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Hybrida Tales by Untitled Association #9: Pase e Contemporary Attitude
Arte contemporanea
di redazione
Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato circa 150 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.
Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituirà una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.
Qui trovate tutte le puntate già pubblicate.
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Pase
Pase è un’organizzazione culturale per la ricerca e per la divulgazione dell’arte e della musica attraverso i nuovi linguaggi. Pase inizia il suo percorso a Venezia nel 2011 spinta da una forte esigenza di autoformazione organizzando attività di ricerca e sperimentazione, masterclass, workshop e performance legate alla musica e all’arte contemporanea. Nel corso degli anni Pase ha avuto la possibilità di lavorare ed esprimersi affiancando artisti e produzioni, occupandosi della curatela e della comunicazione integrando tutte le fasi di produzione e di organizzazione.
Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«Il nostro studio è immaginato come un cantiere interattivo e dinamico, tra installazione immersiva, workshop ed esposizione, che consente ai nostri ospiti di contribuire ad una piattaforma offerta alle incursioni artistiche, dalle sperimentazioni architettoniche a quelle grafiche e sonore. Lo sviluppo di ogni idea risulta infatti dalla collaborazione in studio tra artisti, designer, tecnici e ricercatori capaci di accompagnare l’esplorazione dei nuovi linguaggi e delle nuove tecnologie per rispondere alle più alte aspettative della produzione contemporanea».
Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?
«Venezia è una storia fatta di conoscenza e di competenze frutto dell’elaborazione e dell’interazione tra umani e ambiente “naturale”. Un’opera d’ingegno unica che ha saputo distinguersi nella ricerca verso l’innovazione.
La conoscenza intima di questa città ci ha permesso di strutturare e di far convergere le eccezionali risorse che esistono sul campo, far emergere i desideri e dare corpo alle aspettative attraverso importanti collaborazioni per contribuire allo sviluppo della ricerca e della sperimentazione».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«I recenti sviluppi tecnologici legati all’ascolto immersivo e alla spazializzazione del suono confermano ormai la necessità di investimento per incentivare la creazione di nuove opere che tengono conto di questi progressi. Per i creatori e per il pubblico. Pase risponde a queste necessità sostenendo la creazione di nuove opere attraverso la programmazione di residenze in sinergia con artisti, ricercatori, designers, musicisti e tecnici che desiderano esplorare lo spazio e l’ascolto attraverso nuove forme e con l’utilizzo di nuovi strumenti.
Attraverso Pase immaginiamo e sviluppiamo il processo creativo grazie ad una metodologia progettuale dove l’ideazione, la sperimentazione e la prototipazione di strumenti e soluzioni diventano il percorso per il raggiungimento degli obbiettivi. Una delle ricadute si materializza infatti attraverso la collaborazione con professionisti e partner esterni per lo sviluppo sperimentale di nuovi format e tecniche, software, oggetti e materiali volti a rispondere alle specifiche necessità di ogni attività che realizziamo, indagando soluzioni e processi che andranno applicati in via sperimentale sulle produzioni che seguiamo».
Contemporary Attitude
Contemporary Attitude è una piattaforma di arte contemporanea, che concentra la sua ricerca sul rapporto tra arte e moda.
Nata dall’incontro tra Eleonora Angiolini e l’artista Alessio de Girolamo, viene fondata nel gennaio 2019 insieme alla curatrice indipendente Giuliana Benassi. Vede coinvolti numerosi artisti nell’ideazione e produzione di abiti e accessori, opere d’arte, sculture indossabili.
L’iniziale idea di un e-commerce che contribuisse ad ampliare il mercato dell’arte e supportare l’operato degli artisti si è evoluta da febbraio 2020 in una piattaforma che, con la direzione di Eleonora Angiolini, ha visto la curatela di mostre e performances e contenuti per il web, affiancati alla creazione di un archivio online in continua crescita, dedicato a oggetti scultorei e opere indossabili che categorizzano la ricerca artistica ed i suoi rapporti con la moda in una pratica da sempre intessuta nel linguaggio dell’arte.
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Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?
«Contemporary Attitude oggi non si serve di uno spazio fisico prefigurato, ma utilizza quello del web, rivelatosi da subito uno strumento più adatto al raggiungere l’obiettivo di espansione del mercato dell’arte che ci eravamo preposti. Questo si coniuga ad una progettualità degli artisti tale da offrire una reale apertura al pubblico verso il loro mondo, rimanendo al contempo figure indipendenti e creative al di là del sistema. È da questa modalità di pensiero che nasce il ribaltamento dell’usuale rapporto arte-moda, sperone della nostra ricerca e in stretto rapporto con quello che consideriamo “contemporaneo”».
Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?
«Milano è stata una romantica culla esperienzale, ci ha consentito di attivare i primi processi di network e sperimentare con eventi live, seppur sia accaduto tutto in meno di 6 mesi (nda: Contemporary Attitude diventa piattaforma di ricerca a febbraio 2020). Non abbiamo un legame privilegiato con questa città rispetto ad altre al momento, ci leghiamo ai tessuti naturali, urbani e architettonici più consoni ad ospitare il lavoro degli artisti con cui collaboriamo».
Cosa significa per voi sperimentazione?
«Libertà ed indipendenza, caratteri non sempre vicendevolmente consequenziali, ma che nel nostro caso lo sono. La commistione di linguaggi poi è certamente quello che ci consente di parlare ad un pubblico ampio e variegato, seppur con l’utilizzo del medesimo alfabeto atto alla promozione dell’arte e al consolidamento delle sue continue ricerche».