Hybrida Tales by Untitled Association #2: Numero Cromatico e bruno

di - 1 Maggio 2021

Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato circa 150 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi. Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituirà una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.

Numero Cromatico

Fondato nel 2011 a Roma da un gruppo di ricercatori appartenenti al mondo delle arti visive e a quello delle neuroscienze, Numero Cromatico è centro indipendente di ricerca e produzione, improntato da una dinamica sperimentale, spesso condotta servendosi di meccanismi relazionali e partecipati legati a progetti di ricerca di lunga durata, e fedele a una vocazione multidisciplinare che sconfina i limiti tradizionali dell’arte. Sin dalla sua fondazione, Numero Cromatico ha ideato e condotto molteplici attività che applicano l’approccio scientifico alla sperimentazione artistica, dando vita a mostre, conferenze, seminari, performance, laboratori, eventi e progetti editoriali legati inscindibilmente a una riflessione sulla psicologia dell’arte, la psicologia cognitiva, la neuroestetica sperimentale, la comunicazione in relazione all’Intelligenza Artificiale.

Sin dal 2011 Numero Cromatico si occupa di editoria attraverso la pubblicazione di accurate edizioni d’arte, tutte prodotte con un’attenta scelta dei contenuti e una scrupolosa cura del dettaglio, alcune pubblicate in copie limitate e numerate. Dal 2016, grazie alla partnership tecnica di Tipografare, è un punto di riferimento a Roma nella stampa ecologica con tecnologia risograph. Strettamente legata alla attività editoriale del centro di ricerca e mezzo privilegiato per veicolarne i contenuti teorici e speculativi sin dal 2011, la rivista internazionale Nodes è l’unico periodico italiano incentrato sulla relazione tra arte e neuroscienze. Attraverso la collaborazione con artisti e scienziati di rilevanza internazionale, e ricercatori universitari di tutto il mondo – con contributi, tra gli altri, di Sergio Lombardo, Julian Klein, Martin J. Kemp, Semir Zeki – Nodes costituisce un felice esempio di come l’attivazione di dinamiche collaborative e sperimentali possa condurre a una riflessione attenta sulle molteplici possibilità dei mezzi espressivi.

Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?

Numero Cromatico è l’unico collettivo artistico in Italia formato da artisti e neuroscienziati, un gruppo ibrido che in questi anni ha portato la propria ricerca a sconfinare i limiti disciplinari tradizionali dell’arte, cercando di svilupparla nella ricerca artistica, scientifica, editoriale e divulgativa. Un gruppo che è anche un centro di ricerca e di produzione artistica che studia e guarda ai più avanzati studi sulla percezione dell’essere umano.

Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?

Roma è la città che ci ha fatto incontrare ed è stato un luogo importante per l’arte in Italia, anche nella nostra storia recente. Non riteniamo però di avere un legame esclusivo con la città, anche perché la nostra attività ci porta a relazionarci con ricercatori di tutto il mondo. È stato necessario guardare oltre il territorio nazionale, perché in Italia l’approccio scientifico all’arte fa ancora fatica ad entrare nel sistema dell’arte contemporanea.

Cosa significa per voi sperimentazione?

George Kubler nel suo saggio del 1962 La forma del tempo, associa l’evoluzione della produzione artistica al procedere dell’umanità, e lo fa con queste parole:

«Ogni opera d’arte importante può essere considerata come un avvenimento storico e allo stesso tempo come la soluzione faticosamente raggiunta di un certo problema (…) Ogni soluzione indica che c’è stato un problema al quale erano già state date altre soluzioni e per il quale saranno probabilmente trovate ancora nuove soluzioni dopo quella ora offerta. Con l’accumulo delle soluzioni il problema cambia aspetto». Se assumiamo come corrette le parole di Kubler,la sperimentazione artistica deve essere intesa come un metodo, con regole precise, con lo scopo di trovare particolari soluzioni a determinati problemi estetici. L’indagine artistica deve porre e risolvere questioni teoriche prima che formali, deve immaginare mondi, teorie estetiche, umanità sempre nuove di cui l’oggetto artistico è solo un’estrema sintesi.

© È per te il nostro boato, Verso libero, 2018. Ph. Numero Cromatico.

bruno

bruno è dal 2013 lo pseudonimo di Andrea Codolo e Giacomo Covacich. Il progetto, con sede a Venezia, combina uno studio di grafica, uno spazio espositivo e una libreria specializzata con focus sulla comunicazione visiva ed editori indipendenti internazionali. Quanto al design della comunicazione, lo studio si occupa in particolare di identità visuali, allestimenti espositivi, progetti editoriali, design di informazioni e visualizzazione dati in collaborazione con istituzioni, fondazioni culturali e clienti privati. Dal 2014 bruno è inoltre diventato un marchio editoriale.

Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?

È fonte d’ispirazione e stimolo nel nostro quotidiano, dalla pratica progettuale alla produzione editoriale.

Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?

Venezia è la nostra città e ne abbracciamo ogni giorno le magie e le criticità.

Ha giocato un ruolo fondamentale nell’avvio del nostro progetto ed è tuttora motivo di sfide quotidiane e territorio fertile per coltivare nuove connessioni.

Cosa significa per voi sperimentazione?

L’attitudine strettamente legata al fare-progettuale, un continuo mettersi alla prova.

Louis De Belle, Disappearing Objects, Venezia, bruno, 2018more
bruno, Venice.more
bruno, Venice.more
Giovanna Silva, UN, Venezia, bruno, 2020.more
Bookmark, performance di David Horvitz durante Open Book Launch (evento inaugurale dell’edizione 2019 di BookBiennale)more
Flavio Favelli, Il bello inverso, Venezia, bruno, 2019more

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