-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Hong Kong, la nuova, grande installazione di JR disturba il Feng Shui
Arte contemporanea
L’ultima grande installazione dello street artist francese JR, recentemente presentata a Hong Kong come anticipazione dell’imminente edizione di Art Basel, non è stata proprio beneaugurante. Almeno secondo l’opinione degli esperti di Feng Shui, che hanno aspramente criticato l’opera. Si tratta della sagoma gigantesca di un’atleta colta nell’attimo decisivo del salto in alto, con il corpo incurvato e la testa all’indietro rivolta verso il favoloso skyline della città. Ma per il Feng Shui è una persona in caduta da uno dei vertiginosi grattacieli che si stagliano proprio sullo sfondo e, quindi, un’immagine portatrice di cattivo presagio.
L’installazione misura 12 metri di altezza per altrettanti di larghezza ed è allestita all’Ocean Terminal Deck di Tsim Sha Tsui, nel distretto di Kowloon, uno dei più antichi moli commerciali della città. Intitolata Rising Up, per la serie “Giants”, è stata svelata questa settimana, prima dell’apertura di Art Basel Hong Kong, la cui preview è in programma a partire dal 21 marzo. Commissionata da Harbour City, il più grande centro commerciale di Hong Kong, l’opera rimarrà visibile fino al 23 aprile e, a questo punto, non rimane che sperare che il suo impatto sui destini delle città non sia così catastrofico.
Per JR, si tratta di un momento opposto a quello della caduta, in quanto l’atleta sarebbe ancora in fase di salto anche se le sensazioni non possono che convergere. D’altra parte, secondo un antico detto cinese, dopo aver saltato, non si può che cadere. L’artista ha anche voluto rendere un omaggio alla città, usando una impalcatura di bambù realizzata secondo una tecnica di costruzione tradizionale, considerata più sicura dell’acciaio e inserita nell’elenco del patrimonio culturale immateriale della città. E il Feng Shui – letteralmente “vento” e “acqua” – in effetti, non è poi così tanto diverso: si tratta di una infatti di una antichissima arte di derivazione taoista, che mette in relazione simbiotica e dinamica il microcosmo e il macrocosmo, la psiche umana e la disposizione dell’universo. Nell’interpretazione occidentale è una sorta di interior design ma, a suo modo, rappresenta una vera tecnica di costruzione, solo un po’ più complessa rispetto a una concezione dell’architettura ridotta a impalcatura, andando a considerare ogni intervento umano come facente parte di una concatenazione di trasformazioni, non solo preesistenti ma anche in prospettiva.
«Non sembra qualcuno che è caduto da un edificio atterrando su un’impalcatura di bambù, con il corpo che ne viene trafitto?», si è chiesto il maestro di Feng Shui Po Sin, in un video pubblicato sul suo canale YouTube. Il punto di vista di Po Sin è stato ripreso da un post su Facebook scritto dal praticante di Feng Shui Steve Lee e loro opinioni sono state condivise da vari utenti. Lee ha anche confrontato il cattivo presagio proiettato dal nuovo lavoro di JR con quello dell’installazione pubblica di Kaws del 2019, quando l’artista americano presentò una delle sue gigantesche sculture gonfiabili con gli occhi a croce, riversa sulla schiena e galleggiante sull’acqua di Victoria Harbour. In effetti, detta così, è un po’ macabra.
Di certo, negli ultimi tempi, la vita a Hong Kong non è stata semplice: tra le dure restrizioni per il Covid, che qui durano ormai da tre anni, e i disordini politici difficilmente districabili, ci sono segnali di una decrescita della popolazione. Per rendere più attrattiva la città, il governo ha anche lanciato il Top Talent Pass Scheme, un permesso che consente di vivere a Hong Kong per due anni, concesso a chi si è laureato in una delle 100 migliori università del mondo (nella lista non ci sono atenei italiani).
Nonostante questi segnali, la città rimane uno degli snodi più vitali per l’economia di tutto il mondo. Le gallerie d’arte e i musei occidentali continuano a essere interessati alla possibilità di avere lì una propria sede. Proprio domani, 18 marzo, la rinomatissima casa d’aste Phillips aprirà un nuovo spazio alla WKCDA Tower, nel distretto culturale di West Kowloon. Anche Art Basel ha annunciato un grande ritorno. La fiera si terrà dal 23 al 25 marzo, con preview il 21 e 22, e ospiterà ben 177 gallerie, provenienti da 32 Paesi. In programma anche una rinnovata edizione di Encounters, la sezione dedicata alle opere su larga scala, in mostra per la prima volta dall’anno della pandemia.
Dunque, la nuova opera di JR sarà davvero di cattivo auspicio? Sicuramente dipende anche dalla disposizione di chi osserva ma d’altra parte, fin troppo spesso, nell’arte contemporanea, ciò che viene definito site specific si riduce a una interpretazione poco accorta del luogo, considerato un contenitore neutrale e senza fondo. Insomma, meglio non scherzare con il Feng Shui.