Nella splendida cornice del borgo di Pereto si conferma anche quest’anno l’appuntamento con la Straperetana, fondata da Paola Capata e Delfo Durante, supportata dalla Galleria Monitor, curata da Saverio Verini e realizzata con la collaborazione dell’artista Matteo Fato. Inaugurato il 18 luglio, il percorso espositivo resterà visitabile su appuntamento fino al 16 agosto, fatta eccezione per i fine settimana, durante i quali gli spazi resteranno aperti dalle ore 16 alle 20.
Il tema “Produttori di Silenzio”, scelto per l’edizione 2020, origina da una citazione di Giorgio Manganelli, che in un noto reportage definì l’Abruzzo come “un grande produttore di silenzio”, esaltando le possibilità contemplative dei suoi ampi paesaggi, delle sue geografie, di uno spazio verde muto e assordante assieme.
In occasione della “Straperetana”, artisti di diverse generazioni convergono nella cittadina abruzzese, intrecciandosi con le sue architetture e i suoi percorsi esterni. Hanno partecipato all’edizione 2020: Lorenzo Aceto, Francesco Barocco, Lula Broglio, Lucia Cantò, Daniela Comani, Marco De Leonibus, Petra Feriancova, Alberto Garutti, Franco Guerzoni, Guido Guidi, Helena Hladilova, Elena Mazzi, Sabrina Mezzaqui, Nunzio, Mattia Pajè, Alice Pilusi, Gianni Politi, Fabrizio Prevedello, Letizia Scarpello, Danilo Sciorilli, Eliano Serafini. Tra questi, si segnala una forte presenza di giovani artisti abruzzesi, segnalati da Matteo Fato, a conferma della volontà dell’iniziativa di instaurare un dialogo con il territorio anche grazie alla promozione di talenti emergenti.
Il percorso di visita inizia da Palazzo Maccafani, e si articola in un percorso discendente lungo le vie della città, coinvolgendo muri, finestre, case abbandonate e ritagli verdi, per concludersi tra le stanze suggestive di Palazzo Iannucci, ancora arredate con il loro mobilio originario.
La quasi totalità delle opere si propone di instaurare un dialogo con la struttura urbanistica e con il paesaggio circostante, favorendo una nuova modalità di fruizione del tessuto urbano per mezzo delle arti contemporanee. Da notare è la stratificazione e persistenza delle testimonianze delle edizioni precedenti della manifestazione: discrete apparizioni che si possono ancora osservare, a distanza di anni, come tracce del passaggio degli artisti, ormai assorbite e mimetizzate nello spazio cittadino. È il caso delle piccole sculture di Raffaele Fiorella, ma anche degli interventi ambientali della Fondazione Malutta e di Mariateresa Zingarello.
L’operazione riesce a bilanciare una intelligente sinergia di interessi pubblici e privati, capaci di promuovere la conoscenza di un patrimonio urbanistico e paesaggistico di rilievo, affidandone la cura ideale agli artisti.
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