Ancora pochi giorni per visitare “Coppe di Stelle nel Cerchio del Sole” a Palazzo Abatellis, Palermo, il cui finissage si terrà il 17 luglio. La mostra è l’esito della nona edizione del progetto “Viaggio in Sicilia”, promossa da Planeta in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Sicilia e con la Galleria Regionale della Sicilia Palazzo Abatellis. Le opere degli artisti e delle artiste Bea Bonafini, Gili Lavy, Emiliano Maggi e Diego Miguel Mirabella dialogano con la collezione dei magazzini di Palazzo Abatellis riportati alla luce.
L’azienda Planteta, infatti, si è preso il nobilissimo impegno di sponsorizzare il restauro di alcune opere provenienti dal nucleo di opere inedite della galleria ed esposte per la prima volta al pubblico in questa sede. È importante sottolineare come questo dialogo tra opere e manufatti risuoni con le immagini che la brochure introduttiva e d’accompagnamento dell’esposizione si offre alla visione del pubblico: queste foto d’archivio di primo ‘900 vedono la Sala Araba dell’originario Museo Nazionale e l’odierno allestimento trasuda il medesimo immaginario, quasi ad imitazione di collocazione.
Leggiamo inoltre come «Da sempre gli artisti contemporanei studiano le opere esposte nei musei e, per questo progetto, oltre alla residenza dello scorso ottobre seguendo le tracce della cultura araba in Sicilia, [gli artisti] si sono confrontati anche con le opere di Palazzo Abatellis». Di questo un chiaro segno è l’affaccio, alla fine dell’esposizione, sul grandioso “Trionfo della Morte”, cui si arriva e si rimane di stucco, come sempre.
I riferimenti al mondo arabo sono presenti in quasi tutte le opere presenti degli artisti. Gili Lavy, artista di Gerusalemme con base a Londra, ha presentato un’opera sonora in collaborazione con il musicista Jacopo Salvatori in cui vengono evocate in lingua sabir, riferendosi al museo come luogo di contaminazione di culture diverse (forse colpisce l’aspetto a-critico dell’opera nei confronti del museo quale apice dell’appropriazione coloniale, tema di cui per fortuna si parla tantissimo a oggi). Maggi realizza sculture con invocazione al poeta arabo-siculo al-Ballanūbī.
Sottolineo particolarmente la bellezza di opere quali “Trionfo” di Bonafini, tappeto-arazzo in moquette del 2018, realizzato in riferimento al celebre affresco di cui sopra e tutte le opere di Mirabella, artista straordinario, carico in sé di tratti e riferimenti tipicamente arabi, dalle geometrie esposte ai movimenti delle lettere che usa.
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