Due nuovi appuntamenti per Hypermaremma, il festival di arte contemporanea diffusa nel territorio maremmano, nato nel 2019, promosso dai galleristi Carlo Pratis e Giorgio Galotti assieme al collezionista Matteo d’Aloja e diventato uno degli appuntamenti più significativi nel settore, per la sua capacità di coinvolgimento di persone e spazi: nell’ambito della sesta edizione, sono stati presentati in questi giorni un intervento scultoreo di Davide Rivalta e una selezione di 25 opere di Gaetano Pompa. Come da tradizione, i progetti rappresentano un’occasione di dialogo tra i linguaggi dell’arte contemporanea e i paesaggi della Maremma da scoprire. L’intervento di Davide Rivalta, realizzato con il patrocinio del Comune di Orbetello e in collaborazione con Marco e Roberto Niccoli, si trova infatti sulla Spiaggia della Feniglia (altezza varco 2), ad Ansedonia. L’esposizione dedicata a Gaetano Pompa, in collaborazione con Archivio Gaetano Pompa, è stata allestita nel bosco della tenuta agricola Diaccialone, a Pescia Fiorentina (coordinate: 42.4789557, 11.4907226).
Nato a Bologna nel 1974, Davide Rivalta attualmente insegna all’Accademia di Belle Arti della città felsinea. Lavora principalmente con la scultura, il disegno e la pittura. Ha esposto in centri e istituzioni museali come La Galleria Nazionale, la GAM di Bologna, il MAN di Nuoro, il MARCA di Catanzaro, la Galleria Civica di Modena e il MAMbo di Bologna. Nel 2010 ha partecipato alla prima Aichi Triennale, Arts and Cities a Nagoya, ad Arte alle Corti a Torino, a Monumenta a Mougin e alla Biennale Disegno Rimini nel 2016, alla XXII Triennale di Milano. Dal 2017 ha iniziato a occupare con le proprie opere in maniera consistente varie aree di ambienti urbani: nel 2017 ad Antibes, nel 2018 a Neuchâtel e Gstaad e nel 2020 a Mougins. Nel 2019 ha esposto al Friedhof am Hörnli di Riehen e al Forte Belvedere di Firenze per poi portare i suoi monumentali lavori nel 2023 al Castello di Brescia e a Palazzo Reale a Torino.
Per la sesta edizione di Hypermaremma, Rivalta ha presentato Gorilla, una fusione in bronzo di circa tre metri di altezza, posizionata sulla spiaggia della Feniglia, in una zona accessibile solo a piedi. L’opera stata immaginata dall’artista come una presenza solitaria destinata a rivelarsi gradualmente ai visitatori e ai bagnanti durante l’estate, per stimolare un incontro casuale tra vegetazione, umani e animali, evocando l’atmosfera suggestiva e selvaggia tipica della riserva naturale che collega il promontorio di Ansedonia al Monte Argentario.
Contemporaneamente, una seconda opera, Scimpanzé, vivrà sugli scogli in prossimità dei resti del Porto Etrusco presso la Tagliata di Ansedonia, per collegare idealmente i due accessi dal mare al promontorio. Entrambe le sculture rappresentano un continuum tra le prime opere del processo scultoreo di Rivalta e il suo attuale riconoscimento internazionale; sono infatti la prima serie di animali realizzata dall’artista che simboleggia il suo esordio.
Nato a Forenza, in Lucania, nel 1933, Pompa ha vissuto pienamente l’epoca d’oro dell’arte romana, tra gli anni ’50 e ’60, entrando in contatto con Gianni Novak, Andrea Picini, Mimmo Rotella, Paolo Buggiani, Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli e poi. La sua prima mostra nel 1957, alla Galleria L’Obelisco di Roma, dove conobbe i colleghi e amici Gustavo Foppiani e Domenico Gnoli, avviando la stretta collaborazione con Gaspero Del Corso e Irene Brin, con cui avrebbe esposto regolarmente in Italia e all’estero, prendendo parte alle principali rassegne istituzionali degli anni Sessanta. Trascorse alcuni anni a Monaco di Baviera, in Germania conobbe Max Frisch, Ingeborg Bachmann, Tankred Dorst e Uwe Johnson e sposò Dorothea Leendertz, fotografa della Münchner Fotoschule, con cui avrà cinque figli.
Partecipò alla IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e alla VI Biennale di Parigi nel 1965 e a due edizioni al Carnegie International di Pittsburgh nel 1964 e 1967. Nel 1970 eseguì le scenografie e i costumi per Elisabetta, regina d’Inghilterra di Gioacchino Rossini diretta da Mauro Bolognini in scena nel 1971 al Teatro Massimo di Palermo, al festival di Aix En Provence e Edimburgo. L’anno successivo inaugura da Del Corso l’antologica della produzione scultorea – dal 1964 al 1972 – accompagnata da un catalogo a cura di Enzo Carli e Fortunato Bellonzi.
Nel 1977 riceve la commissione Vaticana per l’episodio della vita di san Paolo in occasione dell’LXXX genetliaco di papa Paolo VI. Negli anni Ottanta espone frequentemente a Roma, Brindisi, Bologna e Venezia, seguito da Vittorio Sgarbi che lo invita a partecipare a diverse rassegne collettive. Nel 1993, su invito di Fabrizio Clerici, viene inaugurata la mostra antologica presso l’Accademia di San Luca di Roma.
Gaetano Pompa non è mai fisicamente uscito dai confini dell’Europa ed ha principalmente frequentato le città di Milano, Venezia, Berlino, Monaco di Baviera, Parigi e Londra. Le sue opere sono presenti in varie collezioni e istituzioni internazionali tra i quali: Museum Kunstpalast, Düsseldorf; John Herron Art Museum, Indianapolis; Art Gallery of Ontario, Toronto; Rembrandt Art Center, Johannesburg; Galleria d’Arte Moderna, Genova; MoMa, New York; Graphic Collection University of Glasgow; Musei Vaticani, Città del Vaticano.
Artista poliedrico, colto e sempre in controtendenza, Gaetano Pompa «Nel suo universo fantastico nasconde una ricerca letteraria e simbolista che intreccia figure storiche, creature mitologiche e paesaggi rurali, riflettendo sui dilemmi e gli enigmi del nostro tempo», spiegano da Hypermaremma, sottolineando il legame indissolubile con il contesto della Maremma, da lui conosciuta sin dall’infanzia e mai abbandonata, che «Gli ha permesso di concepire il paesaggio come espressione della storia e della cultura europea, offrendo uno sguardo profondo sulle questioni psicologiche, esistenziali e autobiografiche dell’uomo contemporaneo».
In collaborazione con l’Archivio Gaetano Pompa, una selezione di 25 opere, in gran parte in bronzo e realizzate tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’90, è stata “nascosta” nel suggestivo bosco di querce della tenuta agricola del Diaccialone, a Pescia Fiorentina. Figure antropomorfe e creature fantastiche appariranno ai visitatori come epifanie straordinarie, celate tra gli alberi e gli arbusti della macchia mediterranea.
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