HybrÄda Tales è la rubrica di approfondimento nata da HybrÄda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato oltre 200 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.
Con un sistema di interviste a schema fisso, HybrÄda Tales restituirĂ una panoramica delle realtĂ indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerĂ artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.
Qui trovate tutte le puntate giĂ pubblicate.
viaraffineria è un progetto indipendente per la promozione di arte e ricerca contemporanee nato a Catania nel 2019, diretto da Giulia Caruso e Maria Vittoria Di Sabatino. Situato nel cuore della vecchia area industriale della città , viaraffineria è un ex magazzino di ricambi auto limitrofo al complesso delle Ciminiere.
Lo spazio ospita progetti di arti visive e performative attivando collaborazioni con artisti e ricercatori in ambito nazionale e internazionale, portando avanti un programma di residenze sul territorio. viaraffineria ospita Sicilia Orientale, progetto concepito da un lato come mappatura dei progetti dedicati all’arte contemporanea del territorio, dall’altro come piattaforma per la presentazione di ricerche volte ad interagire con il territorio circostante.
Cosa unisce la vostra attivitĂ , e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«Il progetto viaraffineria, cogliendo con entusiasmo il trend del decentramento dei nuovi poli culturali, si propone di diffondere proposte e occupare luoghi e dimensioni finora poco attenzionate o interessate da una forte connotazione contemporanea. A tal proposito, viaraffineria opera nel contesto catanese implementando lo sviluppo di progetti sperimentali che incentivano la creazione di reti e collaborazioni con le diverse realtà del contemporaneo».
Quali legami sentite con la cittĂ /luogo in cui operate?
«Per una di noi, la città di Catania rappresenta le proprie radici, ricostruendo il rapporto con la città in maniera nuova e inedita. Cercando di proporre dei progetti che possano attrarre la comunità e avvicinare appassionati e non all’arte contemporanea. Per l’altra è tabula rasa, un nuovo incontro, una nuova città a cui approcciarsi con totale apertura e spirito di osservazione.Obiettivo comune è rendere il progetto nomade, pur mantenendo la base a Catania».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«Sperimentazione significa operare ponendoci l’obiettivo di testare le possibilità e le reazioni della città , nonché le nostre, in ogni proposta che presentiamo. Nello specifico, ci proponiamo al contempo di riavvicinare alla Sicilia orientale gli artisti natii che operano in altri luoghi e al contempo introdurre artisti di altra provenienza geografica alla Sicilia, come a imitare le rispettive posizioni delle fondatrici. Da questo crocevia di esperienze e approcci si generano scambi, ricerche e nuove possibilità per le parti».
BRACE BRACE nasce a Milano nel 2019 come artist-run space di Francesca Finotti (artista), Cecilia Mentasti (artista e art-worker) e Francesco Paleari (fotografo), al quale collaborano Flavia Albu (artista), Elisa Di Nofa (communication strategist) e Simone Salvatore Melis (graphic designer). A partire dal 2022 la natura fisica del progetto non è più legata ad uno spazio unico ma cambia ed evolve in base all’occasione.
BRACE BRACE è luogo di incontri, condivisione e ricerca nell’arte contemporanea; campo aperto che indipendente brucia. Si prende cura di progetti nel campo delle arti visive e performative, dell’immagine e dell’editoria; apre dialoghi e collaborazioni a partire da ricerche in corso o proposte già esistenti, e interviene con uno studio critico e curatoriale, una strategia comunicativa e un supporto tecnico nella realizzazione.
Cosa unisce la vostra attivitĂ , e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«Il nostro progetto si muove su diversi fronti, dall’arte contemporanea al design, dall’editoria alla comunicazione. Uniamo tutte queste attività in un’unica direzione di ricerca e sperimentazione, ricettivi a quelle che sono le novità del contemporaneo ma soprattutto attenti a quelle che percepiamo come le più importanti esigenze che emergono nelle diverse occasioni lavorative».
Quali legami sentite con la cittĂ /luogo in cui operate?
«BRACE BRACE è nato in Via Termopili a Milano. La presenza di una vetrina su strada ha fin da subito instaurato un dialogo con le persone del vicinato o con quelle che per caso ci passavano davanti. Questo legame è diventato protagonista nella personale di Ginevra Dolcemare, una performance in più atti ispirata ad alcune figure del quartiere. Ora BRACE BRACE è un progetto curatoriale itinerante, non più identificato in uno spazio fisico e in una sola città . Il legame con Milano rimane come lascito di due anni di esperienza sul territorio che ci portiamo dietro nell’operare anche al di fuori dei confini urbani».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«Sperimentare significa dare campo libero alle idee, non precludersi possibilità percorribili. Abbiamo dato carta bianca agli artisti con cui abbiamo collaborato, affiancandoli passo dopo passo dall’ideazione alla produzione, e abbiamo messo in discussione processi e strategie, riuscendo a mescolare diversi linguaggi. Questo ha dato vita a nuove modalità di comunicare, documentare e presentare le mostre e gli artisti».
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