28 marzo 2022

Hybrida Tales by Untitled Association #37: intervista a Carla Chiarchiaro, gallerista

di

Untitled Association presenta Hybrida Tales, una mappatura di spazi indipendenti, artist-run spaces e associazioni culturali in tutta Italia: la parola a Carla Chiarchiaro, fondatrice di ADA Gallery

Xenia Perek Tanati & Eri, 2019 Solo performance at ADA Rome Courtesy of ADA Rome Photo by Roberto Apa

Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto lanciato Untitled Association. Con l’intento di raccontare storie molteplici e prospettive plurali, Hybrĭda Tales costruisce uno spazio di dialogo, articolato e aperto su più livelli. Coinvolgendo alcune personalità legate a vario titolo al sistema dell’arte contemporanea, Hybrĭda Tales intende fornire un racconto, corale e variegato, a partire dalla prospettiva del narratore. Le interviste e i racconti di artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi andranno così a costituire un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive future del Contemporaneo. Oggi abbiamo raggiunto Carla Chiarchiaro, fondatrice di ADA gallery, a Roma.

ADA at Liste Art Fair, Basel, 2021 Solo presentation by Benno Bosetto Courtesy of ADA Rome Photo by Studio Shapiro

Hybrĭda Tales: l’intervista

Cos’è per te l’arte? Qual è il tuo ruolo nel mondo dell’arte contemporanea?

A livello personale per me l’arte è qualcosa a cui ho scelto di dedicare tutta la mia vita, sin da adolescente. Ad un livello generale, credo che l’arte racchiuda in sé tutta la complessità di istanze e significati dell’epoca che la produce. Il mio ruolo nel mondo dell’arte è quello di valorizzare la pratica dei giovani artisti, crescendo insieme a loro e cercando così di costruire un frammento del patrimonio artistico futuro.

In quale direzione vorresti che l’arte contemporanea si muovesse?

Vorrei che sempre di più venissero premiati il rigore e l’integrità del percorso artistico.

L’arte contemporanea ha un valore narrativo per te, ossia serve a raccontare?

Anche se in modo non esplicito sì, serve a raccontare. E cosa? Il presente, che gli artisti, con modalità diverse, indagano e che noi non abbiamo ancora metabolizzato.

Anna Perach Gasp, 2021 Installation view at ADA Rome Photo by Roberto Apa

Qual è la funzione dell’arte contemporanea oggi?

Analisi, indagine, rappresentazione, spiritualità, memoria, legittimazione. Credo che l’arte abbia molteplici funzioni e che fondamentalmente restino invariate lungo tutta la storia dell’umanità.

Quali pensi siano i difetti principali nella comunicazione dell’arte?

Forse troppo sensazionalismo e troppa velocità nell’offerta. Molto spesso si dimentica presto ciò che si vede o ciò di cui si legge. Se appunto è di arte che stiamo parlando è necessario mantenere una certa sacralità nell’approccio, per non sminuirne i contenuti.

Urara Tsuchiya Homebound, 2020 Installation view at ADA Rome Courtesy of ADA Rome Photo by Roberto Apa

Come credi sia possibile avvicinare un pubblico nuovo all’arte?

Con il tempo necessario, passo dopo passo, costruendo una consapevolezza e fornendo gli strumenti per decodificare e contestualizzare ciò che si guarda.

Quali idee hai per l’arte nella città?

Fondamentalmente di continuare a lavorare su un programma di ricerca rigoroso e coerente. Quello che ho cercato di fare sin dall’inizio è stato dare un’identità riconoscibile per la galleria, cercando di creare dei momenti di incontro anche per il pubblico più giovane.

Diego Gualandris Edera, 2020 Installation view at Quadriennale d’arte 2020
curated by Sarah Cosulich and Stefano Collicelli Cagol Palazzo delle Esposizioni, Rome Courtesy of ADA Rome Photo Studio DSL

Trovi che il concetto di ibridazione sia importante nell’ambito dell’arte? E in che senso?

Assolutamente trovo che abbia un’importanza sempre più rilevante. Personalmente a dire il vero, ho scelto una via più radicale.

Che responsabilità abbiamo del nostro ruolo, e delle nostre azioni, all’interno del circuito di scambio e di relazioni attivato dal sistema dell’arte contemporaneo?Senti di averne? Quale?

Nel mio caso, in quanto gallerista, lo strumento che mi permette di comunicare la mia visione, è il programma. Poter lavorare su un mio programma è il motivo per cui, dopo anni alla direzione di altre realtà, ho deciso di aprire la mia galleria. Questa libertà è certamente un privilegio, ma allo stesso tempo anche una responsabilità. Altre responsabilità connesse al mio ruolo sono certamente la tutela del lavoro degli artisti e la protezione del loro mercato, oltre alla tutela della credibilità della galleria agli occhi del sistema dell’arte.

Cosa significa fare ricerca oggi?

Per fare ricerca è necessaria una buona dose di indipedenza intellettuale, oltre alla tenacia e alla volontà di correre dei rischi. Fare questo tipo di lavoro rappresenta un investimento a lungo termine su tutti i fronti, è un percorso complesso ed è necessario che ci sia forte coesione tra galleria e artista.

ADA at Artissima Art Fair, Turin, 2018 Works by Benni Bosetto, Andrea De Stefani Courtesy of ADA Rome Photo by Sebastiano Pellion di Person

Biografia di Carla Chiarchiaro

Carla Chiarchiaro, nata a Prato, nel 1983, vive e lavora a Roma dal 2010. Si è laureata con specialistica in Storia dell’Arte presso l’Università di Firenze nel 2009 e ha ottenuto un Master in Contemporary Art Market and Business Management presso l’università Antonio De Nebrija di Madrid nel 2010. Dal 2009 a 2010 ha lavorato presso la Parra & Romero gallery di Madrid, presso Federica Schiavo gallery di Roma dal 2010 al 2014 e sempre a Roma presso Frutta gallery dal 2014 al 2017. Nel settembre del 2017 ha fondato ADA gallery a Roma, la quale tutt’ora gestisce.

Benni Bosetto Gli Imbambolati, 2018 Installation view at ADA Rome Courtesy of ADA Rome Photo by Roberto Apa

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