HybrÄda Tales è la rubrica di approfondimento nata da HybrÄda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato oltre 200 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.
Con un sistema di interviste a schema fisso, HybrÄda Tales restituirĂ una panoramica delle realtĂ indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerĂ artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.
Qui trovate tutte le puntate giĂ pubblicate.
Associazione STRUTTURA è un collettivo di artisti formato da Giovanni Cosmo, Michele M. Criscuolo, Livia Giuliani, Guglielmo Mattei, Flavio Orlando, Monica Reali, Body Snatchers e Alfredo Valerio, che nasce con la necessità di elaborare un pensiero in grado di orientare la produzione artistica e scongiurare una condizione di appiattimento culturale e apatia dovuta alla costante ricerca d’intrattenimento della società contemporanea.
Cosa unisce la vostra attivitĂ , e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale del Contemporaneo?
«STRUTTURA nasce con una sfida: essere un collettivo. Un’affermazione forte che ha delle implicazioni importanti e delle responsabilità : unità , coerenza, messaggio. STRUTTURA confermerà l’impossibilità di comunicazione delle singolarità umane o mostrerà che esiste la possibilità di mettere queste in coerente relazione, trovando l’identità di un nuovo singolo formato da tante singolarità , senza che le singolarità che lo compongono si perdano intrappolate nel corpo di un gigante?
Associazione STRUTTURA nasce come collettivo e non come spazio. STRUTTURA non ha uno spazio fisico, se non quello occupato dai corpi dei suoi membri e dalle opere prodotte; STRUTTURA sceglie per ora questa condizione di non fisicità , e trova un proprio regno inafferrabile nel non-spazio del digitale: lo spazio di STRUTTURA ora è un drive di Google, una cartella che è ovunque e in nessun luogo, accessibile dai dispositivi di ogni membro del collettivo, al cui interno galleggiano gli appunti, i bozzetti, i testi, le opere, le tracce di ogni componente di STRUTTURA.
Uno spazio che è un non-spazio, che rappresenta perfettamente la fusione degli spazi mentali di ognuno di noi e la coscienza ancora in formazione del gigante STRUTTURA, dove le nostre idee, la nostra ricerca ed il nostro lavoro si incontrano, coesistono e si contaminano. Uno spazio che non ci influenza ma che si lascia influenzare e modificare: non è lui che modifica il tuo workflow ma è il tuo workflow che lo modifica».
Quali legami sentite con la cittĂ /luogo in cui operate?
«Il legame che ha STRUTTURA con Roma è prettamente operativo: ogni membro di STRUTTURA ha un suo legame personale con la città , ma il legame del collettivo è qualcosa di più della somma dei singoli legami.
Siamo tutti attivi a Roma, ma non tutti siamo romani, e capita anche che qualcuno passi del tempo lontano dalla capitale; alcuni di noi non si sentono propriamente a casa in questa città ; tuttavia, Roma spesso alimenta la nostra produzione artistica – che siano fotografie o vedute o ritratti di amici. D’altra parte, grazie alla dimensione digitale, il nostro percorso tenta sempre di sviluppare un confronto immediato con il globale.
STRUTTURA come collettivo è un essere sociale e curioso, un nomade nella giungla romana, desideroso di scambiare informazioni, alla ricerca costante di incontro fisico».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«STRUTTURA è l’esperimento dei membri che ne fanno parte. Ogni volta che STRUTTURA si incontra, progetta e fa, sta sperimentando sé stessa e sta incarnando la sperimentazione dei suoi singoli membri. Sperimentazione per ognuno di noi vuol dire cercare di tradire noi stessi: uscire dal nostro guscio e lasciarci interpellare dalle opere degli altri membri del collettivo; non cedere al fascino pericoloso di un buon risultato; coltivare incessantemente l’onestà necessaria per demolire le nostre convinzioni, mai sazi, sempre affamati».
ACME Art Lab è un collettivo curatoriale nato nel 2018 da un’idea di Alessia Belotti, Melania Raimondi e Camilla Remondina. Lo scopo è quello di valorizzare e divulgare l’arte contemporanea sul territorio nazionale e internazionale mediante progetti espositivi, performance, laboratori didattici, conferenze ed altri eventi artistici, mettendo in risalto artisti emergenti e realizzando eventi capaci di coinvolgere un ampio pubblico tramite una proposta educativa ad hoc.
Cosa unisce la vostra attivitĂ , e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«La nostra attività ha come punto focale la valorizzazione di artisti giovani ed emergenti; attraverso l’organizzazione di mostre ed eventi, ma anche approfondimenti online come interviste e rubriche sul nostro sito web, vogliamo dare spazio e far conoscere il lavoro di una nuova generazione, che è anche la nostra, del panorama artistico.
Non avendo uno spazio fisico, amiamo creare progetti site-specific, che si trasformano a seconda del luogo in cui sono allestiti, installazioni immersive e/o multisensoriali capaci di far vivere un’esperienza; noi pensiamo che coinvolgere emotivamente e stupire i visitatori sia il modo migliore per iniziare ad avvicinare il pubblico generalista all’arte contemporanea».
Quali legami sentite con la cittĂ /luogo in cui operate?
«La nostra città è un elemento molto importante per il nostro lavoro. Ci siamo conosciute, formate e abbiamo cominciato la nostra attività a Brescia e per questo sentiamo un forte legame emotivo con essa.
Inoltre, Brescia sta diventando sempre più contemporanea grazie a diverse iniziative, progetti, mostre ed eventi che culmineranno nel 2023 con la Capitale Italiana della Cultura (insieme a Bergamo) e per questo siamo molto fiere di esserne parte così attivamente. Anche noi vogliamo aiutarla a crescere e ad aprirsi sempre più al mondo dell’arte».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«Per noi sperimentare significa unire ambiti apparentemente lontani per creare qualcosa di inedito; significa progettare mostre in grado di coinvolgere un pubblico ampio per avvicinarlo all’arte contemporanea; significa lavorare con artisti giovani e costruire fianco a fianco percorsi e dialoghi significativi; significa incuriosire e spingere visitatori e addetti ai lavori a sperimentare a loro volta e non fermarsi a ciò che già conoscono».
Artista concettuale e pioniere dell’arte multimediale, Tullio Brunone ha da sempre svolto una ricerca artistica rigorosa sullo sviluppo tecnologico e…
Si è spenta oggi Mathelda Balatresi: nata in Toscana nel 1937, napoletana d’adozione, è stata un’artista elegante e potente, dalla…
Il programma 2025 promosso dal Comune di Barcellona promette un percorso espositivo tra arte, design, fotografia e cinema, con proposte…
Maurizio Cattelan curerĂ , insieme a Sam StourdzĂ©, una mostra all’Accademia di Francia a Roma: negli spazi di Villa Medici, la…
Sergio Bonelli pubblica una nuova graphic novel dedicata alla straordinaria vita di Otama Kiyohara, pioniera nell’integrazione tra arte orientale e…
A Milano nasce la Fondazione Emilio Scanavino, per celebrare un maestro del Novecento: si inaugura con una mostra che racconta…