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Hybrida Tales by Untitled Association #31: INCURVA e Spazio Volta
Arte contemporanea
di redazione
Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato oltre 200 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.
Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituirà una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.
Qui trovate tutte le puntate già pubblicate.
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INCURVA
Fondata nel 2016, INCURVA è una realtà no profit con l’obiettivo di rendere il territorio della Sicilia Occidentale un terreno fertile per la ricerca sull’arte contemporanea, riattivare i suoi spazi pubblici e stimolare dialoghi con le sue comunità locali attraverso una piattaforma per residenze, talk e mostre.
Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«Crediamo esista un comune intento a rivolgere una più sensibile attenzione al paesaggio – non necessariamente alla produzione in risposta allo stesso – e a porre le basi per la creazione di una nuova topografia culturale, entrambe traiettorie di ricerca assolutamente riconoscibili nella nostra posizione decentrata rispetto a quelli che si considerano i centri classici».
Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?
«Il territorio in cui operiamo modella quello che siamo e determina il corso dei nostri progetti, dunque l’attività che svolgiamo deve organicamente adattarsi ai suoi ritmi e alle sue stagioni, ma la ricchezza che riceviamo in cambio rende valido il compromesso. Il processo di ricerca degli artisti invitati tende inoltre sempre ad armonizzarsi con la specificità del luogo, che offre loro delle condizioni totalmente uniche, dove le peculiarità geografiche, storiche e sociali diventano fonte di ispirazione, di sperimentazione, di nuovi dialoghi e scambi».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«Fornire modelli alternativi per lo sviluppo di processi creativi e garantire l’esistenza di piattaforme che consentano una reale autonomia su questioni inesplorate dalla ricerca artistica più istituzionale. In Curva Blu, ad esempio, gli artisti con cui collaboriamo sono invitati a ricercare ed approfondire temi e processi già presenti nelle loro pratiche, al contempo lasciandosi contaminare dalla presenza degli altri artisti e dalle specifiche caratteristiche del territorio, liberi da qualsiasi richiesta di restituzione materiale alla fine del loro tempo in residenza».
Spazio Volta
Fondato nel 2020 da Edoardo De Cobelli, Spazio Volta è uno spazio espositivo no-profit dedicato alla cultura e all’arte contemporanea, affacciato su piazza Mercato delle Scarpe, a Bergamo. Lo spazio ospita progetti ed esposizioni temporanee nel locale inferiore dell’ex chiesetta di San Rocco, un’ex cisterna romana. Spazio Volta include inoltre una sala di lettura, che ospita un’iniziativa editoriale in collaborazione con REPLICA e uno spazio off-site dedicato a progetti site-specific, all’interno di due arcate murarie, fondamenta del Monastero del Carmine di città alta. Lo spazio promuove giovani artisti italiani e internazionali, supportando la realizzazione di nuove mostre e stimolando il confronto con il pubblico più ampio, grazie alla visibilità che offre la vetrata e la posizione geografica.
Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«Spazio Volta è una finestra sul contemporaneo in città alta, a Bergamo. Una finestra in senso figurato, perché permette di conoscere artisti internazionali, giovani o con ancora relativa visibilità negli spazi istituzionali che altrimenti non si incontrerebbero; e una finestra in senso figurativo, perché lo spazio si affaccia sulla piazza di ingresso a città alta attraverso una grande vetrata a mezzaluna, che permette di abbracciare l’intero luogo con lo sguardo dall’esterno».
Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?
«Il legame è molto stretto: Spazio Volta è radicato nella storia della parte vecchia della città, avendo a disposizione luoghi storici ed avendo inoltre una spiccata dimensione pubblica. Ci teniamo particolarmente a collaborare con altre realtà vicine alla nostra, come abbiamo fatto in passato, per stimolare il dialogo e promuovere il contemporaneo nelle sue più diverse manifestazioni».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«La sperimentazione è legata al concetto di nuova produzione per le iniziative espositive, nel momento in cui invitiamo gli artisti a presentare progetti inediti. Ma la sperimentazione coinvolge la realtà espositiva stessa, che unisce un luogo unico nel suo genere – una cisterna romana in pietra – trasformato in spazio espositivo, ad uno spazio editoriale, che si collega a una biblioteca e infine ad un luogo espositivo all’aperto. Spazio Volta è sperimentazione progettuale, collaborativa e produttiva sotto ogni punto di vista».