A cura di Francesco Stocchi, la mostra “Giuseppe Penone. Gesti Universali” porta oltre trenta opere contemporanee lungo il percorso della Galleria Borghese. Attraverso il Salone di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, la Sala degli imperatori e quella di Enea e Anchise il lavoro di Giuseppe Penone si relaziona coi capolavori della Galleria, proseguendo negli spazi esterni del Giardino dell’Uccelliera e nel Giardino della Meridiana. In esposizione fino alla fine di maggio, “Giuseppe Penone. Gesti Universali” è un omaggio alla scultura e al tempo stesso al maestro dell’Arte Povera. Così, si conclude anche la serie di mostre su arte e natura dedicate al pubblico della Galleria Borghese sotto la direzione di Francesca Cappelletti.
Nella monumentale Sala di Mariano Rossi spiccano sei tronchi che fuoriescono da altrettante basi in legno. Con un movimento ascendente che conduce lo sguardo verso lo splendido soffitto affrescato che celebra la civiltà romana e l’eroica virtù dell’onore, la scultura di Penone accoglie i visitatori con la solennità dell’arte antica che la circonda. Elemento centrale nel lavoro di Giuseppe Penone, l’albero qui si libera dal blocco tagliato geometricamente per rivelare la sua forma naturale e originaria. L’artista agisce sulla materia con i tipici strumenti dell’intagliatore: il mazzuolo, la sgorbia, lo scalpello.
La scultura di Giuseppe Penone si inserisce nel percorso espositivo della Galleria Borghese interrogando la scultura e declinandole varie forme possibili. Dal corpo dell’albero a quello dell’uomo: la sagoma dell’artista definisce la disposizione delle foglie a terra nella Sala degli Imperatori, in Soffio di foglie. «Respirare è la scultura automatica, involontaria, che più ci avvicina all’osmosi con le cose. È l’azione che cancella l’involucro, l’identità data dalla pelle». Così racconta Penone sul rapporto tra respiro e scultura che si concretizza nella forma di un’ombra e il suo apparato respiratorio, fatti di foglie d’alloro in bronzo.
Nella Sala di Apollo e Dafne l’artista porta avanti la dialettica sul rapporto tra scultura e natura avvicinando alla celebre scultura berniniana un’opera che racchiude foglie d’alloro in nove moduli sui quali spicca un ramo fogliato ricoperto d’oro. L’opera di Penone nel percorso della Galleria Borghese fa da specchio ai capolavori del passato, esaltandoli con rinnovate letture. Come nel caso delle sculture nella Sala di Enea e Anchise, dove le età di tre generazioni – Anchise, Enea e Ascanio – si leggono sulla loro pelle marmorea scolpita da Bernini. Giuseppe Penone colloca qui Pelle di marmo e spine d’acacia e Pelle di cedro: così si svelano quelle affinità tra natura umana e vegetale, quella contiguità tra le due dimensioni centrale nel lavoro del maestro dell’Arte Povera.
“Giuseppe Penone. Gesti Universali” arriva fino agli spazi esterni della Galleria Borghese. Nel Giardino della Meridiana entra in gioco lo sguardo – già presente in un’opera nella Sala di Enea e Anchise – con Sguardi vegetali. Queste fotoceramiche che ritraggono l’artista sono forate proprio nel punto degli occhi e infilate nei rami: lo sguardo si proietta verso l’esterno come in Spazio di luce e Equivalenze. Nel Giardino dell’Uccelliera l’elemento naturale e quello scultoreo si intersecano nei Gesti vegetali, che portano l’impronta dell’artista lasciata sulle matrici di creta, propedeutiche alla fusione in bronzo. Qui, un enorme tronco svuotato e ricoperto d’oro all’interno, immagine iconica dell’opera di Penone, fa da perno alle altre sculture che si diramano negli spazi del giardino.
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