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Hybrida Tales by Untitled Association #52: viaraffineria x ArtVerona 17
Arte contemporanea
di redazione
Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato oltre 200 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.
Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituirà una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.
Nell’ambito della partnership tra Hybrĭda e LAB, la sezione di ArtVerona 17 dedicata alle realtà no-profit più sperimentali sul territorio italiano, Hybrĭda Tales dedicherà sette tappe speciali agli spazi coinvolti dal progetto fieristico per questa edizione 2022.
Qui trovate tutte le puntate già pubblicate.
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Hybrĭda Tales: viaraffineria x ArtVerona 17
viaraffineria è un progetto indipendente per la promozione di arte e ricerca contemporanee nato a Catania nel 2019, diretto da Giulia Caruso e Maria Vittoria Di Sabatino e situato nel cuore della vecchia area industriale della città. Ospita progetti di arti visive e performative attivando collaborazioni con artisti e ricercatori in ambito nazionale e internazionale, portando avanti un programma di residenze sul territorio.
Qual è stato il vostro approccio al contesto fieristico di ArtVerona?
«Dopo soli due anni di attività come realtà indipendente, l’invito ci ha colte un po’ di sorpresa e al contempo molto entusiasmate. Abbiamo sempre interpretato viaraffineria come un progetto nomadico, che non fosse fisicamente legato soltanto alla sede di Catania ma che potesse creare echi e risonanze anche sul territorio nazionale e internazionale. Verona sarà la nostra prima esperienza espositiva fuori Catania, per di più in un contesto così canonicamente connotato dall’idea di mettersi in mostra. Abbiamo quindi optato per una presentazione a tutto tondo delle nostre attività, coinvolgendo sia artisti emergenti con cui abbiamo collaborato in passato che intraprendendo una nuova collaborazione curatoriale».
Come il vostro contesto di provenienza, e nel quale la vostra realtà è radicata, sarà presente all’interno di LAB?
«Quello di Catania, e per estensione della Sicilia orientale, è un contesto meraviglioso, stimolante, ricco e accogliente. Sin dalla sua fondazione, viaraffineria si definisce un deposito dinamico di arte e ricerca contemporanee, in crescita, in evoluzione e senza scadenza. È luogo fisico e simbolico di sperimentazione, ascolto, incontro e scambio in cui accogliere artisti e artiste, curatori e curatrici, amici e amiche, opere ed effimere. Per LAB, abbiamo deciso di affidare una descrizione indiretta dello spazio di Catania ad artisti e artiste che ne hanno fatto esperienza in questi due anni e, allo stesso tempo, abbiamo avviato una nuova ricerca sul passato artistico ed editoriale della Sicilia, sperando di mettere in luce una parte interessante e non tanto conosciuta della storia dell’arte contemporanea legata all’isola e di portarne – in maniera astratta, un pezzo a Verona».
Cosa significa per voi “Riscrivere la mappa” (titolo di ArtVerona 17)?
«Pur essendo entrambe di base a Roma, viaraffineria nasce cogliendo con entusiasmo il trend del decentramento dei nuovi poli culturali, e proponendosi di diffondere proposte e occupare luoghi e dimensioni a cui viene rivolta meno attenzione. In questa cornice, viaraffineria ospita anche Sicilia Orientale, un progetto concepito da un lato come mappatura dei progetti dedicati all’arte contemporanea del territorio, dall’altro come piattaforma per la presentazione di ricerche volte ad interagire con il territorio circostante. Riscrivere la mappa significa ridistrubuire l’attenzione e l’interesse generale così da includere quelle aree geografiche altrettanto ricche di fermento culturale ma attualmente lontane dai riflettori del sistema contemporaneo, al fine di incentivare, tra l’altro, maggiore sostenibilità».