHF APP disponibile solo per il sistema operativo iOS.

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