La DC, il PSI e il PCI (almeno per come l’avevamo conosciuto) non ci sono più. Al loro posto, un partito di un presidente ubiquo, cavaliere, imprenditore e operaio, nobiltà e terzo stato con sprazzi di santità, supportato da un piccolo e agguerrito gruppo autonomista, indipendentista e protopopulista. Caduta una Repubblica, è il tempo del definitivo trionfo delle televisioni private e dei consumi globali. Gli anni di piombo si raffreddano, le divisioni politiche si appianano, il nuovo sistema elettorale maggioritario favorisce le alleanze e le coalizioni. L’Italia è una potenza all’avanguardia in Europa e in tutto il blocco occidentale, il suo peso industriale è enorme quasi quanto i suoi vuoti. Caduto il Muro di Berlino, l’Italia si attrezza per ospitare l’enorme evento dei Mondiali di Calcio. Tutti vogliono una fetta di Belpaese. Almeno così sembra suggerire Maurizio Cattelan, con il suo tappeto esposto al Castello di Rivoli, per la mostra “Soggetto-Soggetto. Una nuova relazione nell’arte di oggi”, a cura di Francesca Pasini e Giorgio Verzotti, incentrata su quella nuova struttura relazionale, sociale, culturale e anche economica e politica, che sta prendendo forma in questi anni di riflusso nel privato, nell’individualità. Erano gli anni ’90 e noi, nel 2022, cosa ne sappiamo? Di quel periodo che ormai sembra essere definitivamente chiuso, se ne parlerà, a partire dalla prospettiva dell’arte, giovedì 13 ottobre, nell’Aula Mulas dell’Università degli Studi di Parma, in occasione di una giornata di talk a cura di Alessandra Acocella e Valentina Rossi.
«Il panorama creativo e progettuale degli anni Novanta tra arti visive, fotografia, moda e design, con una particolare attenzione al contesto italiano», spiegano gli organizzatori. «L’intento è quello di rileggere l’intero decennio attraverso una prospettiva multidisciplinare, analizzando quelli che sono stati i principali momenti di confronto e dialogo che hanno contraddistinto le tendenze emergenti dalla fine degli anni Ottanta». Da Cattelan quando ancora non era Cattelan ma era già chiaro che lo sarebbe diventato, allo Spazio di via Lazzaro Palazzi, a Milano, un esempio storico di autogestione artistica collettiva, animata dalle esperienze di Mario Airò, Liliana Moro, Antonello Ruggieri e Massimo Uberti, tra gli altri, quasi tutti provenienti dalle lezioni di Luciano Fabro all’Accademia di Brera. Fino alla nuova estetica di Purple, casa editrice e di produzione dedicata a fotografia e narrativa e all’avanguardia della moda. Tra i relatori: Francesco Spampinato, Roberto Pinto, Beppe Finessi, Cristina Baldacci, Stefano Chiodi, Alessandra Pioselli, Fabriano Fabbri, Elio Grazioli, Saul Marcadent. A chiusura, una tavola rotonda moderata da Cristina Casero.
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