I passanti diventano monumenti: le figure anti-eroiche al centro del progetto di Julian Opie per Milano

di - 17 Luglio 2024

«Ho disegnato persone che camminano in città, metropoli e villaggi in tutto il mondo. Il passo di un individuo è particolare e altrettanto rivelatore quanto la propria calligrafia o voce. Il corpo umano sprigiona significato ed energia mentre cammina» – Julian Opie

Nascosta tra Corso Venezia e Via San’Andrea, in centro a Milano, superato il maestoso ingresso barocco realizzato da Francesco Maria Richini al civico 11, si apre Piazza del Quadrilatero, la corte interna del complesso dell’ex Seminario Arcivescovile risalente al 1565 e legato alla figura di Carlo Borromeo. Il cortile, un’oasi riservata ed elegante nel cuore delle vie dello shopping milanese, è rimasto inaccessibile per quasi 500 anni. Nel 2022 Portrait Milano, brand sotto la gestione di Lungarno Collection, la società alberghiera della famiglia Ferragamo, ha restaurato l’edificio e ripensato l’uso degli ambienti. Sotto il loggiato, oltre all’hotel Portrait Milano, troviamo boutique di alta moda e design, la Lounge e il ristorante. Missione di Portrait: creare luoghi inclusivi e destinazioni pubbliche accoglienti, di alta qualità e valore culturale.

Portrait Milano, Walking in Milan, among sculptures

È in questo luogo che Julian Opie sceglie di collocare otto iconiche Walking Figures, «figure che camminano», visibili fino al 27 agosto 2024. Il progetto site-specific Walking in Milan, curato da Valentina Ciarallo mette in dialogo arte, pubblico e architettura nel momento di sosta e respiro che la piazza regala. Le otto monumentali sculture di alluminio smaltato, di oltre 4 metri, sono ritratti di profilo non connotati di uomini e donne che camminano, viandanti, anti-eroi moderni che compiono noncuranti i piccoli gesti del quotidiano, in quella vita “che accade mentre fai altri progetti”: sistemare la borsa in spalla, camminare a passo svelto, guardare un messaggio, sistemarsi il cappello. Le figure di Opie sono costruite a partire dalla semplificazione minimalista del tratto, si spogliano dei dettagli per concentrarsi sul gesto, sul colore e sul movimento, perenne ossessione dell’artista. Le sculture enfatizzano i quattro angoli della piazza, il loggiato e le balconate che, nelle parole dell’artista, «rappresentano uno spazio ideale per l’esposizione di opere». Le silhouette sono disegnate sempre a partire da foto scattate da Opie in tutto il mondo, momenti congelati e registrazioni immobile di un’andatura, di una camminata, di uno sconosciuto flaneur perso tra le vie metropolitane. Le “icone moderne” del progetto Walking in Milan guardano alla statuaria classica, ai piedistalli che sorreggono i personaggi simbolo di potere collocati en plein air nelle aree pubbliche delle città, usando un nuovo canone di rappresentazione. Chi sono i nuovi eroi?

Portrait Milano, Walking in Milan, Piazza aerial view

«Si crea nel cortile una piccola folla di figure in movimento», racconta Opie. «Ho sempre utilizzato il movimento come una delle possibilità del disegno. Quando mi muovo, sento di vedere il mondo: il movimento è inerente alla maggior parte dell’arte come lo è nella vita». Ogni epoca inventa un’idea diversa di estetica e di visione futura: Opie radicalizza nel gesto quotidiano più semplice il punto di fuga per raggiungere l’esperienza autentica. Azzerando il dettaglio e facendo della digressione il senso, è possibile rifuggire l’isterico immaginario urbano contaminato da oggetti, cadenzato dalle scadenze, azzerato dalla fretta del fare.

L’artista inglese Julian Opie è figura chiave della scena artistica britannica postmoderna negli anni ’80. Erede dell’estetica della Pop Art e del concettuale, Opie lavora sull’intersezione tra personale e impersonale, sugli spazi immaginari e i labirinti metropolitani. Il suo universo visivo si ispira alla grafica pubblicitaria, ai pittogrammi, alla segnaletica e ai videogiochi, in uno stile personale da subito molto riconoscibile. Definito “pittore della vita moderna”, Opie ha prodotto grandi mostre a livello internazionale che riflettono il suo impegno a reinterpretare il vocabolario visivo e a manipolare la tecnologia trasformandola in strumento (pensiamo ai Frame Waking del 2016, schermi led con video loop di profili umani in movimento). I lavori di Opie, totem della vita di tutti i giorni, sono disseminati nei principali luoghi pubblici nel globo come St. James’s Square, Millennium Park a Chicago, Tokyo e Central Park, per offrirsi, come lui sostiene, «non solo al pubblico ‘catturato‘ nelle gallerie e nei musei».

Portrait Milano, Walking in Milan, sculptures, landscape

Opie è ossessionato dalle figure in movimento e dai percorsi urbani: «Ho disegnato persone che camminano per decenni ed ero affamato di un movimento umano alternativo che fosse facilmente riconoscibile e sufficientemente breve e ripetitivo da animarsi in un ciclo infinito. Descrivere semplicemente cosa vuol dire esistere nello spazio: essere presente». Anti-monumentali e proprio per questo così iper-reali, le sculture si confrontano direttamente con noi che guardiamo, invitandoci ad abbracciare la natura transitoria e mutevole della storia quotidiana, nella sua preziosa non-grandiosità. A Milano grazie all’impegno di Portrait, le Walking Figures sono un invito a riscoprire i luoghi storici della nostra città e a notare la bellezza delle piccole complicazioni della vita di tutti i giorni.

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