Un omaggio sentimentale a quella porzione di territorio che si osserva con malinconia oppure con un brivido di piacere, che si fotografa e si condivide, che fa riflettere in silenzio, nella quale ci si può perdere con lo sguardo e con i pensieri, che si tutela, si valorizza e, purtroppo, si devasta anche. Insomma, è una luminosa dichiarazione d’amore per il paesaggio, quella che Massimo Uberti ha appositamente realizzato per l’edizione 2020 di Hypermaremma, il progetto ideato da Giorgio Galotti e Carlo Pratis, con la collaborazione di Lorenzo Bassetti, Matteo d’Aloja e Massimo Mininni, dedicato alla rilettura e alla riattivazione, attraverso mostre, installazioni, talk ed esperienze sonore, dell’incredibile territorio della Maremma.
Spazio Amato è la grande installazione che sarà presentata domenica, 26 luglio, nelle Terre di Sacra, all’interno della cornice dell’oasi naturalistica del lago di Burano, ex riserva di caccia nel comune di Capalbio, data successivamente in gestione al WWF e riconosciuta Zona di Importanza Internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Qui, in questa laguna salmastra dove svernano diverse specie di uccelli, tra dune costiere e macchia mediterranea, si estende la scritta al neon di Massimo Uberti, Spazio amato, una didascalia apposta nella prospettiva del paesaggio, per far riflettere l’osservatore, dargli l’occasione visiva di soffermarsi sulla necessità di tutelare e custodire l’ambiente.
«La ricerca di Massimo Uberti, da sempre focalizzata nell’articolazione espressiva del paradigma della luce come spazio possibile e rivelato, utilizza anche in questa occasione la fonte luminosa del neon come traccia semantica per ridisegnare il paesaggio che ospita l’intervento. Cogliendo in pieno gli obiettivi di Hypermaremma, l’artista con questa grande installazione site-specific, presenta un intervento come emblema dell’opera d’arte in dialogo con il luogo e il panorama circostante, enfatizzando una fruizione solitaria in grado di riassumere l’eccezionalità dei tempi. SPAZIO AMATO traduce il tempo che stiamo vivendo in ricordo attraverso un’apparizione evanescente e poetica che irrompe per un breve attimo nell’immutabilità del territorio maremmano», spiegano gli organizzatori.
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