Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato circa 150 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.
Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituirà una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.
Qui trovate tutte le puntate già pubblicate.
Situato nella Chiesa di San Lorenzo a Venezia, Ocean Space è il centro globale nato nel 2019 per catalizzare l’alfabetizzazione, la ricerca e il sostegno di tematiche oceaniche attraverso l’arte. Fondato e guidato da TBA21–Academy, Ocean Space vuole ispirare un maggior impegno e l’azione collettiva nei confronti dei temi più urgenti del nostro tempo. Abbiamo raggiunto Markus Reymann, direttore di TBA21–Academy e Ocean Space, per farci dire di più.
Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
L’ampio lavoro svolto da TBA21–Academy nell’ultimo decennio è stato determinante nel promuovere un rapporto più profondo con l’oceano attraverso la lente dell’arte contemporanea. L’oceano è la più grande forza rigenerativa del pianeta e quindi il nostro migliore alleato contro la crisi climatica. Il nostro obiettivo è quello di ispirare cura, impegno e azione collettiva attraverso i nostri progetti di collaborazione e ricerca, che toccano le sfere della scienza, della conservazione, della politica e dell’educazione attraverso le arti. Lavorare in contesti al di fuori delle tradizionali infrastrutture del mondo dell’arte e dei laboratori scientifici continua a darci il privilegio di lavorare con un generoso gruppo di artisti, scienziati, filosofi, musicisti, scrittori e accademici. Ocean Space è stato creato con questa visione: un centro planetario per mostre, ricerca e programmi pubblici che catalizzano l’alfabetizzazione critica dell’oceano e la difesa per ispirare sia l’azione che l’immaginazione oceanica.
Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?
A Venezia, l’oceano è una realtà sempre presente, aggravata dagli eventi di acqua alta che si verificano a intervalli sempre più brevi. Al di là di questo, Venezia è esistita a lungo come centro culturale e punto d’incontro, permettendo costantemente la riflessione attraverso le arti. Non c’è modo migliore di intervenire con una causa che ha bisogno di collaborazione e soluzioni globali che con Ocean Space che riunisce sia la comunità locale che quella internazionale. Guardando sempre all’Oceano, ci prendiamo cura della città e della laguna insieme alla comunità locale e ai residenti attraverso programmi pubblici e con organizzazioni partner internazionali impegnate nell’arte, nella ricerca, nell’educazione e nella conservazione.
Cosa significa per voi sperimentazione?
La sperimentazione è al centro della nostra visione, dando vita a maggiori opportunità per nuove esperienze, scoperte e l’inaspettata contaminazione di idee. Per creare una quantità di impatto critico, TBA21–Academy è impegnata in processi aperti a lungo termine per rendere Ocean Space uno spazio transdisciplinare di scambio costante che ospita dialoghi con artisti, scienziati, politici, architetti e consiglieri politici per affrontare le questioni più urgenti che i nostri oceani stanno affrontando. Ci sono tante sfide quante sono le soluzioni.
ULTRASTUDIO è un Artist Run Space con doppia sede a Pescara e Los Angeles, fondato nel 2012 e con 9 anni di attività, più di cinquanta artisti esposti e progetti realizzati a Pescara e in città quali Milano, Lugano, Berlino, Parigi, Roma, Torino, Terceira (Isole Azzorre) e Los Angeles (USA). Attualmente ULTRASTUDIO è gestito e pensato dagli artisti: Matteo Liberi, Gioia Di Girolamo e Massimiliano Costantini e in collaborazione con il collettivo MIRA di Tokyo.
Negli anni ULTRASTUDIO ha volutamente mantenuto una vocazione elastica aprendosi a collaborazioni complesse e spesso fuori dall’ordinario, arrivando a realizzare eventi di grande carattere e ottenendo riconoscimenti e menzioni di rilievo dai vari canali specializzati in Italia e all’estero.
Dal 2015 ULTRASTUDIO decide di intraprendere un’ulteriore via iniziando un progetto di Artist Run Space trasformando la navata centrale dello spazio in una galleria.
Attualmente stiamo ristrutturando lo spazio espositivo di via Raiale a Pescara, trasformando quello che era un semplice capannone industriale in uno spazio multifunzionale dotato di tutti i confort e le tecnologie utili alla creazione di progetti artistici per quello che ci auguriamo possa essere a breve un nuovo scenario post pandemico.
Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
La ricerca sul contemporaneo si lega a doppio filo al progetto ULTRASTUDIO sin dai suoi albori.
Abbiamo sempre avuto una grande fame di arte, quindi per contrastare una scarna programmazione culturale territoriale, abbiamo deciso di utilizzare gli spazi a noi disponibili per creare la nostra offerta contemporanea.
Questa ricerca ci ha condotto alla realizzazione di mostre ed eventi oltre ad aprirci le porte del mondo della cultura italiana e internazionale, dando voce ad una serie di artisti che ammiriamo e che pensavamo pronti per un salto professionale.
La nostra ricerca è da sempre figlia della nostra passione, gran parte del lavoro si svolge infatti documentandoci attraverso le numerose testate d’arte online e pagine Instagram, ci vediamo un po’ come dei talent scouts, sempre alla ricerca del progetto vincente o magari con del potenziale da esprimere.
Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?
Pur avendo avuto la fortuna di aver portato i nostri progetti su molti palcoscenici, abbiamo un grande legame con la nostra città di origine, Pescara.
Pescara ha sempre avuto una vocazione artistica molto forte, ricordiamo con grande affetto e ammirazione, infatti i “Fuori Uso” degli anni ‘90 del compianto Cesare Manzo, grazie a lui da bambini abbiamo avuto modo di scoprire i lavori dei più grandi artisti contemporanei, tra cui Vanessa Beecroft, Nan Goldin, Maurizio Cattelan, Mario Schifano, Michelangelo Pistoletto e molti altri.
Siamo molto felici che la nostra esperienza a cascata sia da stimolo a diverse piccole realtà che stanno nascendo sul territorio e che stanno a loro volta seguendo le nostre orme.
Cosa significa per voi sperimentazione?
Per noi sperimentazione significa dare spazio alle visioni degli artisti che selezioniamo, escludendo completamente le ottiche di mercato dall’equazione espositiva, permettendogli di potersi esprimere al 100%.
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