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Hybrida Tales by Untitled Association #36: casapiena microcentro e Reading Room
Arte contemporanea
di redazione
Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato oltre 200 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.
Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituirà una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.
Qui trovate tutte le puntate già pubblicate.
casapiena microcentro
casapiena microcentro nasce per iniziativa di Pietro Librizzi come un polo di diffusione e fabbricazione della cultura contemporanea di ricerca. I progettisti invitati trascorrono un periodo in bassa stagione per raccogliere informazioni e intessere relazioni, producendo infine un evento fruibile dalla popolazione locale più ampia. Casapiena giova di una biblioteca in espansione, uno spazio espositivo e di un parco tecnico per proiezioni e concerti intimi.
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Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«L’attività di casapiena si pone di realizzare progetti espositivi come incontro di mondi diversi. In quanto artista formato a Londra ma cresciuto in Sicilia, tale demografia divisa ha generato un desiderio per la diffusione del lavoro di personalità esemplari, con l’impeto di avanguardia di una galleria d’arte e l’anti-economia di un atelier condiviso. Casapiena è impegnata a creare rete con altre realtà di simili interessi, qualunque sia la loro forma e il loro profilo istituzionale».
Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?
«La zona che interessa casapiena, il Parco delle Madonie, è estremamente ricca dal punto di vista naturalistico, architettonico e antropologico. Nella realizzazione dei progetti si costruisce un legame intimo con il posto, così che l’evento culminante dei progetti di residenza è sentito come un piacevole affare familiare. L’opera di casapiena punta anche a fornire uno spazio per le iniziative locali non abbracciate dalle istituzioni, costituendo un punto di riferimento per il territorio».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«La sperimentazione nei progetti di casapiena punta a consolidare elementi culturali in pericolo tramite materializzazione di saperi orali, l’uso e il recupero di tecniche artigianali a rischio e la riformattazione di materiali da epoche e desideri cambiati. L’intera missione espositiva di ‘casapiena’ richiede flessibilità ai progettisti circa la differenza culturale tra centro e periferia, senza sacrificare l’etica personale ma esigendo consapevolezza verso la trasmissione della conoscenza».
Reading Room
Reading Room nasce dal desiderio di dare voce e visibilità a un fenomeno che in questi anni, attraverso progetti editoriali visionari, sta ridefinendo il sistema dell’editoria e il senso della carta stampata ai tempi di internet. Con i suoi 35 metri quadrati, Reading Room vuole essere un luogo d’incontro per gli appassionati, i collezionisti, gli addetti ai lavori e tutti coloro che, incuriositi, decideranno di entrare per sfogliare una rivista. Fotografia, arte, moda, design, musica sono tra i principali argomenti approfonditi negli oltre 250 titoli internazionali accuratamente selezionati per animare Reading Room, ma anche illustrazione, viaggi, cucina, letteratura, natura ed erotica.
Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«I magazine che popolano gli scaffali di Reading Room rappresentano una potente istantanea del contemporaneo. Questa nuova editoria periodica è un fenomeno che non ha nulla di nostalgico, la carta stampata e in particolare il periodico sono oggi tra i medium prediletti dalle arti contemporanee e dalle cosiddette industrie creative, in modo complementare e non antitetico al digitale. La selezione operata da RR predilige proprio quei progetti di ricerca con una freschezza di approccio ai rispettivi temi, progetti che talvolta riescono addirittura a indicare prospettive nuove».
Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?
«Milano è una città in cui storicamente operano industrie creative e culturali: design, architettura, moda, editoria, discografia. Per gli addetti ai lavori Reading Room è prima di tutto il luogo in cui scovare contenuti interessanti, trovare ispirazioni e spunti in progetti editoriali avanzati e sperimentali. A questo si sommano le diverse iniziative di approfondimento come talk, cicli di incontri e laboratori con studenti, e ancora la rete con altre realtà cittadine con cui abbiamo affinità, come Radio Raheem, Walden Café, Sunnei, Modes, Riviera».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«Sperimentare significa uscire dalla griglia, utilizzare gli strumenti più avanzati per offrire dei contenuti sempre più stimolanti. I progetti editoriali più virtuosi sono proprio quelli che riescono a bilanciare bontà dei contenuti e soluzioni editoriali all’avanguardia. Sperimentare non vuol dire necessariamente “forzare la mano” con la grafica e il layout di un magazine, quanto piuttosto utilizzare i vari elementi (testo, immagini, formato, materiali) con uno spirito contemporaneo, consapevole dei canoni e delle tradizioni ma anche libero di giocare e sperimentare appunto».