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Hybrida Tales by Untitled Association #40: ExtrArtis e Litografia Bulla
Arte contemporanea
di redazione
Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato oltre 200 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.
Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituirà una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.
Qui trovate tutte le puntate già pubblicate.
ExtrArtis
ExtrArtis, Artists Residencies for Creative Economy è un progetto culturale che mira a coinvolgere artisti emergenti attraverso la sperimentazione della pratica di Residenza d’Artista. Nasce a valle di anni di ricerca universitaria da un’idea di Francesca Ciampa e si perfeziona a seguito della vittoria come finalista della competizione Horizon 2020 – CLIC Project: Startup competition. Il progetto, puntando a valorizzare il patrimonio culturale meno conosciuto, interpreta l’arte come motore di creatività per le trasformazioni tangibili e intangibili del territorio in cui interviene e delle comunità che lo abitano.
Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«ExtrArtis opera attraverso reti innovative di strategie di rigenerazione collaborativa e circolare, finalizzate a rispondere con creatività alle sfide del nostro tempo ed a co-creare e testare processi di sperimentazione culturale sostenibile centrati sull’uomo. ExtrArtis chiama alle arti gli artisti emergenti al fine di costruire, con la realizzazione delle loro opere, una comunità del patrimonio artistico europeo, ispirata e consolidante il genius loci e la cultura materiale del territorio e della popolazione delle dimore ospitanti la pratica di residenza».
Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?
«ExtrArtis mira ad innescare processi virtuosi di rigenerazione valoriale puntando all’elaborazione di scenari di interconnessione tra le persone ed i luoghi, le attività ed il paesaggio. Nell’ipotesi che l’identità dei sistemi insediativi sia strettamente connessa ai valori e alle competenze dell’offerta artistica del territorio, ExtrArtis opera una mappatura di riattivazione delle sedi del Grand Tour. Come driver trasformativo del patrimonio culturale europeo, inizia questa mission a partire dalla Penisola Sorrentina in Campania, fulcro dei viaggiatori e degli artisti delle Accademie europee, i quali hanno marcato nel corso del tempo il patrimonio esistente attraverso la propria creatività e cultura»
Cosa significa per voi sperimentazione?
«ExtrArtis integra capitale umano e culturale per stabilire flussi artistici in grado di condizionare e generare uno spazio praticabile per artisti emergenti. ExtrArtis valorizza la capacità autopoietica dell’arte di stimolare sinergie e simbiosi attraverso le relazioni circolari che legano l’uomo-arte-patrimonio culturale. ExtrArtis costruisce, quindi, una sperimentazione a lungo termine mirata al miglioramento delle condizioni valoriali e cooperative a livello artistico locale, regionale e transfrontaliero».
Litografia Bulla
Fondato nel 1818 a Parigi, Litografia Bulla è il più antico laboratorio litografico ancora in attività nel mondo. Dopo aver stabilito la propria sede definitiva a Roma, nel 1840, è divenuto ben presto un importante punto di riferimento per l’intera comunità artistica della città, lavorando al fianco di Fontana, Rotella, Sciajola, Schifano, De Chirico, Dorazio, Twombly, Kounellis, Accardi, Ana Mandieta. Litografia Bulla si affianca oggi alle nuove generazioni di artisti contemporanei, continuando a mantenere viva la tecnica anche attraverso nuove sperimentazioni e portando avanti l’interesse per l’editoria d’arte.
Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«Litografia Bulla è una stamperia d’arte con più di duecento anni di storia alle spalle, vive nel contemporaneo, ma affonda le sue radici, rimanendo fedele alle tecniche di stampa artistica artigianali, sin dall’inizio del IXX secolo. Quello che unisce la nostra ricerca alla ricerca attuale sul contemporaneo è proprio il dare peso alla storia e alla sperimentazione che vive nel presente in egual misura; la nostra volontà è quella di lasciare sempre aperta una finestra per favorire una contaminazione reciproca, uno scambio di tecnica, visioni e di materiali. La stampa artistica ha delle sue regole ben precise, ma, per noi, la necessità di stressarle sulla base dei materiali e delle visioni naturalmente contemporanee degli artisti è una prerogativa imprescindibile, questo favorisce un’apertura della tecnica verso nuovi traguardi ed esperienze e accresce negli artisti, con i quali lavoriamo, la consapevolezza della storia assieme alla meraviglia della sperimentazione grafica. In sintesi, quello che unisce la nostra attività alla ricerca attuale sul contemporaneo è un filo rosso carico di stimoli che viaggiano bilateralmente».
Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?
«Siamo legati a Roma con grande naturalezza e forza allo stesso tempo. Il nostro laboratorio trova la sua prima sede a Parigi nel 1818, ma già verso il 1830 trova in Roma la sua casa e dal 1840 la sua sede definitiva, e attualmente in attività, vicino Piazza del Popolo. Per sua naturale declinazione ha visto calpestato il suo suolo da numerosi artisti, in particolare cominciando da quelli che durante la seconda metà del XX secolo hanno fatto dell’area del Tridente una fucina operosissima nel campo delle arti visive, un passaggio dinamico e stimolante che avviene tutt’oggi e che è ben visibile nelle sue sale e testimoniato da tracce di ampia natura, ragione per la quale anche il luogo per sé stesso ha per noi una grande valenza. Oggi in questi spazi lavorano fianco a fianco la sesta e la settima generazione in linea diretta, il che è un piccolo miracolo».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«Per noi sperimentazione vuol dire divertimento, senza questo ingrediente non si fa nulla con piacere d’altronde, ma vuol dire per noi anche onorare la tecnica, regalargli sempre nuovi traguardi, farla collaborare con il contemporaneo facendole scoprire nuovi materiali possibili con i quali interagire, allo stesso tempo vuol dire regalare nuove prospettive agli artisti, facendogli fare esperienza delle tecniche grafiche con l’idea che le stesse possano arricchire il loro sguardo come il loro sguardo ha saputo arricchire la tecnica stessa. Non solo litografia, negli anni si sono sperimentate e messe a punto anche la tecnica della xilografia assieme a sperimentazioni differenti nate e cresciute con gli artisti con i quali lavoriamo, cominciando a strizzare l’occhio anche alle tecniche di grafica più contemporanee».