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I Masbedo raccontano la Palermo del cinema allo Schermo dell’Arte
Arte contemporanea
In occasione della dodicesima edizione de Lo Schermo dell’arte, Festival dedicato al linguaggio delle immagini in movimento, svoltosi a Firenze dal 13 al 17 novembre 2019 e del quale vi scrivevamo anche qui, è andata in scena la prima mondiale di Welcome Palermo, film dei Masbedo, duo formato da Niccolò Massazza e Iacopo Bedogni.
Il film propone in forma narrativa l’esperienza che i Masbedo hanno fatto a Palermo e in Sicilia durante Manifesta 12 con Videomobile, un vecchio furgone merci OM degli anni Settanta, trasformato in palco/schermo/scena che ha scandagliato il territorio siciliano sulle tracce del cinema. Interviste, ricordi, opinioni, ambienti si susseguono in questo lungometraggio, alternandosi a flash visivi con immagini di oggetti e documenti.
Dalle strade di Pasolini a quelle di Welcome Palermo
Welcome Palermo non è soltanto un approfondimento del materiale raccolto per Manifesta ma un’evoluzione della ricerca fatta dai Masbedo successivamente alla conclusione dell’evento. Il film di Pier Paolo Pasolini Comizi d’amore – del quale si intravedono brevissimi spezzoni –diventa una sorta di termine di paragone che sottende una parte del lungometraggio. Le puntuali e dirette domande che Pasolini rivolgeva alla gente della strada, alle donne, ai bambini, ai lavoratori quasi sessant’anni fa, vengono riproposte e quasi stigmatizzate dai protagonisti di oggi dal “carro schermo” dei Masbedo.
Allo Schermo dell’Arte, il panorama del cinema in Sicilia
Dall’indagine fatta sul cinema di ricerca attraverso gli archivi e la memoria scaturisce un panorama a tutto tondo del cinema in Sicilia e una riflessione sul sistema cinema in generale: un’inchiesta sul cinema del passato e del presente. Suor Cornelia della San Paolo Film che racconta la propria esperienza vissuta all’interno delle sale parrocchiali per selezionare le pellicole da proiettare, Vittoria Alliata di Villafranca e Valguarnera, figlia di Francesco Alliata tra i fondatori della Panaria Film, ricorda il clima postbellico in cui la società di produzione specializzatasi in riprese subacquee ha preso avvio e la collaborazione al film Vulcano (1950) con Anna Magnani.
Fa un’apparizione Leoluca Orlando, sindaco di Palermo. Emergono poi personaggi come Vittorio De Seta che tenta di fare un cinema antropologico raccogliendo testimonianze tra i contadini che lavorano i campi ma che più volte viene segnalato alle forze di Polizia perché percepito come sospetto. Un ruolo principe lo assume Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti, del quale Franco Alaimo, accantonata la professione di architetto, racconta di aver contribuito, in qualità di sarto, alla sistemazione dei costumi oppure Gioacchino Lanza Tomasi, nipote di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che suggerisce una personale lettura di alcuni aspetti del romanzo e del film, spiegando l’affinità sentimentale che intercorre tra il testo di Tomasi di Lampedusa e la pellicola di Visconti.
Dialogo e incomunicabilità
Il film che i Masbedo propongono allo Schermo dell’Arte è esclusivamente basato sull’immagine e sul suono una stretta commistione tra ieri e oggi, un lavoro complesso e stratificato che mette in luce le mille anime della Sicilia. I contrasti tra presente e passato sono analizzati e raffrontati grazie a una sapiente costruzione di montaggio, di accostamenti, associazioni e divergenze, che si conclude nel salone di Palazzo Valguarnera Gangi, set cinematografico del Gattopardo, luogo iconico per eccellenza, con una danza della comunità Tamil residente a Palermo che interpreta insieme al coro del Teatro Biondo i brani della colonna sonora del film scritti da Nino Rota.
Tutta la produzione dei Masbedo verte intorno all’incomunicabilità nonostante agiscano in quella che è detta la società della comunicazione, e anche in Welcome Palermo è evidente l’approccio pittorico della costruzione dell’immagine che diventa un’immagine immersiva coinvolgendo nella dimensione narrativa il teatro, la performance, l’installazione, l’architettura, la spazialità.